Tra le curiosità relative alle Acque Minerali ed al Monte Castellaccio c’è il fatto che queste furono non solo mete tradizionali di svago per gli imolesi, ma anche teatri di eventi politici particolari.
Il luogo, un po’ fuori città, univa il pregio della piacevolezza a quello della discrezione e della lontananza da eventuali spie governative.

Le Acque Minerali tra le due guerre (archivio Giuliana Zanelli)

La “Cronaca Cerchiari”, prezioso diario dei fatti dell’epoca, ci segnala che il 19 marzo 1868 la repubblicana Società del Progresso organizzò alle Acque un banchetto con trecento persone per festeggiare l’onomastico di Garibaldi, tra bandiere, inni e canti, allietato dalla Banda cittadina.

Agli albori del movimento anarchico, esattamente la sera dell’8 agosto 1876, gli internazionalisti imolesi organizzarono una festa sul Monte Castellaccio (località evidentemente scelta per sfuggire agli occhi della polizia) per ricordare il “Moto di Bologna” del 1874, conclusa da un discorso di Andrea Costa alla luce delle fiaccole, che vide la presenza di oltre duecento persone esclamanti “Viva la rivoluzione”. Pochi giorni prima, domenica 30 luglio, alle Acque si era tenuta una festa campestre allietata dalla Banda di Castelbolognese, dalla cuccagna, da fuochi pirotecnici, corse nei sacchi, lotteria a premi, tra cui un orologio d’argento.

IL 26 novembre del 1878 al Monte Castellaccio vi fu un duello all’arma bianca tra il cronista del giornale democratico “Il Cittadino” Luigi Armando Xella ed il tenente Favara in rappresentanza degli ufficiali militari, i quali si ritenevano diffamati da un articolo del giornale: il tutto si risolse solo con leggere ferite.

Il luogo era evidentemente conosciuto a tali scopi anche fuori di Imola, tanto che il 16 novembre 1879 sempre sul Monte Castellaccio vi fu un altro duello, a sciabola, tra il dott. Ferdinando Morandi ed il dott. Giuseppe Gundi, entrambi medici condotti di Lugo, causato da diversità di opinioni politiche: fortunatamente anche questa volta non ci furono gravi conseguenze.

Il Monte Castellaccio oggi

Anni dopo, quando un grande Congresso Internazionale di esponenti del mondo del lavoro -repubblicani, socialisti, anarchici, sindacalisti- svoltosi a Parigi nel 1889 dichiarò il giorno 1º maggio come Festa Internazionale dei Lavoratori, tale ricorrenza fu adottata da molti paesi, ma vietata in Italia. A partire dal 1890 in Emilia e ad Imola in particolare il 1° maggio fu festeggiato egualmente ed in diverse occasioni, per aggirare i divieti delle autorità, si organizzarono “scampagnate” popolari con merende, fanfare, canti e bandiere alle Acque Minerali: nel 1899 ad esempio ben 1.500 persone si radunarono alle Acque per una “modesta merenda”, con fiori rossi e grande entusiasmo per le parole di Anselmo Marabini, Luigi Sassi e Gioachino Zambrini.

L’anno seguente vi fu un grandioso corteo composto dagli aderenti a varie associazioni e leghe con bandiere che percorse la città e si diresse alle Acque: si stimarono in circa 3.000 i lavoratori organizzati per mestiere e circa 6.000 in totale i partecipanti alla grandiosa manifestazione.

Poi ci furono i “Ciclisti rossi”, un’organizzazione politica del PSI che operò dall’inizio del 1900: gruppi di giovani militanti si recavano in bicicletta nei centri minori per organizzare comizi e manifestazioni di partito, poi all’avvento del fascismo ebbero il compito di difendere gli oratori socialisti dalla violenza squadristica. Il 22 settembre 1913 ad Imola si tenne il primo convegno nazionale dei Ciclisti Rossi, i quali vennero da tutta la regione in bici nella nostra città. Il Cidra conserva un filmato del 1913 del forlivese Giuseppe Pullini, commissionato dall’imolese Nullo Gardelli, che ritrae i Ciclisti rossi sfilare per le vie di Imola attorniati dalla folla, poi si recarono alle Acque Minerali attraversando il vecchio pontile di legno sul Santerno ed infine giunsero nel parco dove vi fu una grande festa rallegrata dalla Banda cittadina.

Acque minerali 1913. Festa dei ciclisti rossi

Nel 1922, quando il fascismo iniziava ad imperversare, alle Acque fu festeggiato il 1° maggio con un grande raduno e la folla di uomini, donne, bambini al ritorno trovò i fascisti armati, tuttavia questi dovettero indietreggiare vistisi in minoranza.

Il partigiano Graziano “Mirco” Zappi ha raccontato che nel 1942-43, allorché si tenevano manifestazioni obbligatorie di studenti a favore del regime e della guerra, parecchi le evitavano recandosi in gita sul Monte Castellaccio; ha inoltre spiegato che uno dei punti di raccolta e di partenza per la montagna dei giovani della città e della “bassa” che intendevano unirsi ai partigiani era nei pressi del Monte Castellaccio.

Riconquistata la libertà, nel secondo dopoguerra alle Acque Minerali si tennero raduni e comizi del PCI e in occasione del Primo Maggio; l’evento più importante vi fu il 3 luglio 1949 quando fu organizzato un immenso raduno popolare in occasione di un comizio unitario tenuto da Palmiro Togliatti e Pietro Nenni che celebravano la “Giornata internazionale della cooperazione”: quella fu probabilmente la più grande manifestazione di popolo tenutasi ad Imola, con la partecipazione di gente accorsa da tutta la regione, come le foto dell’epoca testimoniano. Si parlò di addirittura cento/centocinquantamila persone! Seguirono altre iniziative di partito.

Infine, nel 1968, dopo che la polizia caricò gli studenti delle Alberghetti e prima che il Movimento Studentesco si dividesse in gruppuscoli, il Monte Castellaccio fu luogo di diversi incontri, manifestazioni e raduni politici di giovani.

In definitiva le Acque Minerali ed il Monte Castellaccio sono stati luoghi “vissuti” come propri dalla cittadinanza anche per utilizzazioni diverse dal puro svago, come quelle a carattere politico: anche se meno di un tempo, un poco ancora oggi sono nel “cuore” degli imolesi.

(Marco Pelliconi)