Imola. Un nuovo corposo volume su Giuseppe Scarabelli è stato presentato lo scorso venerdì 10 giugno. “Giuseppe Scarabelli. Un uomo dal multiforme ingegno” (edizioni “Il Nuovo Diario Messaggero”), a cura dell’Associazione ex Allievi Istituto Agrario “G. Scarabelli” di Imola, contiene inediti ed approfondimenti. Il libro ha ottenuto il patrocinio della Città di Imola e il contributo del Banco S. Geminiano e S. Prospero e della Fondazione Cassa di Risparmio di Imola.

Copertina del volume dedicato a Giuseppe Scarabelli (1820 – 1905)

Perchè scrivere il libro? La ragione immediata è la ricorrenza del secondo centenario della nascita di Giuseppe Scarabelli, avvenuta il 16 settembre 1820, anniversario che ha avuto luogo nel corso del primo anno di pandemia. Ma ex allievi che si dedicano alla composizione di un testo impegnativo, certamente sono affezionati all’Istituzione ove hanno trascorso anni della loro vita e imparato molto. Sicuramente sono legati da un insieme di valori e di ricordi condivisi, e da orgoglio per essere parte dell’Istituzione stessa.

Sullo sfondo, l’edificio che ospita la Scuola

Il prof. Francesco Mariani, presidente dell’Associazione ex Allievi, oltre ad aver svolto un ruolo di coordinamento nell’ideazione e stesura del volume, è autore di molte parti, in particolare della parte dedicata alla nuova inedita biografia di G. Scarabelli. Gli altri autori, ex allievi e/o docenti, sono la prof.ssa Antonella Martelli, il prof. Roberto Rinaldi Ceroni, e la prof.ssa Marina Zanerini, quest’ultima anche insieme con due attuali allievi, Caterina Dotti e Leonardo Morara, che sottolineano la continuità significativa di generazione in generazione dell’attaccamento all’istituzione. Da ricordare anche il lavoro del dott. Antonio Venturi, Massimiliano Costa e di Francesco Rivola, tutte figure di gran prestigio coinvolte nella gestione dei Parchi.

Uno sguardo iniziale al volume, subito ne mette in evidenza un ricco apparato iconografico, che si avvale di interessantissime fotografie di documenti, cercati e trovati nel corso della ricerca d’archivio, di foto d’epoca ma anche recenti, rintracciate presso varie istituzioni, e di nuove immagini dei luoghi imolesi legati a G. Scarabelli, realizzate dallo stesso Francesco Mariani, come i palazzi in cui abitò, la fontana da lui realizzata, le chiese.

Vari aspetti della vita e dell’azione di G. Scarabelli

1) In particolare risulta nuovo e inedito il percorso d’archivio, spesso ingarbugliato, che ha portato all’identificazione sicura della casa natale di G. Scarabelli. Dalla narrazione di Mariani emergono la spontaneità, l’entusiasmo, il coinvolgimento che hanno accompagnato l’azione concreta: leggiamo così frasi come le seguenti … con nostro stupore… , … e una certa commozione …, … seguire un’altra pista…, …. abbiamo trovato con emozione… E leggendo le pagine, suonano espressivi e piacevoli, in una Imola dei tempi passati, i nomi delle strade, in primis via della Fortezza, antico nome suggestivo, sostituito dal comunissimo, onnipresente in Italia, via Garibaldi, ovviamente di origine risorgimentale.

Ancora uno sguardo dentro il IXX secolo quando ci si addentra nei cosiddetti stati delle anime, i registri che i parroci dovevano compilare e che registravano i battesimi, i matrimoni e le morti, ma anche professioni e proprietà dei parrocchiani. Ricche fonti di informazioni, spesso riportano annotazioni importanti, utili oggi per studi demografici, sociali, toponomastici, e per la ricostruzione di alberi genealogici. Spesso ancora presenti presso le parrocchie, a volte confluiscono negli archivi diocesani, a cui ne è affidata la conservazione.

Atto di battesimo di Giuseppe Scarabelli (il terzo dall’alto), che porta la data 16 settembre 1820 (Archivio Storico diocesano di Imola)

La ricerca d’archivio, prima condotta presso le parrocchie sugli stati delle anime e poi all’Archivio di Stato ha permesso di arrivare, come abbiamo detto, all’identificazione sicura della casa natale, il luogo preciso dove vide la luce Giuseppe Scarabelli: Si tratta del palazzo Vespignani, oggi Università di Bologna, sede distaccata di Imola.

Palazzo Vespignani, Imola

Già nota invece la discendente in vita di G. Scarabelli, Lia Linari Toldo, pro pronipote di G. Scarabelli, che ha appoggiato e approvato questo nuovo lavoro di ricerca.

Lia Linari Toldo, propronipote di G. Scarabelli

2) Il contenuto del volume poi si sposta dalla ricerca d’archivio al racconto dell’attività di Scarabelli all’aria aperta o negli scavi, come geologo sul campo, e come archeologo, scritto da chi conosce i parchi della Vena del Gesso, il dott. Antonio Venturi, con Massimiliano Costa e Francesco Rivola, tutti coinvolti nella gestione dei Parchi. Lo stile è semplice e discorsivo, quasi del tutto privo di termini scientifici, pur conservando aderenza all’opera di Scarabelli, riconosciuta, come si sa, di valenza internazionale.

Uno scorcio della Vena del Gesso romagnolo

Se ne ricava un quadro della sua vita in movimento e sul campo, principalmente nei pressi di Borgo Rivola, nei tempi in cui, seguendo i suoi interessi scientifici, si lasciava guidare dalla sua insaziabile curiosità, curiosità che nel tempo si concretizzò con la consapevolezza del significato geologico della Vena del Gesso e della sua origine e con il ritrovamento di reperti preistorici nella grotta del Re Tiberio.

