In questo periodo in cui i fantasmi dell’odio sono tornati a percorrere le strade dell’Europa, vogliamo ricordare una ragazza tedesca, piena di coraggio e di passione per la verità e la giustizia, che sacrificò la propria giovane vita nella Germania della Seconda guerra mondiale.
Si chiamava Sophie Scholl e nacque il 9 maggio del 1921, una data divenuta iconica perché nel 1945 ha segnato la fine della guerra in Europa, insieme alla speranza che il 9 maggio di quest’anno potesse terminare l’orrore della guerra in Ucraina, anziché una sua escalation.
Un bellissimo film “La Rosa Bianca – Sophie Scholl”, del 2005, narra in maniera aderente alla realtà dei fatti accaduti in Germania nel 1943, la cattura, la breve prigionia, il processo e la condanna subìti da Sophie Scholl e da suo fratello, oltre che da un loro amico, accusati di cospirazione contro il regime di Adolf Hitler, perché facenti parte del gruppo clandestino di opposizione denominato Rosa Bianca.
L’ottima sceneggiatura, elaborata sulla base degli atti processuali e ricamata sulle riflessioni che ne conseguono, prende avvio direttamente dalla scena dell’arresto di Sophie e Hans Scholl. La tensione di quei momenti, davvero notevole, è rafforzata dall’utilizzo di temi musicali adeguati alla drammaticità della situazione. I due fratelli vennero fermati mentre tentavano di distribuire volantini all’interno dell’Università di Monaco. “La Rosa Bianca – Sophie Scholl” diventa così il lungo, spossante resoconto di quei giorni di prigionia, con il confronto sempre più serrato tra gli inquisitori del Reich e la ragazza, la cui forza di volontà lascia di stucco, generando una commozione crescente.
Insieme al suo coraggio, ammirevole è la scaltra determinazione con cui Sophie Scholl controbatte le accuse, tentando inizialmente di salvare se stessa e dopo, vistasi perduta, di scagionare almeno i suoi complici. Non le sarà possibile, ma dal momento in cui il loro destino è segnato, la nostra eroina non rinuncia mai a sostenere, di fronte agli stessi amministratori della macchina di morte nazista, tutte le ragioni di chi vuole educare alla tolleranza, al rispetto della diversità, alla libertà di pensiero, persino quando il mondo intorno sembra sprofondare nel caos. Mentre tutto affonda non rimane che aggrapparsi all’esempio offerto da pochi. Da sottolineare il pregevole lavoro del regista Marc Rothemund, che ha imposto una forma sobria e all’occorrenza solenne ad un film che scuote le coscienze, senza dover rincorrere soluzioni retoriche a buon mercato.
Sophie, ai suoi genitori, lascia questo testamento: “Non preoccupatevi per me, rifarei esattamente ciò che ho fatto”.
Il film è stato premiato a Berlino 2005 con l’Orso d’argento e ha ricevuto la nomination all’Oscar per il miglior film straniero nel 2006. La visione è possibile sui siti di streaming online.
David Sassoli citò Sophie tra gli eroi della nuova Europa nel suo intervento – L‘Europa non è un incidente della storia – il giorno dell’insediamento quale Presidente del Parlamento Europeo: lo si può rivedere su YouTube.
Per chi ama leggere, la casa editrice romagnola Itaca di Castel Bolognese ha pubblicato il libro “La rosa bianca”, scritto da Inge Scholl, sorella di Sophie, a cui si è ispirato il regista Rothemund per il suo film.
(Tiziano Conti)