“Non è un caso se a Bologna il tasso dell’occupazione femminile è così alto. Perché? Perché hanno dei sostegni, se non ci fossero questi sostegni saremmo chissà dove”. Ad affermarlo è Adriana Lodi, la “mamma dei nidi”, chiamata così perché da assessora aprì il primo asilo comunale a Bologna nel 1969 e due anni dopo contribuì da deputata del Pci alla legge 1044 del 1971 che diffuse quell’esperienza a livello nazionale. L’8 Marzo è vicino, una buona data per ricordare e raccontare questa storia racchiusa nella sua biografia “Raccontami una favola vera” (Bacchilega Editore, collana i Profili, 2020) scritta a quattro mani da Adriana Lodi con l’amica e giornalista Laura Branca.

8 Marzo 1955. “Angela era stata portata con altre tre donne alla stazione dei carabinieri di Borgo Panigale per essere interrogata. I “corpi del reato” erano le mimose e il reato contestato era: questua abusiva”.

“Anche oggi sui giornali leggo che gli asili nido “costano tanto”, ma perché, l’Università non costa tanto? Nessuno si permette di mettere in dubbio l’Università. E per quale motivo quando i figli son piccoli dovrebbero badarci solo le madri? È una battaglia che non va mai abbandonata”.

Nata nel 1933, l’On Lodi è stata operaia, sindacalista per la Cgil, consigliera comunale e assessora a Bologna, prima nella giunta Dozza e poi in quella Fanti, infine deputata, tra le fila del Pci. Una delle donne che hanno contribuito alle migliori politiche di questo Paese, che hanno contribuito a modernizzarlo: si è battuta per i diritti dei lavoratori, delle donne, per un welfare efficiente e innovativo. Nel 1969, quando venne eletta per la prima volta, le deputate erano diciotto. In alleanza con le altre parlamentari, con le donne delle associazioni, dei circoli e dei collettivi femministi, in pochi anni, e con un grande lavoro di sinergia, vengono approvate: la legge sulla maternità, sugli asili nido, sulla famiglia, sulla tutela del lavoro domiciliare, sull’aborto, sul divorzio e istituiscono alla fine degli anni settanta i consultori.

Nel novembre del 2019 il Comune di Bologna le ha conferito il premio più prestigioso, il Nettuno D’oro, e l’Università di Bologna la Laurea ad honorem.