Imola. Il centro sociale “Tarozzi” di Sesto Imolese annuncia la chiusura del bar a partire dal 13 aprile prossimo. Il consiglio direttivo lo comunica facendo riferimento alla disdetta del contratto da parte del gestore Choosy Bakery House. “Dopo la disdetta del contratto, il bar presso il centro sociale Tarozzi è costretto ad un periodo di chiusura”, annunciano poi che questa chiusura è “necessaria per ristrutturazione e lavori di manutenzione”.
In una prossima assemblea verrà illustrato il punto della situazione. Continueranno comunque ad essere praticabili le attività consuete compreso il campo di calcio.
Un quadro della situazione che, però, non è condiviso da chi ha gestito fino ad oggi il bar. “Se c’è qualcuno che è direttamente responsabile per la chiusura del bar del centro sociale Tarozzi di Sesto imolese da mercoledì 13 aprile, non siamo certamente noi – fa sapere Fabiola Valzania, amministratore delegato di Choosy Bakery House – . Comunicare che ‘il bar presso il centro sociale Tarozzi è costretto a un periodo di chiusura’ è assolutamente fuorviante, per non dire palesemente falso. A portare alla chiusura del bar del centro social e Tarozzi sono stati solo e solamente il consiglio direttivo e il suo presidente Davide Cavina”.
Una dura presa di posizione che lascia trasparire una vicenda che non nasce certo da oggi: “Non possiamo negare che siamo stati noi a pretendere la disdetta del contratto, a causa della plateale campagna di discriminazione che il consiglio direttivo e il suo presidente hanno portato avanti nei nostri confronti. Nonostante questo clima pessimo, però, ci eravamo addirittura resi disponibili per rimanere fino a quando il centro sociale non fosse riuscito a trovare un altro gestore, come, fra l’altro, aveva suggerito addirittura il Comune di Imola, interpellato direttamente”.
Una ipotesi non accettata dal consiglio direttivo. Intanto il primo bando per la nuova gestione è andato deserto.
“Per noi parlano cinque anni di attività, le realtà con cui abbiamo instaurato dei rapporti di collaborazione e le molte persone che hanno apprezzato il nostro lavoro. Decidere in maniera completamente arbitraria di non fornire più un servizio alla cittadinanza e di chiudere un punto di aggregazione su cui il Comune ha investito molto, anche dal punto di vista economico, contrasta pesantemente con il ruolo che i cittadini stessi hanno chiesto di ricoprire al consiglio direttivo del centro sociale. E privare del lavoro una piccola realtà produttiva e i suoi dipendenti contrasta pesantemente con la cura del bene comune a cui il consiglio direttivo del centro sociale è stato chiamato”, conclude Valzania.