Faenza. Durante la seconda udienza del processo, nella Corte d’Assise di Ravenna, per il femminicidio della 46enne faentina Ilenia Fabbri che prima dell’assassinio lavorava a Imola, è accaduto un fatto importante.

La Corte d’Assise ha infatti accolto la richiesta, proveniente dalla figlia Arianna, che chiede un danno di due milioni di euro, di sequestro conservativo dei beni nei confronti dei due imputati per il femminicidio: l’ex marito e padre della ragazza, Claudio Nanni, 54 anni, considerato il mandante, e il 53enne Pierluigi Barbieri, reo confesso quale esecutore materiale.

llenia Fabbri

Di conseguenza, i giudici hanno incaricato la Guardia di Finanza di identificare i beni da sottoporre a vincolo. Sull’istanza di perizia psichiatrica da parte della difesa di Barbieri si deciderà invece alla fine dell’istruttoria.

Sempre nella stessa udienza, in qualità di testimoni sono stati sentiti il dirigente della squadra mobile di Ravenna Claudio Cagnini, i poliziotti delle volanti intervenuti sul luogo del delitto e due vicini di casa di Ilenia. Nella prossima udienza, verranno sentite la figlia di Ilenia e l’amica che era in casa al momento del femminicidio. Tali due testimonianze potrebbero rivelarsi molto importanti perché l’amica della figlia era l’unica in casa, oltre a Ilenia e al suo assassino e fu svegliata da rumori e urla.