Imola. Nel consiglio comunale non in presenza del 20 gennaio, Nicolas Vacchi, capogruppo di Fratelli d’Italia ha fatto una comunicazione sulla sanità: “Con il blocco di visite e interventi, si mette a repentaglio la salute di tutti i cittadini. Sono più di 22mila le persone in attesa di prestazioni sanitarie in attesa di essere erogate dalla nostra Ausl e vorrei sapere quali sono le reali motivazioni dei ritardi sul territorio. C’è la maxi-scusante della pandemia, ma in realtà esistono scarso personale e non buona organizzazione”.

Daniele Marchetti, capogruppo della Lega, è partito sul suo cavallo di battaglia: Le liste d’attesa sono un problema importante per il nostro territorio peggiorate dalla situazione pandemica, ma avevano sempre presentato campanelli d’allarme da diversi anni. C’è un esercito di persone che si sentono dire riprovi fra una settimana, fra un mese, più avanti. Stiamo parlando di salute, non si può sempre sperare nella fortuna. La Regione ha ammesso che ci sono agende chiuse in difficoltà, ma ha detto che vengono sempre date alternative, a me non risulta”.

Marinella Vella, della Lista Cappello, ha asserito: “I cittadini hanno diritto di accedere ad alcune prestazioni e l’Ausl ha ammesso che ci sono dei ritardi. Nell’ospedale, il tracciamento con il tempone molecolare agli operatori sanitari si fa solamente in caso emergenziale e non di prassi. A Montecatone, invece il tampone si fa regolarmente ogni due settimane. Rilevo una forte carenza di organico, il personale è spremuto ed è un varco aperto verso sanità privata pure da parte dei medici”.

Per il Pd la consigliera Sonia Manaresi ha sostenuto che “è un problema significativo quello di allungare visite e interventi. Mi permetto di dire che dopo due anni di pandemia attaccare infermieri e medici è totalmente sbagliato. Esistono problemi di reperimento di personale a livello locale, regionale e nazionale con concorsi che vanno deserti. Il problema è legato allo stato emergenziale della pandemia con numeri enormi, ma bisogna ringraziare chi responsabilmente si è vaccinato perché ha diminuito i morti e le terapie intensive. In caso contrario,  avremmo avuto 235 deceduti in più invece di 15 nelle ultime settimane. Il problema sono soprattutto i non vaccinati perché purtroppo occupano tanti  letti ospedalieri”.

Filippo Samachini, capogruppo di Imola Coraggiosa, ha detto: “Il tema delle liste d’attesa è nato prima della pandemia sia perché la sanità ha fatto passi in avanti e ci sono più prestazioni sanitarie e più screening da erogare sia perché a livello nazionale sulla sanità si è investito poco. La facoltà di Medicina è ancora a numero chiuso. La pandemia ha fatto esplodere le problematiche che già c’erano in tutta Italia, i problemi di organico ci sono. Il blocco delle assunzioni è dovuto al fatto che la Regione sta aspettando risorse dal Governo”.

Da parte sua il sindaco Marco Panieri ha sottolineato che “il tema delle liste d’attesa è molto complicato e delicato, siamo da due anni in una situazione straordinaria dovuta alla pandemia. Si parla, nei numeri citati, di chi ha una prestazione prenotata anche nei prossimi dieci mesi e questo non mi pare giusto, poi sul panorama della sanità italiana ho sollecitato più volte la Regione a chiedere al Governo più risorse. Intanto, è vicina la conclusione del bando della Chirurgia e stiamo lavorando con l’Università di Bologna per mettere in campo più infermieri, il PNRR per portare risorse strutturali. Inoltre, vogliamo andare avanti su più capitoli. E’ evidente che la pandemia non aiuta, pensiamo che questa settimana avremo il picco e poi con un calo progressivo speriamo che si ritorni pian piano alla normalità riducendo i tempi delle liste d’attesa”.

(m.m.)