Martedì 8 marzo, Trama di Terre inaugura la mostra “Voyage” alle 18,30 presso il bar Otello (via Emilia 166). In mostra i dipinti di una donna che, grazie all’arte è uscita dal percorso di violenza. L’autrice, J.M., presenta “un progetto artistico” che, sottolinea lei stessa, “è l’espressione e la condivisione di un insieme di forti emozioni nate dalle violenze subite; che hanno coinvolto me ed altre donne. Una mostra fortemente voluta e desiderata da me, che dà spazio alla lotta contro la violenza sulle donne. Attraverso la pittura e tecniche particolari come il make-up. Voyage è il titolo che ho voluto dare a questa mostra perché rappresenta il mio percorso dalla fuoriuscita della violenza. Sono una donna che ha l’esigenza, il bisogno di raccontare e raccontarsi e trasmettere, condividere la mia tragedia, il mio dramma, il mio inferno. Voyage è un viaggio interiore fatto di bui che mi hanno spezzato il fiato e le ossa ma anche di luci che mi hanno
ridato la speranza e la forza per ricominciare ad essere donna. Un particolare ringraziamento va a chi mi ha sostenuta, guidata ed incoraggiata, rendendo
possibile questo progetto e dando voce a chi lotta contro la violenza maschile, purtroppo ancora oggi meno ascoltata e sottovalutata.”
Inoltre presso la sede di Trama alle 20,00 appuntamento “Fuori la guerra dalla storia” per confrontarsi e decidere azioni comuni sull’attuale situazione in Ucraina e sulle guerre nel mondo.
“Il Governo italiano” dicono le donne di Trama in un comunicato “auspica la pace e la fine del conflitto armato ma intanto prende in Parlamento la decisione di inviare armi all’Ucraina, secretando i termini dell’accordo. Non abbiamo la memoria corta: i governi sono quelli di sempre ma noi non vogliamo essere complici di nessuna guerra, di chi apre giustamente le porte alla richiesta di rifugio di chi scappa dalla guerra in Ucraina ma allo stesso tempo lascia affogare in mare o morire di freddo nei boschi d’Europa i rifugiati siriani, curdi e afghani che teniamo a distanza con il filo spinato. Il Governo italiano parla di pace ma investe in armi e le esporta ovunque nel mondo, compresi i regimi dittatoriali dell’Egitto e dell’Arabia Saudita. Cosa sta accadendo? Si salvano prima i bambini bianchi e le donne bianche poi forse gli uomini bianchi ma non c’è posto per africani, arabi e asiatici. Sembra una storia di altri tempi invece è la gerarchia razziale da rispettare per potere salire su un treno alla stazione della capitale Ucraina e mettersi in salvo come se alcune vite valessero meno di altre. Noi non ci stiamo. Siamo accanto alle donne ucraine, russe, polacche, moldave come siamo accanto alle donne afghane, somale, congolesi, curde, africane, arabe perchè il nostro futuro fuori dalla guerra sia un obiettivo universale”