Imola. Una marea di studenti che, dalle elementari alle superiori con i loro insegnanti, tutti vestiti di bianco in corteo hanno invaso pacificamente piazza Matteotti. Oltre mille, anche dal circondario, per tre ore sotto un caldo agostano, come testimoni e fautori della “Marcia dei Valori” il 23 maggio nel trentennale della strage di Capaci dove morirono Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e gli uomini della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Mentre l’orchestra dei ragazzi delle scuole Carducci scalda la piazza con le note di “Imagine” di John Lennon, i ragazzi si siedono sul selciato con i loro cartelli quali “La mafia è un cancro invasivo, distrugge speranze e calpesta diritti”, “Impegno Amicia, Onestà, Pace Libertà”, “La mafie uccide, il silenzio pure” vicino a una gigantesca bandiera della pace, “Sapendo ricordando” e tanti altri preparati nei giorni scorsi a scuola.

Naturalmente, parlando della morte di Falcone si è ricordato pure del sacrificio del suo amico magistrato Paolo Borsellino e di un giovane siciliano che osava prendere in giro i mafiosi da una piccola radio, Peppino Impastato, ucciso non a caso nel giorno della morte di Aldo Moro affinché fosse dimenticato, ma per un curioso gioco del destino il suo ricordo è ancora ben vivo per il film e soprattutto per la famosa canzone dei Modena City Ramblers “I cento passi” adottata dai giovani di diverse generazioni.

Anch’essa di bianco vestita, l’ideatrice del progetto, la professoressa Maria Di Ciaula ha chiesto un minuto di silenzio, rispettato dai ragazzi per leggere brevi frasi si “Solo è il coraggio. Giovanni Falcone, il romanzo” di Roberto Saviano ha parlato “dell’avere il coraggio delle parole, che possono offendere, ma possono anche diventare autorevolezza, parole che contano per la democrazia. L’idea della marcia è nata quando eravamo in dad, quando eravamo lontani. Ma poi, ripresa la scuola in presenza, abbiamo incontrato testimoni diretti della lotta alla mafia, ascoltato e dialogato. Vogliamo che legalità non sia solo una parola ma che diventi concretezza, impegno quotidiano a dare di più per superare le solitudini e ritrovarsi. Siamo contentissimi della risposta dei ragazzi ai vari progetti. E’ stato difficile portarli in piazza tutti insieme ma dopo due anni complicati era il momento giusto e per questo ringrazio tutti gli enti che ci hanno supportato”. Fra i principali, hanno dato un contributo il Comune di Imola, la Fondazione Cassa di Risparmio di Imola e la Regione, mentre erano presenti le autorità civili e le forze dell’ordine.

Ma i veri protagonisti della mattinata sono stati i giovani dei diversi istituti che si sono alternati sul palco con poesie, dialoghi, canzoni e musica accompagnati dall’orchestra delle scuole Carducci dove è partita la Marcia nelle vie del centro storico.

Tra i tanti momenti emozionanti la lettura della poesia di Alda Merini “La mafia è il cavallo nero dell’apocalisse che porta in sella un relitto mortale…” alla canzone “Cento passi” dedicata a Tonino Impastato: “Poteva come tanti scegliere e partire, invece lui decise di restare…”

Un richiamo per tutti al “coraggiodiognigiorno”, dove le parole più dure, dolorose, che incutono terrore vengono sconfitte, neutralizzate dalla certezza che davvero l’unione fa la forza e il coraggio di rimanere essere umani fa la differenza. “Considero valore ogni forma di vita, le persone, le comunità, la società. Considero valore la forza del gruppo, la reciproca solidarietà. Considero valore i gesti di chi, ogni giorno, si sveglia e cerca di migliorare il mondo ” così le classi dell’Istituto “Alberghetti” hanno modificato le parole della poesia di Erri de Luca, mantenendone la struttura. Mentre gli alunni dell’Istituto “Scarabelli” hanno scritto “noi abbiamo solo quindici anni ma, raccogliamo il testimone di chi quei giorni li ha vissuti, di chi, anno dopo anno, non si stanca di “raccontare” che ci sono stati uomini che hanno avuto il coraggio di opporsi a un sistema radicato”.

Importanti i contributi nel video sopra al palco di Anna Maria Falcone, sorella di Giovanni (“Mio fratello sapeva di dover morire, era convinto che la mafia si sconfigge con la cultura”) e del vescovo Giovanni Mosciatti. In piazza Matteotti sono risuonati pure l’Inno alla Gioia e la canzone “Pensa” di Fabrizio Moro.

Il sindaco Marco Panieri, in fascia tricolore, ha detto: “Il primo applauso va a voi che siete arrivati da tutte le scuole. In questo luogo, che è il cuore della città, avete scelto parole forti, le parole dei valori che animano questa marcia sono nel dna della nostra città e dobbiamo portarle ogni giorno nel nostro cuore, per costruire il bene comune. Sono un punto di riferimento fondamentale per garantire ogni giorno la sicurezza delle nostre comunità. L’errore che spesso si fa dopo queste manifestazioni è pensare che la lotta per la legalità e per il rispetto delle regole sia una cosa riservata agli eroi o a persone con particolari capacità. Non è così. La lotta per la giustizia e l’equità nella società spetta a tutti, anche a voi, a partire da ora, da oggi, dalla vostra vita di tutti i giorni. Perché non siete il futuro della legalità, siete il presente della legalità”.

Tutto gli istituti partecipanti hanno ricevuto in ricordo della giornata del 23 maggio 2022 uno specchio per riconoscersi “Ambasciatori di valori”. Questi valori sono dunque le radici di una società sana, quella che tutti i giorni ognuno di  noi può promuovere con azioni concrete.

(Massimo Mongardi)