Bologna. Salute e sicurezza sul lavoro sono ancora un’emergenza, nella drammaticità che questo argomento porta con sé: per le dimensioni numeriche che una nazione ad avanzata industrializzazione non dovrebbe neppure conoscere e perché i numeri statistici sono persone fisiche e con loro: famiglie, compagne e compagni di vita stravolte nella loro esistenza e storie di vita.

Un argomento che in questo 2021 è tornato ad essere per il movimento sindacale una priorità nazionale, specialmente in questa fase ripresa dell’economia dove il rischio è essa sia sacrificata sull’altare della crescita, quando scontiamo il fatto che l’Italia sia uno dei pochi Paesi privi di una strategia nazionale in materia. Il recupero del Pil, piuttosto che di altri indicatori o ancora la necessità di “recuperare il tempo perduto” nelle settimane o mesi di chiusura non può essere oggetto di scambio con la sicurezza e la salute. In questi mesi, Cgil Cisl e Uil hanno pertanto promosso una piattaforma sulla sicurezza, unitaria, che han provato -con fortune francamente differenti- a fare diventare elemento di discussione sui posti di lavoro e con le Istituzioni nazionali e locali.

Cosa fare, come non arrendersi ad una sorta di ineluttabilità, proviamo ad illustrare in sintesi alcuni punti, alcune direttrici di lavoro:

Qualificazione delle imprese. E’ una proposta che mira a dare un riconoscimento ufficiale, socialmente identificato, alle imprese che promuovono non solo l’occupazione ma anche una “buona occupazione”;

Rafforzare la contrattazione e la partecipazione. Vuol dire far crescere i ruoli di rappresentanza (plurale) che le lavoratrici ed i lavoratori possono esercitare direttamente sui posti di lavoro, nelle loro aziende. Non è un approccio per addetti ai lavori, vuol invece dare voce e democrazia partecipata a chi conosce la propria azienda. Vuol dire promuovere una poderosa campagna per avere in tutte le aziende gli RLS (Rappresentanti dei lavoratori alla sicurezza), rinnovare ed aggiornare quanti già vi sono e dar loro strumenti per poter operare in libertà ed autonomia.

Formazione. Tema che -se ci si crede per davvero- è determinante. Formazione a 360 gradi, per chi è datore di lavoro in primis, anch’essi infatti devono per noi essere formati ed esserlo obbligatoriamente e poi per il lavoro dipendente. Formazione non sul campo ma come parte propedeutica all’immissione autonoma nel ciclo produttivo. Conoscere le macchine, le modalità operative di un’azienda presso la quale si andrà a lavorare e farlo prima di essere da soli a contatto ed in manovra con esse. Quanto sarebbe importante questo ! e quanto sarebbe importante portare un argomento di questo genere dentro i percorsi formativi scolastici, universitari, di scuole di specializzazione a qualunque livello. Creare una cultura della sicurezza a monte, un patrimonio diffuso precedente lo stesso ingresso formale nel mondo del lavoro. Utopia? Dipende quali priorità si pone un Paese, quali proietta per realizzare quello che sarebbe il codice di convivenza della propria comunità, cioè la Costituzione.

Ispezioni sul lavoro. L’attività di controllo non può essere lasciata alla sola responsabilità soggettiva individuale, essa fa capo alle istituzioni ed agli organismi preposti. Per fare controlli sul territorio occorrono strumenti, tecnologie ma soprattutto persone e queste devono essere reclutate, cioè assunte anche in previsione dei prossimi bandi derivanti dalle risorse stanziate per il PNRR e i fondi strutturali europei. Gli SPSAL- -Servizi Prevenzione Sicurezza Ambienti di Lavoro delle AUSL nel corso del tempo, hanno subito una riduzione degli addetti, con specifico riferimento agli ispettori, passati (considerando il solo periodo  2014-2019 ) dai 101 ad 81.

Contrasto all’illegalità. Francamente sappiamo cosa significhi e ben poco vi sarebbe da aggiungere. E’ di tutta evidenza che muoversi su questo versante che ha portata ben più circolare del solo tema sicurezza sia però elemento che porti contestualmente a migliorare questo elemento. Vogliamo citarlo perché non è per noi pleonastico ma determinante, anche sul nostro territorio.

Altro ancora si potrebbe aggiungere e speriamo di poterlo fare nel prossimo futuro auspicando che l’interlocuzione aperta con l’Ente Regione Emilia – Romagna porti ad un protocollo e contenuti importanti per riaffermare la sicurezza nei nostri posti di lavoro.

(Enrico Bassani, segretario regionale della Cisl)