Bologna. La scorsa settimana quella che doveva essere, per la Fiom-Cgil di Bologna, una conferenza stampa di aggiornamento sull’evoluzione dell’occupazione nel settore metalmeccanico e sull’andamento della contrattazione in materia economica sui salari erogati nel corso del 2021 anche in confronto con il 2020, si è trasformata soprattutto in una occasione per una prima analisi della situazione che sta interessando le aziende del settore per le conseguenze della crisi internazionale.

La situazione internazionale, in particolare la guerra in Ucraina, sta registrando i primi impatti negativi, sono 29 le aziende tra Bologna e provincia che al momento sono coinvolte per conseguenze dovute a rincari energetici o delle materie prime, per delle difficoltà nelle forniture e al blocco di gran parte dell’export verso la Russia.

Delle 29 aziende coinvolte e che riguardano complessivamente 6.714 lavoratori, ne ha fotografato la situazione Michele Bulgarelli segretario generale della Fiom di Bologna durante la conferenza stampa “In otto aziende in maniera preventiva sono state attivate le procedure per la cassa integrazione per 1050 lavoratori, mentre in altre 7 imprese oltre 500 lavoratori stanno smaltendo ferie e permessi retribuiti residui”. Sempre Bulgarelli ha sottolineato che attualmente il pericolo maggiore rischiano di correrlo i lavoratori più precari, in particolare quelli in lavoro somministrato, che rischiano alla scadenza di vedersi non rinnovato il contratto.

Stilato dalla Fiom di Bologna l’elenco delle difficoltà che mette al primo posto le mancate forniture che riguardano 15 imprese, segue l’aumento dei costi energetici che riguarda 9 imprese e infine sono 7 le aziende che sono penalizzate dal blocco dell’export verso la Russia. In questo contesto il settore che soffre maggiormente è quello dell’automotive. Va pure sottolineato che tale fotografia della Fiom di Bologna rappresenta solo la punta dell’iceberg delle aziende metalmeccaniche del territorio in difficoltà dovute alle tensioni internazionali, iniziano a soffrire anche tante piccole e medie imprese difficili da censire, in tal senso un grido di allarme è stato lanciato dalle associazioni artigiane del settore.

Il segretario generale della Fiom Bolognese per affrontare tale nuova difficoltà ha affermato che serve lo spirito per cui si sono affrontate le problematiche dovute al Covid, dal momento che la partecipazione e il coinvolgimento dei lavoratori e dei loro rappresentanti nella soluzione dei problemi ha mostrato tutta la sua efficacia, infine Bulgarelli ha comunque cercato di rassicurare gli animi in quanto attualmente l’impatto è ancora limitato, in quanto l’impressione è che gli ordini che sono saltati, possano ancora essere in gran parte recuperati.

Infine a Bologna sul versante della contrattazione aziendale vanno segnalati due importanti accordi, dopo quasi due anni di negoziato il 15 marzo è stato siglato quello della ditta IMA che ha interessato oltre 2.800 lavoratori degli stabilimenti di Bologna, Calenzano (Fi), Parma e Collecchio e Alessandria, tale accordo è stato preceduto dal referendum con voto segreto tra i lavoratori e approvato con il 71,5% di consensi, mentre nella serata del 21 marzo è stata raggiunta un’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto integrativo della ditta Bonfiglioli con circa 1.400 dipendenti negli stabilimenti di Bologna e Forlì che a breve verrà sottoposta a referendum tra i lavoratori.

(Edgardo Farolfi)