Si chiama “Parole, passi, sogni” ed è il titolo che accompagna tutta una serie di eventi che si svolgono nell’Appennino Tosco Emiliano e Tosco Romagnolo. Paolo Ciampi, giornalista e scrittore di viaggi e non solo, è tra gli ideatori di questa formula.

Paolo Ciampi

“Abbiamo pensato a ‘Parole, passi, sogni’ come ad una sorta di marchio che identifica un percorso di piccoli festival che stiamo organizzando soprattutto nelle zone appenniniche emiliano romagnole. Luoghi dove di solito non siamo abituati ad assistere a molti eventi culturali”, ci racconta.

Il noi che usa Ciampi si riferisce ad “Erodoto 108”, storica testata della narrazione di luoghi realizzata dall’associazione omonima, e a “I libri di Mompracem”. “Abbiamo messo assieme un soggetto che pubblica libri, ma senza volersi qualificare come editore, ma come realtà che vuole stare in rete con altri editori che condividono gli stessi principi, un’associazione culturale che fa della promozione del libro e della cultura la sua ragione d’essere e tanti amici uniti da passioni comuni, quale la montagna, i cammini che l’attraversano, il valore sociale della lettura e degli spazi collettivi che promuovono cultura, la voglia di fare rete con idee e progetti”, spiega.

Com’è nato questo progetto?
“Stiamo lavorando da alcuni anni attorno a questa idea, che mette assieme la voglia di fare viaggiare la cultura, di fare conoscere libri, di fare incontrare le persone con scrittori, artisti, non necessariamente famosissimi, in un ambito di convivialità e, perchè no, valorizzare luoghi poco conosciuti, ma che meritano di essere visitati e vissuti. In più, cosa che non guasta, si tratta di tutte iniziative a basso budget”.

Quale riscontri avete avuto in questi mesi?
“L’idea è piaciuta e assieme a noi stanno camminando varie espressioni del volontariato e realtà che vivono i territori dove si svolgono questi eventi. Uomini e donne che si riconoscono in questo percorso e che hanno in comune la voglia di incontrarsi. Abbiamo realizzato già due edizioni di ‘Parole, passi, sogni’, iniziando proprio in maniera quasi sperimentale, con un gruppo di amici che avevano voglia di rivedersi dopo la pandemia. Così ci siamo ritrovati a Casa Galassi, sopra Vignola, a fine agosto 2021 e la formula ha funzionato. Poi verso primavera del 2022, grazie alla disponibilità del Comune di Marano che ci ha concesso il teatro e il centro culturale, abbiamo replicato. Ora ci sono associazioni, gruppi, persone che ci contattano perché condividono questa formula. Con i nostri mezzi, con le collaborazioni locali e una buona comunicazione riusciamo a portare persone nei territori, anche nei borghi meno conosciuti. La voglia di fare è tanta e la speranza è quella di mettere radici in questi luoghi”.

Tra pochi giorni sarete a Monzuno…
“Il 24, 25 e 26 giugno saremo a Monzuno, poi grazie soprattutto agli amici della libreria Atlantide di Castel San Pietro Terme e della libreria Mosaico di Imola, con il contributo di altre realtà e persone, il Festival si trasferirà, il 2 e 3 luglio, a Fontanelice (nella Valle del Santerno) e a Castel San Pietro. Lo ripeto, tutte queste iniziative sono possibili grazie al coinvolgimento e alla sinergia tra diverse realtà locali che si sono dette disponibili a partecipare perché vedono la possibilità di costruire un percorso che può avere una certa continuità. E il senso di quello che facciamo è proprio quello di fare delle manifestazioni che in qualche maniera lascino qualcosa, un percorso, relazioni, idee. Seminiamo dei semi che, speriamo, possano presto dare i loro frutti”.

