Certo, che un uomo capace di impersonare correttamente e proficuamente l’incarico di Primo ministro, capace di individuare le effettive esigenze del popolo, di renderne possibili le soluzioni, di recuperarne la fattibilità sociale ed economica, significherebbe riuscire ad individuare l’uomo capace di iniziare a porre fine alla fin troppo spesso documentata incapacità o, ancor peggio, non parzialità, del governo Italiano. Occorrerebbe un uomo come Draghi.
Un degno successore del Presidente Mattarella? Un uomo capace di vera e comprovata imparzialità, inflessibilità nell’applicare il dettato costituzionale, un uomo dal curriculum vitae irreprensibile ed esemplare, un uomo capace di misurato equilibrio sia nelle avversità, nelle sconfitte come nella vittoria, un uomo da poter presentare nei consessi internazionali in assenza di visibile rossore? Occorrerebbe un uomo come Draghi.
E per quanto riguarda il consesso Europeo? Un uomo capace di dare impulso e nuova linfa a questa vecchia Europa, invecchiata prima della raggiunta maturità e forse non ancora pienamente consapevole sia del proprio ruolo all’interno del polo mondiale che delle proprie intrinseche necessità e potenzialità. Servirebbe un uomo tipo Draghi.
Ci sarebbe poi la necessità di reperire un ministro dell’Interno capace di individuare gli invalicabili punti fermi relativi alla sicurezza della popolazione, in grado di prevenire (una buona volta) e non solo di arginare le manifestazioni di carattere eversivo, quelle non autorizzate, di bastonare con vigore quando serve e di mostrare capacità di dialogo e di comprensione quando del caso. Un uomo in grado di manifestare le proprie difficoltà senza rischiare di apparire incapace, ma conscio della difficoltà intrinseca al proprio incarico che deve essere si espressione di fermezza ma al contempo di estesa flessibilità quando del caso. Certo che un uomo come Draghi farebbe comodo.
E che dire di un ministro degli Esteri non solo in grado di leggere veline e di larghi sorrisi? Un uomo capace di rappresentare convenientemente l’espressione politica di una delle più grandi potenze mondiali nei, a volte, fatidici congressi mondiali? Un uomo che possieda la capacità nel dirimere le controversie umanitarie in assenza di procurare ferite alle parti avverse o contrastanti. Un uomo la cui conoscenza possa arrivare fino a pronunciare correttamente “virus” (che si legge esattamente come scritto in quanto terminologia latina) e non “vairus” come un basso rappresentante della lingua anglo-sassone. Ecco, si, sarebbe utile un uomo come Draghi.
E poi, ma né per ultimo né per secondaria importanza, ci sarebbe la BCE. Dopo la prima colossale svista della fresca nominata, che provocò cadute in tutte le principali borse mondiali, un imbarazzante silenzio proviene dai forzieri Europei. Parole del tipo “ … e credetemi, sarà sufficiente” che hanno reso prudenti i maggiori investitori europei e mondiali favorevoli o contrari alla forza dell’Euro, risultano essere del tutto assenti e la dirigenza appare solo in grado di seguire i precari equilibri monetari e finanziari precedentemente individuati o dettati da altre fonti maggiormente competenti o potenti. In altre e poche parole la presenza di un a certa opacità. Certo che si avverte la mancanza di un uomo come Draghi.
Poi ci sarebbe, ma non per ultimissimo, il miscelatore del mio secondo bagno che irrimediabilmente perde e trombetta quando alzo la leva per l’erogazione del prezioso liquido. Oggi con gli sconti e le facilitazioni per i rinnovi o le messe in regola della situazione edilizia l’idraulico, possibilmente uno di quelli veri, è introvabile! Qualcuno riesce a fornirmi il numero di telefono di un uomo come …
In tutta evidenzia, pochi o quasi nessuno si rendono conto che l’individuare quale risolutore dei tanti e annosi problemi un unico uomo di regime, significhi automaticamente ammettere che tutti gli altri sono delle mezze calzette, scarsi professionisti, politici per caso, uomini di corrente. Chissà se dopo la “Grande bellezza” avremo il piacere di vedere esprimersi nel grande schermo Sorrentino ne “La grande tristezza”: eppure ne avrebbe da dire a mezzo immagini.
(Mauro Magnani)