Bologna. Pochi giorni fa, facendo la fila per l’ufficio postale, ho sentito una conversazione che metteva in dubbio il numero dei morti per Covid. Si trattava di persona informata: se il paziente soffriva di una malattia terminale è giustificato dire che la morte è dovuta al Covid? Domande legittime si mescolano a suggerimenti assurdi (che si possa morire di vaccino). Sono stata molto sorpresa di scoprire che alcuni miei conoscenti nutrivano perplessità anche se si erano vaccinati, ma le manifestavano solo se pensavano di parlare con una che poteva essere d’accordo.
Non starò qui a difendere la necessità dei vaccini: i rischi (che potevano includere piccole percentuali di decessi) e i vantaggi sono conosciuti da oltre un secolo, i vaccini e i progressi sanitari (acqua corrente, disinfezioni, fogne) hanno contribuito massimamente all’allungamento della vita umana. Malattie terribili come il vaiolo, la difterite e la poliomielite sono state eliminate o quasi.
Infodemia
Molte fake news sulla pandemia e i vaccini si fondano su dati reali che vengono stravolti o amplificati nutrendo una diffidenza diffusa (sarà mai vero quel che ci dicono?). Al limite della psicosi sono casi riportati di persone che, ricoverati, si rifiutano di accettare di avere il Covid che secondo loro non esiste. Per fortuna la nozione di un “virus cinese” che Trump aveva lanciato non ha attecchito. Si parla di infodemia intendendo la quantità di notizie, vere, confuse o tendenziose riguardanti la pandemia. Sono curiosa di capire che cosa abbia fatto crescere e ingigantito la bufera mediatica. I social certo hanno fornito una cassa di risonanza che prima non esisteva, ma quali sono le radici del problema? Ne esamino alcune. Le persone, me inclusa, hanno le tasche piene delle difficoltà di ogni genere dovute alla pandemia. Secondo me si genera una reazione emotiva del tipo “piove, governo ladro” che sfida l’autorità. Nel contesto le autorità sono costrette a tenere duro sulla linea del fronte (sospensioni, multe) e fanno la figura del carabiniere, ma quello che senza dubbio sgominerà i no vax è il virus che sta prepotentemente affermando la sua esistenza sovvertitrice.
Il vantaggio di avere tante informazioni a portata di telefonino (dati recenti, ben leggibili, globali e aggiornati) di questo secolo è straordinario, ma quando si tratta di campi specialistici (come virologia ed epidemiologia) normalmente ignoti anche ai medici, che richiedono nozioni di statistica solo recentemente acquisite da un pubblico colto (manager, accademici) contribuiscono anche ad una gran confusione in cui i provocatori del net si muovono a meraviglia.
Sovranità digitale
La velocità della diffusione e dello sviluppo della rete (che nacque come strumento militare di comunicazione in un possibile day after) avrebbe intralciato qualsiasi tentativo statale di imbrigliarla, ma tale tentativo inizia solo ora, faticosamente soprattutto in Europa e in Cina. Google e Apple, offrendo il loro aiuto per la mappatura della pandemia, si sono permesse di sconsigliare l’uso della geolocalizzazione a stati sovrani (hanno obiettato solo la Francia e, soprattutto la Gran Bretagna, che ha creato un sistema centralizzato di dati anonimizzati e la possibilità di attivare volontariamente la geolocalizzazione).
Con la globalizzazione e l’impero delle multinazionali atlantiche gli stati avevano già perso molta sovranità economica e fiscale, agli stati la sovranità digitale darebbe strumenti per limitare lo strapotere neo liberale di quell’un per cento che la sta facendo da padrone.
Sindemia
La definizione originaria indica l’interazione di due malattie: ad esempio il diabete favorisce lo sviluppo dell’infezione virale. L’uso attuale cerca di riunire la pandemia ad altre dinamiche, economiche o geopolitiche, che certamente la influenzano e ne sono influenzate.
Vengo all’interazione fra la pandemia e tematiche libertarie e/o anarcoidi contro la necessità della società di difendersi da eventi (pandemia, siccità, inondazioni…) che ne mettono a rischio la sopravvivenza. Il virus stesso determina la sua evoluzione, a quanto pare oggi anche a dispetto delle vaccinazioni. Ricordo che il virologo Crisanti, nei primi giorni della pandemia, con un tempestivo uso a tappeto del tampone nella cittadina veneta di Vo aveva registrato due casi clinicamente positivi e ben l’80% di asintomatici, ovviamente contagiosi. Un vaccinato che non si accorge nemmeno del virus può ben essere infetto, asintomatico e contagioso (virus1-vaccino 0).
La cultura del narcisismo ha sdoganato la sciocchezza che ciascuno dovrebbe esser libero di far quel che gli pare (senza il corollario kantiano che lo limita a non interferire con la libertà degli altri). Non dice forse il preambolo alla Costituzione USA che ognuno ha diritto alla felicità? No non lo dice, afferma il diritto naturale alla vita e alla libertà (indagatene con gli afro-americani) e alla ricerca della felicità, ovvero alla possibilità di fare scelte che io/noi riteniamo utili alla nostra felicità (poi magari ci sbagliamo).
Il concetto di libertà pare a volte sconfinare nell’onnipotenza e questa pandemia è un utile richiamo al fatto che siamo soggetti a forze naturali che non conosciamo o dominiamo.
Il tema della privacy e quello della ‘libertà’ campeggiano nei tentativi dei social media di fare esattamente quel che vogliono, senza limitazione con un uso perverso di entrambi i concetti. Vengono anche creati o reclutati gruppi ‘spontanei’ che li difendono ( ‘Astroturfing’). Faccio riferimento ai numeri del 13 gennaio 22 (29:1442) e del 16 dicembre 21 (29:1439) del settimanale ‘Internazionale’. Nel primo un’inchiesta di le Monde illustra come le lobby del tabacco e del petrolio si siano alleate per finanziare in segreto falsi gruppi di consumatori che difendono l’uso delle sigarette elettroniche. Non penso si possa dimostrare che i no vax siano stati creati (penso ai gruppi religiosi no vax come il clero Ortodosso e sette ortodosse ebraiche in Israele) ma certamente sono stati reclutati. Nel numero del 16 dicembre dal centro Truthout degli Stati Uniti si spiega in dettaglio come la Nestlè abbia guadagnato miliardi imbottigliando acqua nel Michigan (praticamente senza pagarla) e vendendola a cittadini preoccupati per l’eccesso di piombo nell’acqua potabile, in un paese che non riesce a sostituire una rete idrica di dodici milioni di tubature di piombo. Inoltre l’acqua in bottiglia, liberata si dal piombo ma anche da tutti i minerali benefici, è a rischio di microplastica. Nello stesso numero una ricerca del Financial Times descrive come la Pfizer dominando il mercato dei vaccini ha condizionato le scelte dei governi di tutto il mondo per il proprio profitto. I no vax sono stati secondo me reclutati a promuovere un’ideologia contraria a regolamentazione statale, ideologia che si declina sia a destra che a sinistra (sottovoce) in un paese come il nostro. Interessante il fatto che il movimento no vax sia particolarmente forte in una città come Rimini che subì pesantemente la prima e la seconda ondata della pandemia.
La mia conclusione è che la sovranità dello stato va riaffermata anche con l’uso della digitalizzazione e i sistematici sforzi di imbrigliarne il ruolo di protezione sociale devono essere considerati alla pari di tentativi di corruzione. Le carenze dell’azione legislativa, ma soprattutto di quella esecutiva, prestano aiuto a tali sforzi.
(Cecilia Clementel)