Sebbene iperconnessi, tracciati e sempre raggiungibili oggi siamo sempre più “isolati”, anche per sfogliare un ricettario, una vitaccia 4.0 insomma che a volte fa riflettere come a ricercare una via di fuga in qualche lezione del passato anche solo per fare di necessità virtù, semmai a oziare e (anche) annoiarsi oggi, un po’ come allora. A quei tempi c’erano i libri per riempire gli spazi vuoti, la Noia che rendeva importante il fattore tempo, l’Ozio e la Lentezza verso le cose da fare facilitandone la scelta, mentre oggi la Rete esponenzia ogni cosa.

Trekking (Foto da Pixabay)

Come un “ritorno al futuro” a raccontare del Jurassico, con a mezzogiorno RadioCapodistria con semmai gli auguri del vicino di casa, i giornali a sfogliare le “news” di ieri e alla sera il Tg delle ore 20 con il 1° canale per i clerical-conservatori, il 2° per i laico-progressisti e TeleKabul (3°) per i “rossi”, poi alle 19.50 il “Meteo” di Bernacca ed infine c’erano gli “spot” ovvero Carosello; un life-style che logicamente mai più tornerà, il cui “senso” però si avverte ogni qualvolta “non” siamo commessi e “non” raggiungibili, cioè soli, e (forse) finalmente solo con noi stessi.

Quanto mai di più importante è l’osservare al giorno d’oggi un decente stile di vita, dalla riduzione di alcol e fumo alla gestione dello stress semmai scarpinando in mountain bike con l’amico di sempre, facendo shopping con la compagna o ritagliando quanto più spazio da trascorrere con i pargoli. La “sentenza” da parte di chi dice di capirne è ciò che chiamano “socializzazione 4.0”, che mantiene la mente più recettiva (anche) condividendo spazio e tempo con altri, che rende migliori ”dentro e fuori” diventando vieppiù altruisti, al pari di chi accompagna bimbe e bimbi a scuola in “piedibus”, dove si coniugano aspetti di utilità didattica a quelli per la sicurezza stradale dei piccoli e in quella ora al giorno, inconsapevolmente, anche a salvaguardia del proprio benessere fisico e mentale.

D’altronde la storia degli umani dice che la vita media nella preistoria era presumibilmente di 15 anni mentre all’inizio del 2000 è passata agli 80, e ciò la dice lunga sul migliorato modo di vivere della gente, che è sì dovuto al progresso delle scienze mediche, ma soprattutto al Way of life 4.0 ovvero il nostro stile di vita ossia la consapevolezza di tenere di più a noi stessi; malgrado fattori non modificabili come il sesso e l’età (e in parte la familiarità), lo stile di vita può intervenire su fattori modificabili che ci aiutano a vivere meglio, tanto nella regolarità dell’esercizio fisico in palestra quanto con qualche altro movimento “controllato” quotidiano che aiutano a mantenere sotto controllo peso e benessere psico-fisico generale.

Da qui il vantaggio di essere “sani” in tanti, junior, giovani, adulti e senior che significa maggior partecipazione alla vita sociale e al contempo minori spese di welfare a carico del servizio sanitario, con la “seconda e terza età” sugli scudi a osservare con attenzione le regole del wellness, complice anche la disponibilità di maggior tempo libero e un relativo benessere economico, di contro invece ragazze e ragazzi che viaggiano a corrente alternata; è infatti questa una involuzione pericolosa dei più giovani che sta preoccupando perché, malgrado l’esempio sportivo da parte di genitori e nonni, sempre più le nuove generazioni stanno “deviando” verso gli sport virtuali delle “app”, dove si finge di correre i 100 metri assieme a Marcel Jacob o si simulano “game” contro Roger Federer.

Da qui le note dolenti perché questa “fetta” di giovani, malgrado più in forma dei loro genitori-nonni alla stessa età, si muove meno rischiando di “zavorrarsi” in sovrappeso e pigrizia, colpa sì di una tecnologia onnipresente (che assuefà), ma soprattutto dei “tempi” che stanno vivendo, dall’abbandono dell’educazione fisica di matrice “scolastica” quanto dalla mancanza di infrastrutture idonee di quartiere, spazi che in passato non sono mai venuti meno alle loro madri-nonne e ai loro padri-nonni favorendo la nascita di atleti che hanno poi conseguito record “regionali” che a quei tempi erano di poco inferiori a quelli “nazionali”.

Volate in bici, calci al pallone nei campetti parrocchiali, corse a perdifiato nelle campagne dietro casa, gli “atletismi” nei giardinetti dei condomini del centro erano le quotidianità, dove pullulavano in tutte le stagioni dell’anno femmine e maschi in perenne movimento. Allora mica c’erano traffico congestionato, inquinamento, social network, telefonini, tablet o pc, e alla scrivania ci si stava per i compiti e basta, poi fuori con amici e amiche, e con nessun genitore che sclerava se mancava di accompagnarti (per forza) all’ora di ginnastica ritmica.

(Giuseppe Vassura)