“Ennio” è un documentario di Giuseppe Tornatore (Oscar per Nuovo Cinema Paradiso nel 1990), uscito in anteprima il 29 e 30 gennaio, che tornerà in sala il 17 febbraio per la sua uscita nazionale.

A meno di due anni dalla scomparsa, il regista celebra il Maestro Ennio Morricone, al quale era legato da un profondo legame di amicizia e rispetto reciproco instaurato grazie alle numerose collaborazioni.

Il rapporto stretto ed affettuoso tra Morricone e Tornatore si trasforma in un patto di lealtà che è elemento fondante per la splendida riuscita del film. Il regista sceglie di far raccontare allo stesso Ennio il suo percorso, integrando, a seconda dei temi, con interviste a musicisti, registi ed amici che commentano gli eventi della sua vita e forniscono approfondimenti inediti.

La storia analizza tutti i passaggi della vita del compositore, direttore d’orchestra e arrangiatore romano, toccando teneramente gli aspetti privati, come la famiglia o il sentirsi giudicato in quanto trombettista, e quelli più noti: i celebri arrangiamenti per Mina, Edoardo Vianello, Gianni Morandi e tanti altri; le collaborazioni cinematografiche e la fama mondiale, di cui gli apici del riconoscimento con la vittoria di due Oscar, alla carriera prima, e per la colonna sonora di “The Hateful Eight” (Quentin Tarantino) poi.

“Ennio” esprime il mistero della musica dal punto di vista del maestro, la sua indole di sperimentatore e le intuizioni tra tradizione classica e proposte popolari che lo consacrano innovatore. Esempi di questi suoi istinti sono i fortunati tentativi di usare la macchina da scrivere o dei semplici barattoli come strumenti (“Io lavoro” e “Il barattolo” di Gianni Meccia).

Il documentario esalta anche l’importanza del maestro nel cinema: Morricone è tra i primi a dar valore narrativo ed emotivo alle colonne sonore, che prima erano per lo più di accompagnamento. Impossibile non ricordarsi le composizioni per film come “Mission”, “Il buono il brutto e il cattivo” o “C’era una volta in America”.

Infine, il film è il racconto del grande maestro che tutti conosciamo, reso con un sapore di intimità. Delicato ed elegante anche nella regia, Tornatore apre le cortine sulla vita di uno dei compositori più famosi del nostro tempo e ne svela la personalità: scherzosa, umile e fragile oltre che geniale.

(Leonardo Ricci Lucchi)