Imola. Hanno un bimbo Giacomo Galavotti e Giulia Mercuriali, i nuovi titolari dello storico “Bar ai Giardini Imola” che ha riaperto i battenti il 19 settembre, guarda caso il giorno del compleanno di Giulia. Il bimbo crescendo quasi certamente incontrerà il GGG (Grande Gigante Gentile) del libro omonimo di Roald Dahl, uno dei personaggi più amati da piccoli e genitori fantasiosi. Ma GGG potrebbe anche essere la sigla di Giardini, Giacomo e Giulia … se questa avventura durerà nel tempo.
La nuova gestione è partita bene. Molte novità: caffè alternativi (V60, filtri, miscele monorigine) e torte casalinghe ma anche il brunch domenicale. Più il jazz: ogni due sabati con l’esordio (lo scorso 25 settembre) del trio di Daniele Santimone.
“Amo il jazz” spiega Galavotti. E si capisce entrando dentro il locale perchè dietro il bancone spicca la bella faccia del trombettista Enrico Rava. Proprio la tromba è lo strumento di Giacomo che prima o poi – “il difficile sarà trovare il tempo, un bar è faticoso e noi siamo solo in 4, o meglio 5 con la cuoca” – si esibirà ai Giardini.
“Anche la moglie ama il jazz?” gli chiedo mentre comincia a venir giù forte la pioggia annunciata. “Macchè” ride “sto cercando di strapparla a Vasco Rossi ma è dura”.
Il bar è in via Felice Orsini e i Giardini sono ovviamente quelli del san Domenico. Un locale antico con una storia abbastanza dimenticata. “Qui c’era nientemeno che una ghiacciaia degli antichi Romani. E sotto trovi ancora le vecchie pietre” si lancia Giacomo: “Ma in questo bar negli anni ’50 fu inventata la ricciola salata che si chiama così perchè fu Ermes Ricci, poi famoso scultore, a partorirla. O almeno così dice la leggenda”.
Bar ma anche cucina. Chiedo a Giacomo chi sta ai fornelli. “Elisa, una ragazza toscana molto brava”. Cosa proponete? “Per la pausa pranzo si può scegliere fra 2 primi e 2 secondi più i classici cioè toast, piadine, insalate. Con le nostre torte casalinghe e menù particolari come quelli di sabato a base carne più birra”.
Sabato scorso, già. Con l’esordio jazz che è poi quello che più interessa all’intervistatore, vecchio patito di questa musica il quale (non per mettersi in mostra ma per dovere di cronaca) è come un topo dietro il pifferaio di Hamelin della leggenda tedesca poi “rubata” e resa famosa dai fratelli Grimm. Beh, ci sono differenze: io non sono un topo impestato (ho il Green Pass, lo giuro) e i jazzisti non rapiscono bambini per farsi pagare… come fece quel pifferaio.
Dunque chiedo a Giacomo se è contento della prima serata.
“Sì, come hai visto eravamo pieni e rispettando il distanziamento abbiamo dovuto mettere sedie in più. Ottima musica”. Vale aggiungere che, certo per caso, uno dei brani della serata – di Wayne Shorter – si intitolava Adam’s Apple. L’ottimo trio di Daniele Santimone (chitarra), Tiziano Negrello (contrabbasso) e Giacomo Scheda (batteria) sabato ha offerto la mela alle persone presenti ma contrariamente alla versione biblica loro non sono state cacciate dal giardino (dell’Eden) ma sono felicemente rimaste nei Giardini (di Imola).
I prossimi appuntamenti? “Il 9 ottobre ci sarà il quartetto del trombonista Giancarlo Giannini. Il 23 il duo di Claudio Zappi (clarinetto) e Carlo Calderano (chitarra). Il 6 novembre un altro trio: il sassofonista Carlo Atti, il contrabbassista Stefano Dalla Porta e il batterista Andrea Grillini. Il 20 novembre un altro quartetto: Silvia Valtieri (piano), Francesco Merli (chitarra), Roberto Bartoli (contrabbasso) e Tommaso Stanghellini (batteria). Poi si vedrà”.
L’intervistatore torna a casa (abita lì vicino non ad Hamelin) bagnatissimo, nonostante l’ombrello, e con un cruccio: ma perchè il 9 ottobre? La stessa sera in cui a Imola suonerà il grandissimo Steve Coleman…
In ogni caso lunga vita al bar GGG e ai suoi sabati in jazz.
(Daniele Barbieri)