Siamo in piena primavera e in tanti utilizziamo l’amata bicicletta, tipico mezzo delle nostre terre ed a proposito del quale Imola ha tradizioni illustri.
Qui ne ricordiamo una in particolare, quella dei Ciclisti Rossi. Chi erano?
Si trattava dei membri di un’organizzazione politica dei socialisti e della sinistra che operò dall’inizio del 1900 all’avvento del fascismo che, nata in Emilia Romagna, si diede una struttura nazionale.
Aveva due scopi prioritari, la diffusione dello sport, come esercizio fisico per migliorare il corpo e la lotta contro lo “sportismo” inteso come sport professionistico e la propaganda politica: così i socialisti intorno al 1910 adottarono la bicicletta come mezzo di proselitismo e come strumento nella lotta di classe, soprattutto nel corso degli scioperi nelle campagne.
Il ciclismo era all’inizio considerato dai repubblicani e dai socialisti un’attività borghese, militaresca, con finalità nazionalistiche, quindi ostile alla classe operaia. La bicicletta ed il ciclismo diventano popolari solo con l’inizio del secondo decennio del ‘900. Per ragioni economiche, innanzitutto, ma anche per ragioni politiche ed ideologiche, almeno nei dirigenti dei partiti rivoluzionari, la bicicletta era considerata un passatempo delle classi agiate, i giovani contadini, operai ed artigiani avevano altro cui pensare!
I fischi “anticiclisti” si ripeterono a lungo nell’area della sinistra italiana, e non investirono solo le due ruote, allora monopolio dei borghesi, ma tutto il versante dell’attività sportiva. Ad un certo punto si tentò un approccio di tipo nuovo. Gruppi di militanti per lo più giovani nei giorni festivi si recavano in bicicletta nei centri della provincia per organizzare comizi e manifestazioni di partito. All’avvento del fascismo, i ciclisti rossi ebbero il compito di difendere gli oratori socialisti dalla violenza squadristica. Compiti analoghi svolgevano le “Guardie Rosse” e i “Lupi Rossi”.
La storia
Non è facile ricostruirne la storia, in quanto c’è una certa confusione relativamente alle date. Ne hanno parlato abbastanza approfonditamente Giuliana Zanelli qui su Leggilanotizia e Massimiliano Boschi in varie occasioni.
Il 16 giugno 1912 ad Imola il Congresso Socialista Regionale vide la nascita ufficiale dei Ciclisti Rossi, una società sportiva che però aveva scopi decisamente politici, piuttosto che sportivi. Quel giorno settanta ciclisti provenienti da Forlì con una fascia rossa al braccio raggiunsero il congresso accolti da applausi preceduti da fanfara e bandiera sociale.
Il settimanale “La Lotta“, organo della Federazione Collegiale Socialista Imolese, nel numero dello stesso giorno spiega: “Durante i periodi occasionali di lotta, (elezioni, agitazioni, scioperi etc.) i Ciclisti Rossi daranno modo ai nostri comitati di poter disporre di mezzi sicuri e celeri per comunicazioni e corrispondenze, non solo, ma forniranno ad essi un personale già disposto e preparato a viaggiare attraverso il Comune ed il Collegio, con sufficiente conoscenza di luoghi, di persone, ecc. Nelle grandi dimostrazioni, infine, la Squadra dei Ciclisti Rossi, che se lo spirito e l’entusiasmo di tutti i compagni aiuterà, andrà sempre aumentando di numero, completerà degnamente i nostri cortei, coadiuvando efficacemente la loro organizzazione e conferendo ad essi ordine e imponenza maggiori.”
Mentre a Bologna era in corso il Congresso nazionale giovanile socialista, il 22 settembre 1912 si svolgeva a Imola il 1° Convegno Nazionale dei Ciclisti Rossi con la partecipazione di circa ben settecento Ciclisti Rossi di varie regioni italiane, giunti da Bologna con un treno speciale. Lungo il percorso hanno fatto tappa al cimitero di Piratello e reso omaggio alla tomba del leader socialista Andrea Costa. A Imola sfilarono per le strade del centro, vennero ricevuti in Municipio, assisterono a un comizio di Amedeo Bordiga e Anselmo Marabini, infine visitarono le istituzioni operaie e socialiste della cittadina. Quasi tutti cavalcavano una bicicletta marca “Avanti!”, prodotta da una ditta di Bergamo e montavano pneumatici “Carlo Marx”.
Erano lontani i tempi in cui una guida turistica del Touring club consigliava ai ciclisti di non attraversare Imola o Faenza, per non incorrere in atti ostili.
La nascita della Federazione Nazionale dei Ciclisti Rossi
Il 10 agosto 1913, sempre ad Imola, venne costituita la Federazione Nazionale dei Ciclisti Rossi (mille gli aderenti) con intenti rigorosamente politici, non sportivi. Difatti, le potenzialità della bicicletta come strumento di lotta politica si sarebbero scoperte dodici mesi più tardi, in occasione della “Settimana rossa”.