Il programma del Festival di Monzuno >>>>

Forse è giusto anche sottolineare la valorizzazione turistica di questi luoghi…
“E’ uno dei tanti aspetti importanti. Nelle iniziative prevediamo sempre momenti di incontro aperti agli amministratori, semmai invitando anche quelli dei territori limitrofi, per parlare del loro territorio, delle opportunità che presenta e dell’importanza di fare rete per puntare alla costruzione di un calendario comune, di una promozione comune che amplifichi ogni evento che si svolge nei singoli territori. Un modo anche di confrontarsi per scambiarsi le proprie esperienze evitando che la valle accanto non sappia cosa succede a pochi chilometri di distanza”.

Possiamo dire che vi è stata anche una importante risposta da parte del pubblico.
“In questi anni si è sviluppata una nuova voglia di partecipare ad eventi di carattere culturale, basta vedere il successo che hanno il Salone del Libro di Torino, il Festival della Letteratura di Mantova o il Festival PordenoneLegge. Ma senza tirare in ballo questi grandi eventi, la stessa cosa la si nota nelle piccole iniziative. La voglia di stare assieme per partecipare a delle cose non banali che ti lasciano un qualcosa dentro. E’ come che la pandemia avesse in qualche maniera riorganizzato le priorità ed esaltato la voglia di cercare alcune cose invece che altre. Dal mio osservatorio posso dire che non c’è nemmeno tanto la voglia di cercare gli eventi con il grande nome, il personaggio da talk show o da prima serata televisiva, piuttosto vi è la ricerca di contesti dove ci si sente parte di qualcosa, dove vivere in maniera tranquilla e rilassata un momento culturale, quasi in una situazione conviviale dove riesci a parlare con alcuni scrittori, poeti, artisti locali o anche di spessore nazionale, valorizzando lo stare assieme. Dove puoi prendere la parola per dialogare con questi personaggi, dove non sei unicamente un soggetto passivo, ma parte di questa iniziativa”.

Può darci qualche anticipazione sul festival che si svolgerà il 2 e 3 luglio tra Fontanelice e Castel San Pietro Terme?
“Intanto posso dire che il 24 giugno (ore 18.30 al Giardino degli Angeli, ndr) si svolgerà un’anteprima con un incontro con Luigi Nacci, poeta, scrittore, insegnante e guida escursionistica. Un personaggio che ha messo la parola ‘viandanza’ al centro della sua ricerca di uomo e autore. Poi il 2 e il 3 di luglio si entrerà nel viso. La formula è quella che usiamo in tutti i festival. Vogliamo valorizzare esperienze di cammino, abbiamo invitato numerosi scrittori con i quali condivideremo i i loro passi e le loro parole. Faremo anche una passeggiata intramezzata da testi di scrittori che ci hanno detto qualcosa di importante sul cammino come chiave di scoperta, non solo di un territorio ma anche di un passato storico. Ci saranno autori come Marco Carlone che ci accompagnerà alla scoperta delle più ignorate, vecchie e scalcagnate ferrovie d’Europa per un viaggio che ci porterà fino all’Ucraina. Faremo un importante laboratorio di fotografia con i fotografi di Erodoto, poi la mostra fotografica “Appennino-Giappone: vicini e lontani” in un incrocio di visioni ed emozioni ricordando Fosco Maraini e Tiziano Terzani. E tanto altro ancora…”.

Parole, passi e sogni, quali?
“Le parole e i passi sono come dei mattoncini che servono a costruire i sogni, che ci spingono sempre alla ricerca di qualcos’altro. L’importante per tutti è avere un orizzonte davanti. Il nostro sogno ovviamente è quello di costruire una comunità nazionale che viva e che riesca a interpretare nel modo migliore questi eventi disseminati un po’ ovunque in lungo e in largo per l’Italia, facendo in modo che questi momenti non rimangono fino a se stessi, ma creino radici e relazioni e voglia di ritornare, magari l’anno dopo, per partecipare ad una cosa ancora più bella”.

(Valerio Zanotti)