“Spencer”, il meraviglioso ultimo film di Pablo Larraín, è al cinema da poco più di una settimana e racconta di tre giorni di vacanze natalizie della famiglia reale inglese e dell’inquietudine che attanaglia Lady Diana.
Il film è stato presentato lo scorso settembre alla Biennale del cinema di Venezia dove è stato accolto con entusiasmo dalla critica. A causa del picco pandemico di gennaio, che ha fatto posticipare molte uscite in programma al cinema, “Spencer” è in sala da poco più di una settimana ed è inoltre stato inserito nella programmazione di 2DI cinema per le serate di martedì 19 e mercoledì 20 aprile.
Non è la prima volta che Pablo Larraìn, noto regista cileno, sceglie come protagonista una figura femminile, della quale oltre a rappresentare le ombre, è bravo ad esaltarne la straordinaria grazia. In “Spencer”, come già in “Jackie” (dove viene narrato l’assassinio di J.F. Kennedy attraverso gli occhi di sua moglie), la figura descritta è fortemente legata al potere. Si tratta della tanto amata e altrettanto chiacchierata Lady Diana e delle gravi difficoltà che riguardavano lei ed il suo matrimonio, che la porteranno a lottare per il divorzio e, di conseguenza, riacquisire il suo cognome da nubile: Spencer, appunto.
I toni caldi, i piani ravvicinati, la solenne interpretazione di Kristen Stewart (candidata come migliore attrice agli Oscar) e la sublime e cupa colonna sonora del virtuoso e prolifico Jonny Greenwood, avvicinano tangibilmente lo spettatore allo stato psicofisico della principessa del Galles. Il disagio di Lady D, che aumenta per tutto il film, crea un senso di angoscia e commiserazione, ed è legato a doppio filo al claustrofobico dettame reale. Diana sente incalzare l’oppressione che prova a causa del tracollo del suo matrimonio con il principe Carlo, di cui è ormai di pubblico dominio la relazione extraconiugale con Camilla Shand. Strazianti sono le scene con i figli, verso i quali la principessa nutre un amore materno ed una profonda devozione ma con cui non sempre riesce a mascherare il disagio interiore, che viene compreso ed accettato soprattutto da William, il maggiore dei due.
La macchina da presa di Larraìn, insegue delicatamente Diana attraverso le stanze di Sandringham House, una residenza di campagna della casa reale inglese proprio a due passi dalla tenuta degli Spencer, in cui Diana aveva trascorso l’infanzia, e ne esalta lo stato d’animo squilibrato ed infine il tracollo psicologico. Il soggiorno è accompagnato da un libro sulla figura di Anna Bolena, che la principessa trova in camera e a cui si sente spaventosamente vicina. L’apice emotivo della pellicola è in una sequenza notturna proprio nella vecchia casa degli Spencer: Diana, tormentata da fantasmi del passato e del suo presente, e in uno stato mentale al limite dell’isteria, si strappa dal collo la collana di perle simbolo del suo malessere. La scena è tanto forte quanto liberatoria, Diana riprende coscienza di sé e ci conduce ad un tenero finale.
“Spencer” è un film meraviglioso, fine e affascinante. Descrive con tocchi delicati uno dei personaggi più celebri del secondo novecento. Il regista coinvolge nel dramma di Diana Spencer: dolce, sincera ed indifesa; madre, moglie e donna, costretta ad un mondo che non è più il suo, dal quale deve trovare la forza di uscire.
Leonardo Ricci Lucchi