Imola. “La ricerca di vita extraterrestre: Il programma Seti” è il tema della seconda serata del nuovo ciclo di incontri organizzati da SpazioTempo, gruppo di promozione culturale dell’Oratorio di San Giacomo. L’appuntamento è per mercoledì 18 maggio, ore 20.30, a Villa Torano (via Poggiolo 4 – Imola). Relatore sarà l’ingegnere Stelio Montebugnoli, per 37 anni responsabile della Stazione radioastronomica di Medicina IRA e della gestione e sviluppo tecnologico del radiotelescopio Croce del Nord.
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Il tema
“Siamo soli nell’universo?” ce lo siam chiesti fino dall’antica Grecia (Erodoto- Epicuro ecc..). Oggi ci affidiamo alle conoscenze scientifiche e al programma Seti (Search for extra terrestrial intelligence), istituito alla Nasa. Per l’esistenza di vita intelligente vanno cercati i pianeti extrasolari che possano permettere sviluppo di superficie.
I vari Harps, Kepler e James Webb telescopes, vanno ampliando il catalogo di tali pianeti. Ce ne aspettiamo miliardi; con buona probabilità che qualcuno ospiti la vita. Devono orbitare nella “zona abitabile”, quella a distanza dalla stella madre adatta all’esistenza di acqua liquida. Alla stazione radioastronomica di Medicina (Bologna), in 72.000 ore di osservazione, con la “Croce del Nord” e la parabola VLBI da 32 m si sono cercati segnali inviati da fonte extraterrestre con ricevitori sensibilissimi collegati a computer che sono in grado di “frugare” nell’enorme rumore di fondo alla ricerca di debolissimi segnali artificiali alieni.
La ricerca vien fatta in parallelo con altre osservazioni in corso ai radiotelescopi senza perturbarle (piggy back mode). Molti segnali sospetti senza alcuna conferma certa. Ma occorre continuare dice Martin Reese, “la mancanza dell’evidenza non significa l’evidenza della mancanza”!
Il relatore
Stelio Montebugnoli, laurea in Ingegneria elettronica e Ingegneria nucleare. Dirigente Tecnologo, Cnr fino al 2005 poi Inaf (Istituto nazionale di Astrofisica); per 37 anni responsabile della Stazione radioastronomica di Medicina IRA e della gestione e sviluppo tecnologico del radiotelescopio Croce del Nord. Nel 1994 ha rivelato la presenza di acqua nell’impatto della cometa SL-9 con l’alta atmosfera di Giove. Ha partecipato al primo esperimento di radar internazionale (Usa-Europa) nella osservazione di un asteroide in orbita prossima alla Terra. Conseguente intitolazione a suo nome dell’asteroide di fascia principale 14573. Partecipazione al programma di monitoraggio degli Space Debris e al progetto internazionale del radiotelescopio SKA (Square Kilometre Array). Seti advisor all’Inaf di Roma.