Uno dei film più attesi di questa edizione della Biennale del Cinema di Venezia è stato sicuramente “Dune” di Denis Villeneuve. Il film, che ha avuto una forte spinta promozionale, non ha deluso le aspettative ed introduce a un nuovo universo cinematografico di cui sicuramente si sentirà parlare in futuro.

Un’immagine del film “Dune” (Foto sito Biennale del cinema di Venezia)

Quello proposto in sala è infatti il primo capitolo di una saga che sembrerebbe avere il suo compimento nel prossimo film e che riprende storia e titolo dal ciclo di sei romanzi scritti da Frank Herbert tra il 1965 e il 1985.

Dopo David Lynch e Alejandro Jodorowsky, anche Denis Villeneuve si ispira allo scrittore statunitense per un lungometraggio. Si tratta di una storia di fantascienza ambientata in un futuro distopico in cui si combatte per la supremazia dell’universo e per una preziosa spezia che si trova sul pianeta di Arrakis.

Il budget elevato concesso per la produzione del film è stato sfruttato nel migliore dei modi. Il cast pullula di attori di spessore (Oscar Isaac, Josh Brolin, Stellan Skarsgard, Javier Bardem) e grandi star (Zendaya, Timothée Chalamet, Jason Momoa) combinando qualità e celebrità, competenza ed entusiasmo popolare.

La colonna sonora, realizzata dal premio Oscar Hans Zimmer, è maestosa e cupa così come i colori del film. L’architettura degli edifici e delle navi spaziali è ben studiata ed esprime freddezza e vigore attraverso la loro rigorosa geometria. Il talento di Villeneuve nel descrivere scenari tenebrosi e futuristi era già stato portato alla luce dai suoi film “Arrival” e “Blade Runner 2049”, non sorprende quindi che “Dune” presenti effetti speciali di grande suggestione e impatto.

Il film, presentato fuori concorso, pone le fondamenta per una saga progettata nei dettagli, che potrebbe ritagliarsi un posto nell’olimpo del genere fantascientifico e diventare un cult.

(Leonardo Ricci Lucchi)