Lugo di Romagna ha dato i natali a tante persone che hanno lasciato un segno indelebile nella storia del nostro paese, ma anche in quello del progresso nel mondo: Francesco Baracca, Giuseppe Compagnoni, Agostino Codazzi, Gregorio Ricci Curbastro, per citarne solo alcuni.

D’altra parte c’è anche un nostro conterraneo approdato in passato in America che ha lasciato un segno tutt’altro che positivo. È il caso di Carlo (Charles) Ponzi. Nato a Lugo il 3 marzo del 1882, tentò come molti altri la fortuna oltreoceano, imbarcandosi per gli Stati Uniti.

Carlo (Charles) Ponzi (Foto Wikipedia)

Charles Ponzi in America

Giunse a Boston nel 1903, dopo varie disavventure si spostò nel 1907 a Montreal, in Canada, dove riuscì a divenire consulente del Banco Zarossi, una banca nata da poco per gestire i risparmi degli immigrati italiani. La banca presto fallì perché il proprietario, Luigi Zarossi, per allargare la clientela pagava alti interessi sui depositi, ma li copriva solo con i soldi dei nuovi clienti, fino all’inevitabile crollo finanziario.

Nel periodo successivo si dedicò a diversi affari, scrisse una “Guida del commerciante”, una sorta di vademecum che spediva agli interessati su richiesta. Un giorno ricevette una lettera di una società spagnola che chiedeva informazioni sul libro e che conteneva, per la missiva di risposta, un “Buono di Risposta Internazionale”.

Tutto nasce dai francobolli

Ponzi si accorse che il “buono” spagnolo, da scambiare con un francobollo americano, valeva e costava decisamente meno del francobollo americano stesso. Così studiò e avviò il proprio business: spedì soldi in Italia, dove un suo mandatario li utilizzò per comprare Buoni di Risposta Internazionale che poi ritornò negli Usa, dove Ponzi li scambiò con francobolli statunitensi di valore molto maggiore, che rivendette, generando un guadagno per ogni “Buono”.

Allo scopo, fondò una società, la Securities Exchange Company, con cui gestiva anche i rapporti d’affari con gli “investitori” e assunse agenti che pagava con provvigioni generose. Nel giro di pochi mesi, dal capitale di 5.000 dollari del febbraio 1920 (una somma importante per l’epoca), Ponzi arrivò a diversi milioni a luglio dello stesso anno, con le modalità viste ai tempi del “Banco Zarossi”.

Lo “schema Ponzi”

Attratti dai facili e notevoli guadagni, molti cittadini americani investirono nell’affare, giungendo a ipotecare le loro case pur di avere la liquidità necessaria, tanto che Ponzi arrivò a raccogliere fino a 250.000 dollari al giorno da investitori e cominciò a vivere nel lusso più sfrenato.

A quel punto però un cronista del Boston Post, giornale che pure nel luglio del 1920 aveva parlato positivamente del “miracolo Ponzi”, avviò un’inchiesta.

Le rivelazioni del giornale causarono un certo panico tra gli investitori della sua compagnia. Ponzi, per tacitare i dubbi, risarcì di persona e in maniera spettacolare 2 milioni di dollari in soli tre giorni, assumendo un agente pubblicitario, che però a un certo punto andò al Post rivelando che la società era basata sul nulla: il Post pubblicò un articolo in prima pagina.

La bolla, l’arresto, la fine della gloria

La “bolla” scoppiò, la verità della situazione venne a galla e gli agenti federali, il 10 agosto, fecero irruzione nella sede della società, la chiusero e arrestarono Ponzi.

Dopo varie condanne, nuovi tentativi truffaldini e arresti, giunse in Brasile dove trovò lavoro in una compagnia aerea. A Rio de Janeiro, morì per i postumi di un ictus il 18 gennaio del 1949.

Ancora oggi il cosiddetto “schema Ponzi” è famoso in tutto il mondo ed è in qualche modo alla base di nuove operazioni e speculazioni che vengono tentate anche attraverso i canali informatici.

Una dei tanti: nel 2008, negli Usa Bernard Madoff venne arrestato per un ammanco di 65 miliardi di dollari, su un gigantesco “schema Ponzi” e condannato a 150 anni di carcere: tra i suoi clienti pare ci fossero Steven Spielberg, il magnate dell’editoria Mortimer Zuckerman, il premio Nobel Elie Wiesel, Zsa Zsa Gábor, gli attori Kevin Bacon, Kyra Sedgwick e John Malkovich.

Spesso, quando si parla di Charles Ponzi, in tutto il mondo, si ricordano le sue origini romagnole!

(Tiziano Conti)