All’indomani della proclamazione dello sciopero generale proclamato da Uil e Cgil, il ministro del Lavoro, Andrea Orlando (Pd) esordì con una frase che a molti apparve prematura e dubbia: “…non comprendo le ragioni di questo sciopero …”. Ora che L’Ufficio parlamentare di bilancio ha reso pubblici alcuni dati dettagliati significativi, che riguardano le nuove aliquote Irpef che verranno applicate ai lavoratori dipendenti unitamente ai pensionati, le parole del ministro appaiono decisamente inappropriate: o non era a conoscenza dei dati (per il ministro del Lavoro decisamente grave) o era decisamente in mala fede: La scelta resta sua. Diamo un’occhiata ai dati per meglio comprendere quanto appena affermato.

Per i redditi fino a 6.000 euro nulla cambia mentre per lo scaglione tra 6.000 e 12.000 euro lo sgravio Iprpef sarà pari a 64 euro: c’è di che essere soddisfatti. Dai 12.000 ai 18.000 euro il risparmio risulterà pari a 229 euro e poco meno (204 euro ) spetterà a chi percepisce da 18.000 a 24.000 euro. Anche per i redditi compresi tra 24.000 e 30.000 euro il risparmio risulterà del tutto trascurabile, in quanto pari a 155 euro.

Di seguito i dati per scaglioni: da 30.000 a 42.000 euro 330; da 42.000 a 54.000 euro 765; da 54.000 a 78.000 euro 490; da 78.000 a 102.000 euro 268 e, per finire, chi percepisce oltre 102.000 euro potrà godere di un beneficio pari a 269 euro .

I numeri rivelano chiaramente i dubbi (praticamente le certezze) espresse dalle due sigle sindacali: benefici di gran lunga maggiori alle persone fisiche che già hanno redditi imponibili alti. L’Ufficio parlamentare del bilancio approfondisce poi ulteriormente fornendo alcuni esempi pratici: maggior beneficio per i lavoratori dipendenti (190 euro) rispetto ai pensionati (178 euro) e anche rispetto ai lavoratori autonomi (105 euro). Molto esplicita la differenziazione all’interno dei lavoratori dipendenti: 368 euro per i dirigenti, 266 euro per gli impiegati e 162 per gli operai. I maggiori vantaggi saranno goduti da chi percepisce redditi compresi tra 42 e 54.000 euro (per intenderci mensili compresi tra 3.500 e 4.500 euro). All’interno di quest’ultima fascia di reddito (circa il 3,3% dei lavoratori dipendenti) il maggior impiego di risorse: oltre il 14% del totale che ammonta a circa 1 miliardo.

Altro dato significativo: al 50% delle famiglie meno ricche verrà destinato circa il 25% dei fondi resi disponibili (poco meno di 2 miliardi), mentre al 10% di quelle più ricche viene destinato un 10%: 1,6 miliardi.

In tutta franchezza, speriamo questi numeri rendano chiarezza all’attuale Ministro del lavoro Orlando: sono numeri che nascono dove Lui è di casa.

(Mauro Magnani)