Abnegazione, tenacia e competenza questo il biglietto da visita di Giovanni Torricelli, già sindaco amato di Alfonsine e presidente Primola inclusivo e pluralista come ce ne sono (stati) pochi nel ventennio appena trascorso, dove peraltro la sua associazione ha festeggiato questo traguardo proprio qualche anno fa.

Una iniziativa di Primola con il sindaco Marco Panieri

Stratega e team manager di pluralismo della sua “creatura” di via Lippi, ha seguito in prima persona fino all’ultimo gli appuntamenti, i corsisti, gli impegni dei gruppi di lavoro, le rassegne, il rapporto con le fondazioni e gli sponsor, gli amici e i soci dell’associazione come tutti i giorni, percorrendo quella quarantina di chilometri dalla sua residenza di Alfonsine agli uffici di Imola, mai trascurando (e sempre in contatto) le altre Primole sparse nella realtà “regionale” da lui creata.

E’ mancato qualche giorno fa, prima del 10 aprile che è la data simbolo dalla “Liberazione” dal nazifascismo della sua città, una comunità quella alfonsinese pluri medagliata al servizio civile quanto a quello militare, che lo ha fortemente voluto sindaco trentenne per due legislature e mezzo con percentuali di preferenze a due cifre (da record), due “contesti” questi che (forse) non sono passati inosservati al presidente della Repubblica di allora, Sandro Pertini, in visita ufficiale in quella data nel 1984.

Gli anni giovanili

Uscito ragioniere all’Istituto “Ginanni” di Ravenna, ha cavalcato il ’68 nel movimento studentesco locale assieme ai compagni di sempre sotto la bandiera del Psiup (Partito socialista di unità proletaria) confluito poi nel Pci, è stato responsabile in Provincia del Consorzio Enti Locali dirigendo il lavoro organizzativo in ambito informatico e della comunicazione tra i Comuni prima di diventare il sindaco, ed è proprio dalla metà degli anni ’70 alla fine degli anni ’80 che alla sua città ha forse lasciato i ricordi più emblematici come primo cittadino realizzando quel monumento ai caduti sito in piazza Gramsci che è location irrinunciabile per qualsiasi iniziativa di carattere politico, ludico, culturale e sociale, al pari del nuovo stadio comunale “Brigata Cremona”, una chicca di bellezza e funzionalità a disposizione tanto dei “pulcini” quanto della “prima squadra” che da poco ha festeggiato il centenario.

Torricelli sindaco

La sua “squadra” di governo, e lui stesso, hanno in quegli anni (anche difficili) saputo sempre coniugare le iniziative sul territorio, scaturite dalle decisioni della “maggioranza”, sempre però salvaguardando le necessità essenziali delle “minoranze” (come democrazia insegna), finendo così per essere apprezzato (ti) oltre gli steccati di una politica campanilistica a quei tempi (ancora) molto contrapposta; promotore di tanti gemellaggi si è sempre speso come a “esserci di persona” come a fine anni ’80 in Niger nel villaggio di Mayahi nel Shael, dove grazie al contributo finanziario dei cittadini che rappresentava sono sorte dal nulla una farmacia e cinque piccoli mulini per la “pilatura” del miglio, assieme alla realizzazione di alcuni pozzi, acquedotto compreso.

Dalla cooperazione sociale a quella ludica il passo per il sindaco Torricelli è sempre stato breve in quanto gli anni dal 1986 al 1988 lo hanno visto “sponsor” di iniziative podistiche ammirevoli tanto volte a celebrare gemellaggi di città “amiche” in patria, come Spello nel 1988, o come all’estero in Ungheria nel 1987, quanto di ambito turistico come la “Marevivo” (da Alfonsine a Roma); encomiabile poi quella di carattere internazionale, Europaviva del 1988, fu una sua idea quella di convincere i podisti alfonsinesi a condividere assieme a gruppi di atleti svizzeri, francesi e tedeschi, il lungo tratto di strada fino a Strasburgo al Parlamento Europeo.

