Imola. I Musei Civici presentano il progetto espositivo “Beyond the Comedy”, un percorso cittadino di arte contemporanea che vede protagoniste le stupefacenti installazioni grafiche dell’artista palermitano Lanfranco Quadrio, una vera e propria “trilogia” ispirata alle cantiche della Commedia dantesca che coinvolgerà il Museo di San Domenico, la Rocca Sforzesca e Palazzo Tozzoni.
Il percorso espositivo, curato da Diego Galizzi, direttore dei musei civici imolesi con la collaborazione di Paolo Cova, storico dell’arte e divulgatore culturale, sarà aperto al pubblico dal 18 dicembre 2021 al 27 febbraio 2022.
L’evento inaugurale avrà luogo sabato 18 dicembre alle 16 nel salone d’onore di Palazzo Tozzoni, con interventi del sindaco Marco Panieri, dell’assessore alla Cultura Giacomo Gambi oltre che del curatore Diego Galizzi, di Paolo Cova e dell’artista Lanfranco Quadrio.
Seguirà un momento musicale curato da Emilia Romagna Concerti con Martino Combo al violino ed Elia Portarena alla chitarra.
Posti limitati con prenotazione obbligatoria attraverso l’App “Io Prenoto” almeno un giorno prima o telefonando allo 0542 602609.
Beyond the Comedy è un progetto articolato in tre atti – Il progetto richiama esplicitamente la Commedia di Dante ma allo stesso tempo allude al suo superamento, invitando ad andare oltre il testo letterale per addentrarsi piuttosto in un viaggio emotivo che riguarda ognuno di noi e che coinvolge i concetti di colpa, perdizione, pena, solidarietà e salvazione. L’articolazione in tre atti, ognuno dei quali prende spunto da una cantica dantesca, segue il filo di un affascinante e sottile dialogo con lo spirito dei luoghi prescelti per l’esposizione. In ciascuno di questi trovano collocazione composizioni di grande dimensione, visioni di forte impatto emotivo, visionarie e simboliche, che conducono i visitatori attraverso la vertiginosa e turbolenta rappresentazione dei dannati delle “Malebolge” e di “Flegetonte”, allestite nell’andito dell’Inquisizione del Museo di San Domenico, l’intensa e drammatica “Forse, tutto è Purgatorio”, un’opera grafica larga più di dodici metri la cui collocazione nei sotterranei della Rocca Sforzesca, a stretto contatto con le invocazioni graffite sui muri dai carcerati, assume un alto valore simbolico, per concludersi nel salone d’onore di Palazzo Tozzoni, dove in stretto dialogo con l’affresco del “Carro del sole” dipinto sulla volta della sala fanno la loro comparsa due grandi ali, vero segno distintivo dell’immaginario figurativo dell’artista e punto culminante di un’allegorica ascesa verso un’idea “laica” di salvazione.
Dimostrandosi fedelissimo interprete dello spirito dantesco, Quadrio ambisce in questa sua particolare ricerca a raggiungere l’uomo; l’uomo nella sua sfaccettata essenza, con le sue passioni, le aspirazioni, i drammi e le cadute. Il suo è un percorso di emancipazione dalle costrizioni dettate dal contenuto del poema dantesco, per liberare piuttosto tutta la forza emotiva, visionaria, simbolica e persino musicale che si propaga alla lettura del poema.