Riparte il gioco d’azzardo, quello ovviamente pubblico e legale. Riparte il giro d’affari e ripartono, ovviamente, i discorsi di prevenzione e di sicurezza. Perché affinché la ripartenza possa essere vera, limpida e positiva, deve essere anche responsabile.
Lo ha confermato qualche mese fa il Ceo della Kindred, azienda leader del settore gambling, Henrik Tjärnström: “Il futuro mi sembra entusiasmante – ha spiegato – oltre dieci anni fa abbiamo intrapreso una strategia per trasformarci ed operare nel tempo solo nei mercati con licenza locale. Nel 2020 abbiamo deciso di adattare l’organizzazione a questo futuro sulla base di scalabilità, conformità e differenziazione. Nell’ultimo trimestre del 2021 abbiamo ricavato il 77% delle nostre entrate lorde dai mercati con licenza locale ed abbiamo dimostrato di poter essere efficaci in questi mercati con una solida crescita dei profitti. Credo fermamente che il gioco possa dare un importante contributo positivo alla nostra società e dovrebbe sempre e solo essere una fonte di intrattenimento”.
Per rendere fattivo, autentico e vero tutto questo la Kindred ha stipulato un accordo con RecoverMe, un’applicazione creata con l’obiettivo di offrire sostegno alle persone che pensano di avere un problema con il gioco d’azzardo o che ne avvertono i primi sentori. Una app simile viene adottata da molti dei principali operatori di gioco in Italia e permette di contrastare sia il gioco d’azzardo illegale che promuovere il gioco responsabile. Tale applicazione inoltre si aggiunge agli strumenti già messi in atto dalle piattaforme di gioco come i limiti temporali di gioco, l’autoesclusione e le sezioni informative sul gioco d’azzardo.
RecoverMe però non si ferma qui: sfrutta alcune tecniche di psicoterapia per aiutare gli utenti e spingerli a rompere la barriera della vergogna e della paura per chiedere aiuto, in un insieme di tecniche di mindfulness e terapie cognitivo comportamentali. Lo ha spiegato nel dettaglio Tejus Patel, tra i fondatori dell’applicazione nonché Junior Doctor presso il King’s College Hospital NHS Foundation Trust. Tramite questi espedienti si riesce ad arginare e a colpire la dipendenza dal gioco, andando a lavorare sul modo di pensare della persona e sui modi attraverso i quali quest’ultima percepisca se stessa in relazione al gioco.
Gli utenti che hanno provato all’app parlano di aver ridotto la frequenza di gioco, di aver fatto calare la gravità percepita e di perdere denaro, nonché percepire il proprio stile di vita diverso, migliore, più felice, tranquillo, privo di ansie e depressioni. Un app importante, insomma, che non si deve però considerare come unico intervento in caso di ludopatia: in quel caso l’aiuto di un esperto o di un’associazione è fondamentale.
Maggiori informazioni sull’applicazione a questo link.