Questa fu la cronaca de “La Lotta” del 17 agosto1913: “Imola è in trepida attesa dell’arrivo delle squadre dei Ciclisti Rossi per il loro Convegno Nazionale… Per la seconda volta –nel giro di pochi mesi– Imola socialista e proletaria si appresta a ricevere e ad ospitare col più vivo entusiasmo i delegati e le rappresentanze delle Squadre dei Ciclisti Rossi d’Italia… Se domani il sole risplenderà chiaro sul cielo sereno, i compagni, gli amici, e tutti quanti si interessano del nostro movimento, potranno constatare la rapida estensione e il notevolissimo incremento assunto oggi dalle organizzazioni dei Ciclisti Rossi.”
Ancora “La Lotta”: “I ciclisti sono attesi in grande numero – da Faenza, Massa Lombarda, Conselice, Lugo, Forlì, Cesena, Ravenna, Cervia, Rimini, Pesaro, Bologna (70 ciclisti con fanfara), Reggio Emilia (40 ciclisti con fanfara). Hanno assicurato il loro intervento i rappresentanti di Torino, Milano, Venezia, Mantova, Carpi, Firenze (i rappresentanti già arrivati in bicicletta), Terni ecc. “
Il programma del Convegno prevedeva: a metà mattina “Vermouth alla Birraria Passetti” come preludio. Poi, nel pomeriggio, il clou della giornata: sfilata dei Ciclisti per il centro con la Banda cittadina poi al parco delle Acque Minerali. “Straordinaria novità: durante il percorso, per conto del Novo Cine, uno speciale incaricato eseguirà la cinematografia dei ciclisti. Più tardi, quando lo stabilimento delle Acque Minerali avrà accolto tutta la folla che potrà accogliere, verrà eseguita un’altra cinematografia di tutto il pubblico che si troverà presente al raduno”.
Da notare che il Novo Cine (in via Emilia, all’angolo con l’attuale via Vaini) era di proprietà del geometra Nullo Gardelli, socialista, pioniere della cinematografia imolese, cointeressato anche nella sopra citata Birraria Passetti. Il bel locale all’aperto era sito in quello che era stato il giardino di Caterina Sforza, accanto al quale lo stesso Gardelli avrebbe costruito qualche anno dopo il Cinema Modernissimo.
Esiste un filmato originale, riprodotto riprodotto su vhs da Bacchilega Editore, cosa rarissima considerata l’epoca, che ci documenta l’evento e ci permette di meglio comprendere la vita ed i costumi dell’epoca.
Altre notizie
Altre notizie si hanno per gli anni 1917 e 1918 sempre dal giornale “La Lotta”: la Federazione Nazionale dei Ciclisti Rossi, società sportiva socialista fondata a Imola nel 1912 per rinforzare lo spirito di appartenenza e raccogliere simpatizzanti, organizza una serie di gite di propaganda in bicicletta: la prima pedalata è organizzata domenica 8 aprile con partenza alle ore 13 da Ponte Rosso (come in quel tempo è chiamato Ponte Santo dai socialisti imolesi). La seconda gita è domenica 29 aprile con partenza alle ore 13 da Ponte Rosso e arrivo a San Patrizio nel comune di Conselice, dove si tiene una riunione pubblica e la votazione finale di un ordine del giorno, quindi il 13 maggio i ciclisti rossi imolesi e lughesi si trovano a Mordano per il 1° convegno bicollegiale, il 20 maggio i ciclisti rossi effettuano una gita di propaganda a Sesto Imolese. Quinta e ultima pedalata di propaganda del 1917 è effettuata domenica 19 agosto a Osteriola, dove i ciclisti rossi imolesi si radunano anche il 21 luglio 1918 per un convegno collegiale.
I Ciclisti Rossi imolesi affrontarono anche i fascisti i quali organizzarono il 12 dicembre 1920 una grossa spedizione verso Imola, ma questa roccaforte era ben preparata: all’avvicinarsi della colonna nera i ciclisti rossi, sparsi lungo la via Emilia, diedero l’allarme, suonò la campana del Comune, si chiusero i negozi e le squadre delle Guardie Rosse (accompagnate da una numerosa cittadinanza) si radunarono nei punti convenuti dal piano di difesa, specie tra Porta d’Alone (Porta Bologna) e la zona del convento dei Cappuccini. In prima linea, all’altezza della chiesa di Croce Coperta, si piazzarono gli anarchici con la mitragliatrice, quindi i fascisti giunsero in prossimità del Piratello e quella volta si ritirarono.
In seguito, la bicicletta ebbe ruolo importante nella lotta dei partigiani contro i nazifascisti durante la Seconda Guerra Mondiale, ma questa è un’altra storia.
Chiudiamo sottolineando come le glorie sportive odierne affondino le radici in quel tempo lontano.
(Marco Pelliconi)