Imola. Dopo un anno di forzata sosta a causa della pandemia, sabato 9 ottobre, si è finalmente rinnovato l’appuntamento con l’incontro interreligioso “Tè della Pace”, quest’anno intitolato “Nella tenda di Abramo”, nel ricordo sia del Padre di tutti i credenti, la cui festa liturgica si celebrava quel giorno, che del viaggio apostolico di Papa Francesco nel marzo scorso in Iraq “nel segno di Abramo, che sperò contro ogni speranza”.

L’incontro è stato organizzato da “Missione per Bene ODV”, dalla Chiesa Ortodossa Rumena, dalla Chiesa Evangelica “Il Risveglio”, dalla Casa della Cultura Islamica di Imola, in collaborazione con Ufficio per l’Ecumenismo e il Dialogo interreligioso della Diocesi di Imola, con un gruppo di lavoro interreligioso che ha molto ben lavorato durante i mesi estivi.

Il programma prevedeva, a partire dalle 15, l’accoglienza nel primo chiostro del Convento dei Frati Cappuccini, in via Villa Clelia 12 a Imola, a base di tè e pasticcini preparati dalle comunità coinvolte nell’organizzazione. L’ottima qualità del tè preparato e servito con solennità da Sabir e dagli altri musulmani, come pure la straordinaria varietà di dolci marocchini, rumeni e italiani preparati e offerti ai tanti presenti dalle diverse comunità religiose, sono stati solo un segno del clima sereno e della bella accoglienza vicendevole che ha caratterizzato tutto il pomeriggio.

Immediatamente dopo il tè profumato, i presenti si sono divisi per circa mezz’ora in due luoghi separati – una sala del convento per i fedeli islamici e la chiesa dei Cappuccini per i cristiani – per celebrare con un momento di preghiera la festa di sant’Abramo. La preghiera ecumenica dei cristiani è stata preparata con l’apporto di ogni comunità e guidata insieme da p. Florin Vasile Ghiran (ortodossi), dal pastore Janel Bosna (evangelici) e da p. Dino Dozzi (cattolici).

Al termine dei momenti di preghiera, mentre i bambini seguivano le volontarie che si erano offerte per animare il loro tempo, gli adulti si sono ritrovati nella sala del Cinecircolo Cappuccini, dove hanno seguito l’incontro moderato dal giornalista Valerio Zanotti, direttore di leggilanotizia.it, che si è fatto apprezzare da tutti i presenti per il rispetto, la competenza e la delicatezza nel coordinare gli interventi volti a condividere esperienze e riflessioni sul periodo particolare vissuto a causa del Covid-19.

Dopo il saluto dei responsabili delle comunità presenti, a rappresentare le stesse sono saliti sul palco Alessandro Zanoni, direttore della Caritas diocesana per i cattolici, padre Florin Vasile Ghiran, parroco ortodosso di Lugo, Lidia Bosna, per gli evangelici del Risveglio e, per gli islamici, Hamdan al-Zeqri, mediatore culturale di origini yemenite, imam del carcere di Sollicciano.

Sollecitati da Zanotti, Hadman, Lidia, Florin e Alessandro hanno richiamato le immagini del tempo del Covid19 che sono rimaste loro impresse. Immagini di paura, di solitudine, di solidarietà, di accoglienza, di vita vissuta in un periodo che ha messo alla prova anche la fede personale e comunitaria. Chiara e forte è emersa da tutti la proposta di prenderci per mano e di fare qualcosa di concreto insieme (Banco alimentare? Banca del tempo? pulizia di un parco?). Bella è stata anche la proposta di allargare l’orizzonte di ogni comunità per diventare inclusivi, per essere sempre più attenti all’umano attorno a noi, proprio come espressione autentica della nostra fede. Lidia si è fatta portavoce del mondo dei giovani, chiedendo con forza agli adulti di andare incontro alla loro sete di valori significativi.

Alle oltre due ore di confronto, dai contenuti particolarmente elevati, hanno presenziato il vescovo di Imola Giovanni Mosciatti – che ha ripreso la preoccupazione di padre Florin per le dure manifestazioni novax: il dialogo serve e non la violenza anche in queste situazioni – e Marco Coltellacci, delegato regionale per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso della Conferenza Episcopale dell’Emilia-Romagna, che ha sottolineato, favorevolmente meravigliato, l’importanza e profondità dell’incontro a cui aveva potuto assistere, ben distante dalle “passerelle a cui ci siamo purtroppo abituati in questi tempi”.

La cena comunitaria a base di couscous, di pasta al pesto e di tante chiacchiere familiari tra i presenti ha concluso un incontro che ci si augura diventi appuntamento annuale fisso, perché enormemente educativo per tutti.

Il Tè della Pace, nato alcuni anni fa su proposta dei volontari del Mercatino dell’Usato del Campo di lavoro, per incontrare in un momento conviviale e non solo nei momenti di apertura del mercatino, le tante persone di fede e origine diversa che frequentano gli spazi del convento adibiti alla vendita, appare, di volta in volta, un’intuizione “profetica” che andrebbe diffusa in ogni città, come hanno sottolineato tante persone presenti sabato 9 ottobre ai Cappuccini.