C’è stato un momento nel quale Leonardo Del Vecchio, Luxottica, stava per fallire. Se tutti i funzionari del credito si fossero comportati come il direttore della banca ad Agordo – che negò un fido allo sconosciuto imprenditore degli occhiali – non saremmo qui a parlare di uno degli uomini più ricchi d’Italia.

Chissà se Del Vecchio, applicando gli attuali sofisticati algoritmi che misurano il merito di credito per chi si presenta in banca, avrebbe superato l’esame. Per fortuna ebbe di fronte, all’epoca, almeno un funzionario di buon senso che alla fine lo guardò in faccia. E credette in lui, nelle sue capacità, nel suo spirito di sacrificio, nella voglia di farcela contro ogni vento contrario.

Esiste oggi una società di consulenza, che ha sede a Modena, che si chiama “Scuola di fallimento”. Scrive la fondatrice, Francesca Corrado: “L’idea è nata dalla mia percezione di errore e fallimento, dal mio inutile tentativo di agire inseguendo la perfezione e, soprattutto, dalle lezioni che la vita mi ha offerto. Il mio apparente annus horribilis è stato il 2015: a un tratto non avevo più né una società, né una cattedra, né un fidanzato, né una casa.
Dopo aver rielaborato i fatti, dato la colpa agli altri ed essermi colpevolizzata, non riuscivo a intravedere una via d’uscita, né strade alternative. E continuavo a chiedermi il perché a me e perché dovesse succedere tutto nello stesso istante.
E così è nato il desiderio di rimettere in discussione le mie certezze e i miei errori. Ma non riuscivo a trovare strumenti concreti che andassero al di là della semplice leva motivazionale o della citazione di qualche personaggio famoso. Per cui ho ideato un percorso che fosse utile a me e che attingesse alle ultime ricerche nel campo delle neuroscienze e della psicologia, del gioco, del teatro e dello sport. Dal momento che è stato utile a me ho capito che poteva essere un modo per aiutare anche gli altri a superare i fallimenti, a vederli come opportunità di crescita personale e professionale, per riprendere il controllo della propria vita in un momento di down.”

E così, lei e i suoi soci, hanno pensato che fosse necessario in qualche modo sdoganare la parola fallimento, perché è vissuto come marchio indelebile e l’errore considerato una colpa sociale invalidante.

Il fallimento personale o aziendale, sebbene sia una esperienza dolorosa, può essere un nuovo punto di partenza.

Il motto della sua società è “osa perdere per vincere”: perdere fa parte del gioco e per vincere occorre accettare e contemplare questa possibilità.

La Scuola ha tra i suoi principali obiettivi quello di costruire una sana cultura del fallimento, aumentando il grado di accettazione dell’errore, la capacità di analisi e la consapevolezza che l’errore è parte naturale ed essenziale del gioco.

Francesca ha una piccola parte nel film “All’alba perderò” di Andrea Muzzi, uscito in questi giorni con “guest star” Pupo, Angela Finocchiaro, Paolo Calabresi, presente su Amazon Prime (totalizzando oltre 3 milioni di visualizzazioni): un film piacevole da vedersi, che potrebbe essere considerato di nicchia, ma che ha totalizzato finora 26 premi, oltre a essere stato iscritto in concorso per il David di Donatello 2022. Di recente è stato addirittura selezionato al “Los Angeles film festival” come miglior film italiano 2021.

Per crescere occorre davvero passare dalla strada dell’errore e del fallimento!

(Tiziano Conti)