Imola. Il San Domenico festeggia i suoi 52 anni di attività. E lo fa con un importante rinnovamento, presto verrà, infatti, avviato un cantiere che modificherà profondamente le storiche cucine del pluristellato ristorante.
La cucina del San Domenico è stata inaugurata il weekend del Gran Premio di Imola del 1992; da allora, l’ambiente del ristorante è deliziosamente fermo nel tempo, custode e tempio della grande cucina italiana: arte contemporanea, cuoio scuro, argenti e cristalli. Mentre la proposta enogastronomica, guidata da Max Mascia, cambia e matura dolcemente: i piatti iconici di Bergese e Valentino Marcattilii sono presenti da sempre e per sempre, insieme a quelli di alta cucina contemporanea firmati Max Mascia.
La cantina storica è sapientemente assortita e coordinata da Francesco Cioria, sommelier pluripremiato al fianco di Max da 10 anni; un professionista fuori dal comune che riesce con la sua genuina passione e la sua cultura a gestire e migliorare una cantina storica, immensa, rendendola sempre più ricca, colta e variegata. La sala, della quale Giacomo, figlio di Natale, sta prendendo le redini è in perfetta sintonia con la cucina di Max: nella filosofia, nel pensiero rapido ed in un servizio giovane, elegante e sorridente senza essere mai ossequioso.
Il cuore pulsante dell’intero San Domenico sono da sempre le cucine, finora deliziosamente tradizionali decorate di piastrelle dai colori caldi, con stampi e pentole in rame appese alle pareti, gli strumenti, fotografie ed attrezzi storici che trasudano storia, tradizione, artigianalità. Le stesse cucine che stanno per cambiare radicalmente nei materiali, nella tecnologia, nei colori, nella fruizione. Il 24 aprile 2022, esattamente 30 anni dopo la loro inaugurazione, durante un weekend di Formula1 come allora, le cucine del Sando porteranno a termine il loro ultimo servizio.
“Sento la necessità, oggi che il San Domenico compie 52 anni, di donare le mie forze e i miei sacrifici alla Casa che mi ha accolto, cresciuto, formato; che mi ha dato e che mi dà ogni giorno la possibilità di esprimere me stesso attraverso una cucina semplice, attenta, precisa, vera – afferma Max Mascia -. Il progetto della nuova cucina è un sogno che si realizza, sintetizza la volontà di migliorarsi ogni giorno, di non accontentarsi, di non dare niente per scontato perché nella vita, non solo nel lavoro, le cose scontate non esistono. Esistono l’impegno e la passione che tutte le ragazze e tutti i ragazzi ogni giorno mettono a disposizione dell’ospite che è e rimane il fulcro del nostro lavoro. Questo progetto è una dichiarazione d’amore per il San Domenico, per la sua storia che ammiro e rispetto e per il futuro che voglio scrivere.”
Il grande cambiamento
Arriva l’impensabile, arriva la tecnologia 4.0 al San Domenico di Imola attraverso nuove cucine interamente rinnovate, volute, ideate e disegnate da Max Mascia. Un progetto completo, maturato in oltre 2 anni di lavoro assieme ad architetti e tecnici, che riflette e traduce la sua visione imprenditoriale. Max ha studiato il progetto perché possa entrare nelle campagne degli incentivi statali, perché le cucine diventino sostenibili con introduzione dell’induzione e il controllo globale dei flussi energetici, delle eccedenze. Il progetto coinvolge tutto il territorio attraverso aziende e maestranze italiane e locali, tra cui De Manincor di Trento che ha affiancato Max nello studio e la progettazione, le ceramiche di Imola e molti altri artigiani. E per la prima volta al San Domenico, i commensali entreranno in cucina con la chef table: una sala privata proprio di fronte alla brigata al lavoro, un’ambiente contemporaneo dove pasteggiare vicino allo chef, dove pranzare o cenare in estrema privacy, osservando in diretta lo spettacolo della grande cucina.
Max Mascia, la force tranquille
“Perché farmi chiamare chef? Lo stagista lo chiamiamo per nome, non ‘stagista’. Beh, è la stessa cosa.” Risponde così Max, quando qualcuno chiede come mai nella cucina di uno dei 2 stelle Michelin più leggendari d’Italia, la brigata intera lo chiama “Max”. Massimiliano Mascia, classe 1983, è un uomo attento, generoso e affabile: sa osservare e ascoltare con grande empatia, per poi agire molto velocemente. La sua caparbietà e il suo sguardo attento e curioso gli hanno permesso vincere una delle sfide più difficili dell’ultimo decennio: accompagnare il mitico ristorante San Domenico di Imola nella realtà del 21esimo secolo.
Max cresce al San Domenico fin da adolescente: è un luogo che sa di casa, dove le sue giornate sono accompagnate dal profumo del pane fresco pronto per essere sfornato e dove assapora per la prima volta i grandi piatti dello zio Valentino Marcattilii, che aiuta quotidianamente in cucina. Innamoratosi del mondo della ristorazione, Max è pronto per passare sette anni in viaggio, lavorando in alcune delle più grandi cucine del mondo come Ducasse a Parigi e al Plaza Athénée in Costa Azzurra. In questo periodo il giovane Max osserva, sperimenta e continua a crescere, tanto da ricevere dagli zii Natale e Valentino la piena fiducia: nel 2010 torna a Imola dove prende le redini del ristorante e della sua intera gestione a soli 27 anni.