Bologna. “L’abusivismo è il competitor nascosto del sistema delle imprese, ma non ci può essere competizione con chi non rispetta le regole. Sono diversi i settori che subiscono quotidianamente questo attacco: dal benessere alla manutenzione, dai servizi alle persone alle estetiste e parrucchiere. È una battaglia impari perché queste realtà sono completamente sotto traccia. L’abusivo è un problema non solo per l’imprenditore o l’artigiano, ma anche per il cittadino che non ha nessuna tutela e garanzia sul lavoro svolto, oltre a minacciare la sicurezza e la sua salute con l’utilizzo di prodotti di dubbia provenienza”, parole dure quelle di Amilcare Renzi, segretario di Confartigianato Emilia-Romagna.
D’altra parte l’analisi degli ultimi dati dell’Istat, disponibili a livello regionale sull’economia non osservata, ci consegna un quadro preoccupante: 61.200 indipendenti non regolari, 10,7% il tasso di irregolarità del lavoro indipendente, 208 mila occupati non regolari, 3,9% la quota di valore aggiunto generato da impiego lavoro irregolare, 55.300 imprese artigiane operano nei mestieri maggiormente sotto pressione per la concorrenza sleale, 88,9% peso percentuale dell’artigianato sul totale imprese dei mestieri maggiormente sotto pressione per la concorrenza sleale, 44,3% la quota di artigianato emiliano-romagnolo che si concentra nei mestieri maggiormente sotto pressione per la concorrenza sleale.
“Un danno che va a discapito di tutta la comunità e che sottrae risorse importanti allo Stato”, commenta Renzi annunciando l’avvio di una campagna nazionale che Confartigianato sta lanciando in questi giorni.
La situazione in Italia
A livello nazionale sono 709.959 le aziende italiane maggiormente esposte alla concorrenza sleale ad opera di 1 milione di operatori abusivi che si spacciano per imprenditori, ma che di regolare non hanno nulla. E’ irregolare il 14% dei soggetti che svolgono attività indipendente e questa quota è aumentata di 0,6 punti percentuali rispetto al 2011. 3,2 milioni di pericolosi ‘fantasmi’ si aggirano per l’Italia: sono i lavoratori irregolari e gli operatori abusivi che popolano il sommerso, quel mondo parallelo che ‘vale’ 202,9 miliardi di euro e rappresenta l’11,3% del Pil e il 12,6% del valore aggiunto, in cui non esistono regole e che produce danni ingenti alle imprese, alla sicurezza dei consumatori, alle casse dello Stato.
“Viviamo in un’epoca di grande evoluzione, con attività che debbono essere svolte con tecnologie all’avanguardia, pertanto servono mani competenti e soprattutto imprese che abbiano la cultura della responsabilità e della cura del lavoro. Il lavoro ben fatto fa parte del Dna dei nostri imprenditori“, continua Renzi.
Concorrenza sleale del sommerso in Emilia-Romagna
I numeri dell’Emilia-Romagna, che emergono da un focus del Centro studi di Confartigianato regionale, evidenziano una situazione generale migliore rispetto alla media nazionale: 9,5% (<12> 3,7% del Nord Est). A livello provinciale troviamo Bologna in quattordicesima posizione nel ranking nazionale con 14.200 indipendenti non regolari.
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I mestieri ad alta vocazione artigiana esposti alla concorrenza sleale
Prendendo a riferimento i quattordici mestieri maggiormente sotto pressione per la concorrenza sleale ed includendo sia i servizi di riparazione di beni per uso personale e per la casa, sia i restanti mestieri operanti nella manutenzione e riparazione di autoveicoli (in particolare carrozzieri ed elettrauto) si delinea a fine 2021 un totale di 62.211 imprese attive con un’alta vocazione artigiana: le imprese artigiane perimetrate sono, infatti, 55.300 e rappresentano il 88,9% del totale, quota circa 3 volte superiore rispetto al 31,1% osservato per il totale economia, che posiziona l’Emilia-Romagna al terzo posto dopo Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia. L’artigianato è particolarmente esposto in quanto in tali mestieri si concentrano il 44,3% delle imprese del comparto, quota circa 3 volte il 15,5% rilevato per il totale imprese.
In particolare, la vocazione artigiana è particolarmente elevata e supera la media già alta per: Tassista (96,1%), Pittore edile (95,4%), e Acconciatura e estetica (90,7%).
“Come Confartigianato non nascondiamo certo i problemi che assillano da tempo la micro, piccola e media impresa, con una pressione fiscale eccessiva e una burocrazia ai limiti del sostenibile. C’è certamente qualcuno che cerca nell’abusivismo la soluzione a questi problemi. Ma non esiste giustificazione per chi si pone fuori dalle regole, anzi in questo momento dobbiamo fare quadrato con le istituzioni pubbliche per facilitare e riconoscere chi agisce rispettandole. Dobbiamo rendere la vita più semplice ai lavoratori autonomi, agli artigiani, alle piccole imprese, distinguendo anche tra tipologie di imprese e dislocazione geografica delle stesse. Questo è il modo migliore per sconfiggere il sommerso, assieme ad una forte azione di controllo, repressione e contrasto all’evasione fiscale da parte delle Autorità”, conclude Renzi.