Ad Imola c’è via Andrea Ercolani, a Castel San Pietro c’è la scuola dell’Infanzia “Andrea Ercolani”, a Milano fino a poco tempo fa operava la sezione socialista “Andrea Ercolani”.

La scuola dedicata ad Andrea Ercolani a Castel San Pietro Terme

Chi era costui?
Fu figura di rilievo ai suoi tempi: segretario della Camera del Lavoro di Castel San Pietro e di Imola, direttore del giornale fondato da Andrea Costa “La Lotta“, sindaco di Castel San Pietro dal 1917 al 1920, parlamentare fino al 1924, aderente al Psi poi al Psu e militante socialista a Milano dopo la guerra. Non a caso qualche decennio fa “La Lotta” lo ricordò varie volte, mettendone in rilievo le doti di carattere: integro, onesto, mite, sereno, dedito alla difesa dei diritti ed al progresso dei lavoratori.

Nato nel 1874 a Sant’Alberto di Ravenna, era un bracciante, più specificamente un “cariolante”, che si dedicò al sindacalismo ed alla politica. Aderì giovanissimo al Psi e divenne molto presto attivista sindacale e poi capolega. Allʼinizio del secolo si trasferì a Ravenna, ove fu uno dei più stretti collaboratori di Gaetano Zirardini e Nullo Baldini, i due massimi dirigenti ravennati del movimento operaio e della cooperazione agricola.

Autodidatta, raggiunse un notevole livello culturale e, grazie alle sue doti oratorie, divenne presto famoso tra le masse bracciantili romagnole.

Nel 1914 fu chiamato a Castel S. Pietro Terme a reggere la segreteria della Camera del Lavoro.
L’anno seguente fu eletto segretario della Camera del Lavoro di Imola, carica ricoperta fino al 1921, ed assunse la direzione de “La Lotta”.

Nel 1915 si fece notare per i discorsi pacifisti contro la guerra: divenne tanto stimato e “popolare” da essere eletto sindaco di Castel San Pietro Terme nel 1917, carica nella quale fu riconfermato nel 1920.

Fu arrestato lʼ1 aprile 1921 per essere stato uno dei principali dirigenti della lotta agraria del 1920 in conseguenza di diverse denunce e fu carcerato in San Giovanni in Monte a Bologna. Dovette perciò cessare le funzioni di primo cittadino il 4 aprile 1921; mentre era in carcere i fascisti assalirono la sede comunale e lo dichiararono decaduto dalla carica di sindaco, unitamente all’intera amministrazione.

Proprio per tali violenze e sopraffazioni, nel maggio 1921 la Federazione bolognese del Psi lo incluse nella lista elettorale per le politiche, quale “candidato di protesta”, unitamente a Luigi Fabbri, capolega bracciantile di Budrio, anche lui in prigione: furono eletti e liberati il 15 maggio 1921.

A sottolineare l’importanza di quel voto, ricordiamo che in quel collegio elettorale tra gli altri per i socialisti furono eletti Francesco Zanardi, detto “il sindaco del pane” per come amministrava il capoluogo prestando attenzione alla popolazione, ed i cooperatori Gaetano Zirardini e Nullo Baldini, per i comunisti l’imolese Anselmo Marabini, per il Blocco nazionale Benito Mussolini e Dino Grandi di Mordano: come si vede, personalità di “peso”.

Ercolani partecipò ai lavori parlamentari fino al gennaio 1924 ed alla crisi causata dall’assassinio di Matteotti: fece parecchi interventi al Parlamento sui temi del lavoro e della legalità antifascista.

Il 19 gennaio del 1922 ricorreva il dodicesimo anniversario della morte di Andrea Costa, celebrata nel teatro comunale imolese domenica 22 gennaio con discorsi dei deputati Francesco Rossi di Genova, Andrea Ercolani, Anselmo Marabini: al termine all’uscita dal teatro si verificano disordini tra fascisti e donne socialiste che indossano distintivi rossi, con l’intervento delle forze dell’ordine.

Locandina commemorativa di Andrea Costa nell’anniversario della morte da parte degli “Amici dell’arte”, in “La lotta”, 25, 1922, n. 4, p. 2 (Bim Imola)

Erano anni difficili per la sinistra che si stava dividendo in tanti tronconi: i comunisti fondarono il loro partito, i socialisti espulsero l’ala riformista di Filippo Turati e Giacomo Matteotti i quali fondarono il Partito socialista unitario – Psu: Andrea Ercolani aderì a quest’ultimo.

Il 30 agosto 1923 fu arrestato a Roma dai fascisti perché sorpreso mentre si incontrava con Giuseppe Massarenti e con altri socialisti. Alle elezioni politiche del 1924 non si ripresentò.

Non potendo tornare nel bolognese, poiché i fascisti lo avevano bandito, emigrò a Milano nel 1925 dove, per vivere, riprese il vecchio lavoro giovanile di bracciante: la vita era dura ed Ercolani, pur avanti negli anni, visse in povertà facendo il pesante lavoro di operaio sterratore per fogne e fondamenta, come da testimonianze dirette di compagni imolesi che lo andarono a trovare.

Nonostante le persecuzioni fasciste che subì anche a Milano, restò sempre fedele alle sue idee e dopo la guerra si iscrisse alla sezione “Zara” del Psi.
Morì a Milano nel 1948 il 1° giugno: i funerali furono solenni con la presenza del sindaco socialista della città Antonio Greppi e di dirigenti nazionali del Partito.

La sezione “Zara” del Psi milanese, attiva per decenni, cambiò nome in suo onore divenendo “Ercolani-Zara”.

Andrea Ercolani ha pure pubblicato un volumetto, “Sui fatti di Bologna, Discorso alla Camera dei deputati del 16/6/22”, Roma, 1922, pp.28.

Come si vede, quella di Ercolani fu una vicenda politica ed umana non certo banale, di fatto tragica per molti anni come accaduto ad altri antifascisti, che merita di essere ricordata.

(Marco Pelliconi)