3) Proseguendo nel volume, troviamo il capitolo dedicato all’opera filantropica dello Scarabelli, opera che si svolse anche parallelamente al suo impegno sociale come sindaco di Imola. Sono delineate da M. Mariani e M. Zanerini le numerose iniziative e la loro attuazione, quasi sempre di successo, raccontata con efficacia la situazione del tempo e interpretate le ragioni concrete che probabilmente ispirarono e guidarono lo Scarabelli. Riportiamo le parole stesse degli autori: Giuseppe Scarabelli… impegnò tutto se stesso a favore della sua città e degli imolesi, per alleviare, dare conforto e speranza a quella parte dei propri concittadini, la preponderante, che versava nell’indigenza più assoluta. Animato da un profondo spirito di solidarietà umana, contribuì con tutta la sua sapienza e lungimiranza a rendere Imola migliore, realizzando opere assolutamente innovative e socialmente esemplari.

Cattedra ambulante di agricoltura (Comizio agrario), di fine ‘800

Rimandiamo al volume dove, con parole significative sono brevemente esposte le opere di solidarietà, che qui elenchiamo, sottolineando che alcune di esse, pur mutate come tipo di istituzioni, ancora esistono: Il Giardino d’Infanzia Principe di Napoli, la Cassa di Risparmio di Imola, il Macello pubblico, il Magazzino Cooperativo pubblico, i Comizi agrari, il Consorzio Canale dei Molini, la Fontana di Scarabelli.

4) Opera filantropica per eccellenza fu la creazione della Regia Scuola Pratica di Agricoltura. Francesco Mariani, autore del capitolo, dedica ad essa molte pagine del volume, in cui si sofferma non solo sui momenti significativi istituzionali, che si sono susseguiti nel tempo, ma anche sulle motivazioni all’origine della nascita della Scuola. Individua, come maggior forza propulsiva nello spirito dello Scarabelli, il suo massimo desiderio, fra gli altri, quello di utilizzare l’istruzione come mezzo di emancipazione e sviluppo. Come senatore del neonato Regno d’Italia, tutto questo fu nobile e bello.

Non manca l’attenzione dell’autore agli aspetti particolari legati alla Scuola, aspetti di nicchia in quei tempi, che dimostrano lungimiranza e sensibilità profetica, che si sono rivelati di successo in seguito e che vogliamo qui ricordare. Leggiamo dal volume: la Scuola: …si apriva al territorio gestendo ed organizzando “corsi teorico pratici di lezioni ai vignaiuoli e contadini” quali quelli in Comune di Dozza, nel cui territorio agricolo la viticoltura era assai diffusa. Già a fine ‘800 compare quindi l’impegno a formare enologi specializzati.

E ancora presso la Scuola, e siamo nel 1925, fu istituita la prima centralina in Italia di rilevamento meteorologico: la Scuola anche dopo la morte di Scarabelli, mantenne quella sua caratteristica, di essere all’avanguardia nelle idee e nell’attuazione di esse. L’argomento è egregiamente raccontato da Fausto Rivaldi, attuale coordinatore del centro di rilevamento stesso.

Superba la scelta iconografica per questo capitolo in particolare. Manoscritti, immagini e documenti d’epoca di persone e di luoghi, con i colori delle foto d’altri tempi, si susseguono numerosi e notevoli.

5) Un’altra opera dello Scarabelli, da annoverare fra quelle filantropiche o di solidarietà, riguarda la risposta che diede come giovane sindaco all’ epidemia di colera del 1855.

In questo caso, oltre a tutte le motivazioni a carattere socio-umanitario dello Scarabelli, giocò a favore anche la sua notevole perspicacia e l’attitudine scientifica.

Il capitolo comprende un’ eccellente, dettagliata trattazione di R. Rinaldi Ceroni, importante al fine di contestualizzare le osservazioni e le decisioni di Scarabelli, sullo stato di Imola riguardo all’igiene e all’agricoltura (pozzi neri e utilizzazione nella concimazione diretta sui prodotti vegetali) e a come tutto questo facilitasse la diffusione del colera.

L’ottimo scritto di Antonella Martelli rivela poi l’esistenza di un rapporto compilato da un medico, Cassiano Tozzoli, ricchissimo di particolari e di dati che oggi chiameremmo epidemiologici, che tanto piacque a Scarabelli. L’agente batterico del colera non era in quei tempi noto ma si sapeva che il morbo era contagioso, e molto più diffuso là dove le condizioni igieniche erano scarse. Scarabelli studiò i dati forniti dal medico e capì che alcune delle acque utilizzate dalla popolazione dovevano essersi contaminate con le acque nere di raccolta provenienti da ogni dove.

Ecco che allora gli venne l’idea, tanto splendida quanto efficace, quella di costruire un pozzo artesiano, che potesse portare acqua pulita alla città, acqua salubre da bere. Testimonianza concreta di tutto questo è la fontana di Scarabelli: da quell’anno in avanti le epidemie di colera a Imola furono di gran lunga meno frequenti.

Fontana di G. Scarabelli (foto F. Mariani)

Conclusione

A fine lavoro di lettura e analisi del nuovo volume su Giuseppe Scarabelli, ci congratuliamo con gli autori. Tutti insieme hanno contribuito ad una rassegna eseguita con passione e competenza. L’apprezzamento di altri ex allievi, autorità cittadine e appassionati della cultura di origine imolese non potrà che arrivare a breve, a coronamento di un’opera scientificamente efficace e contemporaneamente piacevole da leggere.

(Carla Cardano)