Imola. E’ pronta l’App di Bryo che permetterà di valutare la possibilità di fare parte di una Comunità energetica. Visti i recenti aumenti del prezzo dell’energia elettrica, il tema è certamente di quelli caldi e coinvolge tutta la popolazione, dal semplice cittadino alle imprese.
Dall’App si accede ad un questionario online per una valutazione preliminare sul possibile sviluppo di una Comunità energetica. Un sistema a disposizione di enti territoriali, autorità locali, aziende e privati, fruibile collegandosi al sito app.bryo-spa.it anche da mobile.
Il questionario, gratuito, si articola in due sezioni: nella prima vengono richiesti al candidato alcuni dati anagrafici, mentre la seconda è dedicata alla descrizione del proprio impianto fotovoltaico. Basandosi sulla tipologia di impianto scelto (nuovo, potenziato o nessuno), verranno poste all’utente domande mirate sul caso specifico. A compilazione avvenuta, il sistema provvederà ad inviare alla casella di posta indicata il report con il risultato di idoneità.
“La nuova Direttiva europea 2018/2001 (Red II) sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili, la cui implementazione era prevista per giugno 2021, non è ancora attiva in quanto mancano i decreti attuativi, ma la strada è tracciata. Lo stesso Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) sostiene le Comunità energetiche – afferma Davide Gavanelli, amministratore delegato di Bryo -. Noi cerchiamo di anticipare i tempi per farci trovare pronti”.
E ancora: “L’idea sulla quale ci siamo mossi è quella di creare un applicativo che possa consentire a imprese, cittadini ed enti pubblici, appartenenti ai 23 comuni del ConAmi, di valutare se ci sono le condizioni o meno per costituire una Comunità energetica. Assieme a Studio Verdi 22 abbiamo messo a punto questa App senza vincoli di accesso, uno strumento innovativo per permettere a chiunque di candidarsi a fare parte di una Comunità energetica. L’aspetto interessante è che una volta immessi i dati, saremo in grado di dare una risposta immediata”.
Porte aperte anche agli enti pubblici. “L’ente pubblico, oltre ad avere elementi di certezza al fine di sostenere questi percorsi, può candidarsi a sua volta, ad esempio con una scuola o un altro edificio pubblico che potrebbero diventare il centro di una comunità che coinvolge cittadini o imprese di quella zona – specifica Gavanelli -. L’obiettivo è anche quello di creare una banca dati che ci permetterà di rivolgerci ai gestori di rete per chiedere il potenziamento delle cabine dove necessario”.
E il futuro è già dietro all’angolo. “Bryo, comunque, si sta già muovendo e insieme al Comune di Mordano stiamo valutando in maniera autonoma di costituire una Comunità energetica nella zona industriale – conclude -. E così ne vorremmo fare nascere altre per dare il segnale che la strada delle energie alternative è percorribile. E oggi con gli aumenti che si profilano è facile capire quanto siano utili”.
“Una visione lungimirante quella di Bryo che avvia uno strumento utile e partecipativo per concretizzare un primo report statistico legato ad un tema così attuale come quello delle Comunità energetiche – aggiunge Fabio Bacchilega, presidente ConAmi Imola -. Si tratta di un tassello iniziale per passare dai concetti ai fatti in direzione del possibile utilizzo di energia da fonti rinnovabili che recepisce, di fatto, le tendenze europee e mondiali. Il territorio costituito dai 23 Comuni aderenti al ConAmi si dimostra, ancora una volta, ricettivo e precursore a livello regionale per il sostegno di quell’evoluzione tecnologica capace, in un prossimo futuro, di generare positive ricadute sulla sfera privata e pubblica. Grazie all’attività delle sue società partecipate il ConAmi rinnova ogni giorno la filosofia posta alla base del consorzio che punta a servizi efficienti, all’avanguardia e qualitativi a favore della collettività”.
Come fare nascere una Comunità energetica
Fino ad oggi in Italia era possibile produrre e consumare energia da un impianto posizionato sul proprio tetto, e la si poteva vendere al vicino nel momento in cui però le particelle catastali fossero contigue. Con le Comunità energetiche si superano questi limiti, con la regola che tutti gli aderenti che sono allacciati alla stessa cabina di media e bassa tensione possono usufruire di quella energia.
Si tratta allora di individuare delle realtà che si collocano geograficamente all’interno di una circonferenza con un raggio di circa 500 metri, che ha al suo centro la cabina secondaria alla quale fanno riferimento. Sono loro che potranno dare vita alla Comunità energetica, che si presenta sotto forma di Onlus, quindi senza scopo di lucro, che avrà l’obiettivo di condividere energia prodotta da impianti di energia rinnovabile, con la possibilità che l’energia rimanente dall’autoconsumo, possa essere acquistata da qualsiasi azienda aderente che opera all’interno di quel raggio, pur non avendo un impianto fotovoltaico sul proprio tetto.
Ecco, l’App pensata e lanciata ora da Bryo ha proprio il compito di individuare queste realtà per potere poi procedere alla progettazione vera e propria della Comunità energetica.