Mentre sulle piazze e nelle strade della nostra povera Italia si dissertava, fra una carica di poliziotti, una nube di lacrimogeni o, se preferite, un lungo getto di acqua da idrante circa la possibilità, l’opportunità o la convenienza di recarsi in qualche centro a vaccinarsi o se sia costituzionale o meno poter andare al ristorante e al cinema unicamente se forniti di opportuna documentazione (green pass), ci si dimenticava, come spesso accade, della cosa più importante, dell’aspetto decisamente fondamentale per quanto riguarda, non dico la sconfitta, ma almeno una prudente convivenza con il Covid 19.
Come si diceva, ci si dimenticava che noi non si vive sull’isola felice, che non siamo soli al mondo, che i contatti con tutti gli altri esseri viventi in questo globo stanno assumendo il grado di “indispensabili” e che chiudersi in casa dimentichi degli altri (di tutti gli altri) non è buona regola di prudenza (vedi i castelli medievali).
Così, mentre pazientavamo nelle lunghe file di vaccinandi con lo scopo di procurarci un discreto scudo protettivo e ottenere quel fatidico quadrato magico che profuma di libertà, ci si dimenticava di tutti gli altri, di tutti gli altri esseri viventi che provano a vivere in zone un po’ meno fortunate e ricche delle nostre. Costoro, poveri, non erano in grado di avvicinarsi al vaccino per tutta una lunga serie di ragioni:
1) vivevano in regioni dove non arriva neppure un medico, figuriamoci un vaccino;
2) nei centri importanti dove qualche benedetta fiala arrivava, il rapporto tra dose vaccino e vaccinando era pari a 1/850.000;
3) nove volte su dieci il prezioso siero arrivava degradato e non più idoneo allo scopo causa cattivi trasporti, lungaggini dovute al “perfetto stato” delle strade, ecc. ecc.:
4) quando arrivava, non esisteva la possibilità di conservarlo opportunamente per mancanza cronica di strutture idonee, ambienti asettici, refrigeratori, ecc.;
5) se ne arrivavano cento dosi, 99 erano appannaggio di chi riusciva a comprarsele, o di chi era opportunamente informato dell’arrivo o, succede anche là, degli amici degli amici. Il prezzo al fornitore poi, risultava essere decisamente fuori portata per le scarse disponibilità pubbliche del luogo così, se ne servivano 100.000 ne arrivavano cento. Poi, ma non da ultimo, il Ras locale preferiva investire in fucili, mitra, bombe a mano, razzi piuttosto che in medicine: mentre poche aziende risultavano in grado di produrre il prezioso liquido, articoli da guerra sono disponibili ovunque, anche nella bancarella in fondo alla strada. E pure a buon mercato.
Come se non bastasse, dopo aver abbondantemente finanziato con denaro pubblico i ricercatori delle ditte produttrici, abbiamo accettato che le stesse ascrivessero brevetti sul prodotto finito con l’ovvio risultato che il prezzo dello stesso veniva correttamente definito dalla legge di mercato, finendo per raggiungere costi tali da incidere fortemente nei già risicati bilanci degli stati (anche quelli definiti “ricchi”) i quali, come spesso accade, si sono visti costretti a “stringere la cinghia”, come si suole dire, finendo per non poter disporre di denaro per assumere quel personale che sa correttamente infilarti l’ago nella spalla, o di quello che ti trasporta sulla barella, o che tiene rigorosamente puliti gli ambienti, o che rifornisce gli armadi di medicinali e raccoglie pure le cartacce e le mascherine da te lasciate in ogni dove, o di quello che va in giro con lo stetoscopio al collo e la biro nel taschino, il solo che sa valutare la cura corretta o se sei malato o no, per non parlare di quella speciale razza (fra questi ultimi citati) che ti riceve quando te la fai addosso per un dolorino, o quando sei stato investito dall’auto del vicino, o quando la schiena non ti si piega più fra dolori allucinanti o, o, o, e che in pochi minuti e con una rapida visita decide se devi morire o se hai qualche possibilità ancora di cavartela.
Mentre tutto ciò accadeva nella nostra totale indifferenza, il perfido Covid 19 mutava, diventava 20 e anche 24. Ora sembra abbia raggiunto quota 28 e sono guai seri! Vallo adesso a spiegare ai “No vax” che il pericolo, ora, è ancora maggiore: vacci pronto a precipitosa fuga, ben allenato alla lunga distanza e qualche amico judoca, pugile o butta fuori modello “big” che ti accompagna non farebbe male.
Riflettete su tutte queste nostre miserie, sul canto delle cicale anche fuori stagione, sulla certezza assoluta tanto più assoluta quanto è grande la loro ignoranza e per finire, ma non da ultimo, sul fatto inequivocabile che tutti noi abbiamo finito per fidarci dei soliti mestieranti di politica e vi renderete conto, con amara sorpresa (ancora una volta) che tutto sommato il pericolosissimo Covid (ora arrivato a 31!) è il male minore. E scusate se è poco.
(Mauro Magnani)
Le anime belle si stracciano le vesti per indondare il continente africano di vaccini senza interrogarsi se questi siano realmente desiderati dalle popolazioni locali.
Se non ci si informasse solo su repubblica, si potrebbe facilmente scoprire che i fratelli neri la brodaglia dell’uomo bianco non la vogliono (e fanno bene a non volerla)!
Le vaccinazioni di massa organizzate dall’oms in africa sono sempre state imposte con la forza e la violenza.
Ma si sa, se ci fossero meno anime belle succederebbero meno cose brutte…