La nascita di Primola

Negli anni ’90 dopo l’esperienza di sindaco ha diretto con lungimiranza l’attività dell’associazione Primola alfonsinese, ora presieduta dal figlio Stefano, stimolando le sinergie tra varie realtà cittadine coinvolgendo comprensori scolastici, culturali e associativi della città sotto il patrocinio municipale, creando ad esempio manifestazioni come “Io Racconto”, una rassegna oggi giunta alla 15ª edizione e contribuendo dal 2006, assieme al team da lui creato, al raggiungimento nel 2015 del 100° numero di “Gentes Bassa Romagna”, il mensile d’informazione della testata faentina 7Sere, all’oggi ancora pubblicato in migliaia di copie.

E’ solo dal 2013 che collaboro con Primola Imola, ma ricordo che fin da subito ho apprezzato il lavoro del presidente Torricelli, la sua pacata determinazione assieme al contributo prezioso dell’attuale vicepresidente Ilina Montanari, e ho per questo cercato sempre di fare del mio meglio semmai ce ne sia stato bisogno ad alzare l’asticella sulla qualità della informazione, la formazione, i corsi e i progetti usciti dall’attività e le decisioni da parte del consiglio di Primola a beneficio della comunità della città e del Circondario imolese.

Giovanni Torricelli (primo a sinistra) con la vicepresidente di Primola Ilina Montanari e la consigliere regionale Francesca Marchetti

Primola infatti è sempre stata vista come punto di interesse culturale e aggregazione sociale di prima grandezza apprezzata tanto da consiglieri regionali come Francesca Marchetti e sindaci come Daniele Manca e Marco Panieri, quanto da manager come Stefano Manara-ConAmi, Erik Lanzoni-Imola/Faenza, Pietro Benvenuti-Formula Imola, ecc., e ciò grazie al buon lavoro svolto da Primola sui sondaggi commissionati ed accuratamente relazionati e le ricerche anche “scomode” fatte in ambito giovanile sulle (eventuali) responsabilità verso l’amministrazione locale, tanto su temi spinosi come sanità, ambiente, giustizia, quanto la qualità della vita del cittadino e dei servizi a lui dedicati, senza dimenticare alcuni aspetti su paure e soddisfazioni insite del territorio.

L’ambiente universitario, della cultura e del tempo libero sono sempre state priorità care al presidente Torricelli che lo hanno visto, assieme al sottoscritto, ragionare e relazionare sulla necessaria lungimiranza volta a suggerire soluzioni che negli anni si sono poi rivelate splendide giustezze, come ad esempio sulla necessità di trasformare la principale eccellenza locale, l’autodromo Enzo e Dino Ferrari, da luogo prettamente dedicato agli appassionati “a due e quattro ruote” ad altro e più vicino al quel trend inarrestabile del mutare dei tempi al pari delle esigenze dei cittadini; un “futuro che verrà” letto in maniera corretta, che ha pagato e che ha confermato la bontà della “mission” dell’associazione di via Lippi, quello cioè di anticipare all’oggi quel che sarà il domani e nello specifico ciò che è diventata la principale eccellenza del Circondario imolese ossia non più solo 5 km di nero asfalto con tribune in cemento e bolidi che sfrecciano a 300 km/h. ma bensì location di splendidi spazi polivalenti (e polimorfi) per concerti, incontri culturali, open-day, e soprattutto (altri) sport di diversa natura, professionalità e alla portata di tutti, grandi e piccoli, benestanti e meno abbienti.

Col senno di poi fu un temibile rischio aver relazionato al committente questo futuro inimmaginabile durante quegli anni boom di moto/auto mania, rischiammo ma non ci sbagliammo perché tutte queste intuizioni del presidente Torricelli (e del sottoscritto) datate 2015 sono oggi l’attualità e saranno sempre più il futuro per strutture come quelle dell’Enzo e Dino Ferrari, un ragionamento questo condiviso e rimarcato recentemente dal direttore Benvenuti durante l’ultimo soddisfacente incontro avuto in Autodromo poche settimane fa.

(Giuseppe ‘vas’ Vassura)