Il mutamento climatico ormai evidente obbliga il mondo assicurativo a modificare il proprio approccio alla potenziale clientela. Quali i progetti per salvare capra (le aziende assicurative) e cavoli (gli agricoltori)? Lo abbiamo chiesto al direttore di Codipra, Andrea Berti.
“Come Sistema Asnacodi Italia-Condifesa sono molti i progetti che stiamo sviluppando e, anzi, che sono già partiti per salvare la sostenibilità del sistema della gestione del rischio. Il climate change, come giustamente sottolineato, è sotto l’occhio di tutti e specialmente gli agricoltori ne risentono in maniera evidente. Eccessi di pioggia, seguiti da periodi di siccità, grandinate ‘fuori’ stagione, gelate primaverili che impattano sulle produzioni che hanno una anticipata ripresa vegetativa, ma anche insetti alieni e nuove fitopatie, sono solo alcuni dei problemi che gli associati dei nostri Condifesa devono affrontare quotidianamente”.
Quali le risposte?
“Per dare risposte concrete abbiamo la necessità di strutturare soluzioni efficaci ed efficienti che devono essere ricercate in un percorso di risk management completo. Un approccio a 360° con l’obiettivo di salvaguardare e tutelare il reddito degli agricoltori. Per questo è fondamentale strutturare un percorso che vede coinvolti tutti i portatori di interesse del nostro sistema agricolo. Le soluzioni sono strutturate con scelte che devono puntare, in primis, a ridurre il rischio ed aumentare la resilienza delle imprese attraverso strumenti di difesa attiva, che sfruttino le nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale, i modelli previsionali, ecc. Impianti irrigui, antibrina, consigli agronomici, vocazionalità produttiva terreni, scelte varietali, tecniche di evoluzione assistita, azioni di mercato e ogni altra condizione che possa aumentare l’adattamento al cambiamento climatico delle imprese devono essere condizioni valutate e favorite in una efficace strategia di risk management”.
E per le soluzioni di difesa passiva?
“Anche su questo fronte stiamo lavorando alacremente per sostenere al massimo le aziende agricole proponendo sempre nuovi strumenti che possano coprire la quasi totalità dei rischi delle imprese, con soluzioni che nell’ottica di efficienza delle misure favoriscano un giusto equilibrio fra difesa attiva e passiva. La “classica” polizza, le polizze indicizzate, i fondi mutualistici, i fondi settoriali IST sono solo alcune delle frecce a disposizione dell’agricoltore per trasferire o condividere parte del rischio. Anche grazie alla partnership con il mondo degli enti di ricerca e delle organizzazioni professionali stiamo raccogliendo le esigenze per sviluppare tecnologie innovative da mettere al servizio degli strumenti di gestione del rischio”.
Cosa pensa della futura Pac?
“Sul fronte del tema per eccellenza della futura Pac per il nostro settore, ovvero il prelievo del 3% dal primo Pilastro a favore di una soluzione trasversale per coprire le aziende agricole dai rischi catastrofali (gelo, alluvione e siccità), siamo convinti che serva una soluzione semplice ma non semplicistica e che deve funzionare come volano per aumentare la diffusione e la conoscenza delle soluzioni di gestione del rischio tra le imprese agricole del nostro Paese e la consapevolezza e la percezione corretta del rischio da parte degli agricoltori. Quindi evitando il rischio di avere una nuova, ordinata, forma ex post di aiuti finanziati dalle imprese stesse.”
Sono prevedibili anche forme di partnership con le aziende agricole?
“Fondamentali sono i partner pubblici e privati che hanno dato, e daranno, forza al nostro Sistema. Sono supporto dei progetti che Asnacodi Italia sta portando avanti su più piani. Il sistema Condifesa Nazionale è una rete in crescita, trasversale ma assolutamente in evoluzione sia sul piano della digitalizzazione sia sul piano delle competenze, un progetto che non si focalizza su Roma ma abbraccia tutto il territorio. La gestione del rischio è uno strumento fondamentale per le nostre imprese, infatti, da una indagine dell’Autorità di gestione è emerso che le aziende che si assicurano hanno una redditività maggiore del 9% rispetto a quelle che non scelgono soluzioni di gestione del rischio. Proprio in piena linea con i temi al centro dell’Agenda 2030 che pone massima attenzione alla sostenibilità, sociale, ambientale ed economica delle aziende agricole. Quindi, siamo chiamati, a sostenere le nostre aziende, che devono vedere gli strumenti di gestione del rischio una vera e propria opportunità in piena sinergia con le altre attività delle imprese. In questo scenario diventa centrale il ruolo del nostro Sistema con i Condifesa che dialogano con i territori, con le amministrazioni, con le filiere e gli enti locali a presidio del territorio con una regia complessiva per tutelare le proprie aziende agricole.”
(m.z.)