La nostra rubrica letteraria, “Lo scaffale della domenica”, a cura di Andrea Pagani, nel mese di marzo ci guiderà alla scoperta della letteratura disegnata, ovvero la graphic novel, romanzi a fumetti. Un’interessante forma narrativa, a metà strada tra il genere letterario e il meccanismo del fumetto. Buon divertimento!

Andrea Pagani

Non c’è dubbio: leggere Una ballata del mare salato di Hugo Pratt ha il potere di cambiarti la vita, o quanto meno di renderla migliore.

Sono passati 55 anni da quel lontano 1967 quando nacque questo insuperabile romanzo disegnato di Pratt. 55 anni da quando quell’icastico personaggio che avrebbe accompagnato i lettori per una serie di indimenticabili avventure e che risponde al nome di Corto Maltese vide la luce.

Eppure la forza, la magia evocativa, il fascino irresistibile di questa storia non finisce di incantarci. Una magia fatta di luoghi esotici, viaggi entusiasmanti, colpi di scena, paesaggi mozzafiato, audaci marinai, spericolate peripezie, donne dall’intelligenza sottile e dall’irresistibile sensualità.

Tutto parte da un naufragio. Siamo alle porte dello scoppio della prima guerra mondiale. È appena passata una terribile tempesta ed è l’Oceano Pacifico in persona a raccontarcelo, una vera e propria voce fuori campo, un narratore esterno ed onnisciente che introduce l’avventura:

«Sono l’Oceano Pacifico e sono il più grande di tutti. Mi chiamano così da tanto tempo ma non è vero che sono sempre calmo. A volte mi secco e allora do una spazzolata a tutti e a tutto. Oggi per esempio mi sono appena calmato dall’ultima arrabbiatura. Ieri devo aver spolverato via tre o quattro isole e altrettanti gusci di noci che gli uomini chiamano navi…questa qui…sì questa che vedete, non so come sia riuscita a farcela. Forse perché il capitano Rasputin è uno che sa il fatto suo e suoi marinai sono delle isole Figi. Oppure perché hanno un patto con il diavolo. Ma questo non importa ora. Oggi è “Tarowean”, il giorno delle sorprese. Giorno di tutti i santi, 1° Novembre 1913».

Da qui il titolo di Ballata, che allude al coro della potenza della natura. Ed ecco che tra i flutti affiora debolmente la figura di un uomo legato ad una zattera: Corto Maltese. Issato sull’imbarcazione del capitano Rasputin, raggiungerà la segreta isola Escondida dove si trova il misterioso Monaco, per il quale sia Rasputin che Corto Maltese lavorano, conducendo azioni di pirateria al soldo della marina tedesca. Su questa vicenda principale si innesta quella dei giovani Cain e Pandora Groovesnore, rampolli di una ricca famiglia inglese, tratti in salvo da Rasputin, ma tenuti in ostaggio per ottenere un riscatto.

Le vicende si articolano come un sontuoso romanzo ottocentesco, su un complesso ma leggero intreccio di piani narrativi, sempre accompagnati dalla voce narrante dell’Oceano Pacifico, dove il lettore è sedotto dalle maraviglie del disegno, dell’esotismo ammaliante delle immagini, dal fascino vertiginoso delle scene: «L’immensità del profondo Oceano blu che circonda un’imbarcazione, l’infinita linea dell’orizzonte, le acque color smeraldo degli atolli più sperduti dell’Indonesia, il rosso acceso del tramonto di una spiaggia tropicale, i riti indigeni alla luce di un falò, la fresca e salmastra brezza marina sulla pelle, la leggera ala di un albatro, la minacciosa pinna di un pescecane a pelo d’acqua, l’urlo fragoroso del vento, la furia cieca di un uragano, i gorghi sconosciuti del Maelstrom» (Simone Cilli).

In questo incantevole contesto, l’aspetto più spiazzante è la caratterizzazione del protagonista, Corto Maltese, un eroe/anti-eroe, personaggio romantico e idealista, un pirata che non rispetta la legge, ma che segue un proprio codice etico. Nel gioco delle relazioni della Ballata ad ogni personaggio corrisponde una sorta di doppio, di elemento conflittuale e simmetrico. Rasputin, è simbolo della dissolutezza, della mancanza di qualsiasi principio etico, di un cinismo nichilista e spietato. Corto Maltese invece rappresenta il marinaio complesso e malinconico, problematico e romantico, animato da una personale integrità.

Ma le maraviglie non finiscono qui.

Una ballata del mare salato è un’opera stratificata, articolata, impregnata di riferimenti letterari: non siamo di fronte a un fumetto tradizionale, ma ad un romanzo disegnato, ad una vera e propria letteratura in forma di immagini. Non un caso scopriamo i protagonisti intenti a leggere libri: Pandora appare concentrata sulle opere di Melville, Cain legge Coleridge, e tutta la figura di Corto Maltese rimanda a passaggi poetici e narrativi, da Stevenson a Verne, da Rilke a Shelley, perfino ad Euripide. La stessa denominazione dei personaggi – segnala Simone Cilli – risulta un omaggio alla letteratura: «il nome del protagonista, Corto, potrebbe avere due possibili derivazioni: dal soprannome di Jimmy Lea, detto appunto Corto, soggetto che appare in un’altra opera di Pratt. Oppure da Kurtz, il protagonista di Cuore di Tenebra di Joseph Conrad. Il suo cognome, Maltese, deriva dal titolo del romanzo hard boiled di Dashell Hammet, Il falcone maltese, che ha per protagonista un investigatore cinico e riservato, ma con un profondo spirito etico, di cui Corto rispecchia in molti aspetti la personalità. Nessun nome sembra essere casuale: quello di Pandora, in riferimento alla mitologia greca, quello di Rasputin, che oltre a rimandare al famigerato personaggio della corte russa, deriva da “Rasputa“, dissoluto, a caratterizzare quindi l’animo del personaggio, pronto a tutto per realizzare i propri fini».

Su questo sfondo evocativo e citazionistico, fra Conrad, Melville, Salgari, Kipling, Stevenson, Verne, Twain, London, ecco che Pratt costruisce un’avventura inebriante, in cui reale e fantastico s’intrecciano in maniera fluida e inavvertita: da una parte l’Oceano Pacifico, figura viva e pulsante, simbolo della natura sovrana, imperscrutabile destino dei naviganti; dall’altra la realtà storica e drammatica, restituita attraverso la meticolosa riproduzione dei costumi degli indigeni e delle uniformi tedesche e britanniche, in una sintesi perfetta fra letteratura e fumetto, fra introspezione e narrazione, fra romanzo e vignetta.

Una storia che, quando chiudi l’ultima pagina del libro, ti resta scolpita nella memoria, proprio come capita alla forza statuaria e duratura del mito.

Il progetto dello “Scaffale” >>>>

Vai all’archivio dello “Scaffale” >>>>

(Andrea Pagani)