Castel San Pietro Terme (BO). Peccato! Sabato 9 luglio, sarà l’ultimo giorno di apertura al pubblico. Peccato davvero, perché non basta visitarla una volta, ma si dovrebbe rivederla almeno un paio di volte, soffermarsi su ogni creazione in terra creta, su ogni singolo quadro, sulle opere in ceramica degli amati cavalli.

Stiamo parlando della prima mostra retrospettiva “Colore e Argilla” di Sandro Zaniboni, castellano doc, aperta al pubblico nella saletta espositiva comunale in via Matteotti 79, ex biblioteca comunale, difronte alla parrocchia, tutti i giorni dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 19.

Sandro Zaniboni in sella ad uno dei suoi amati cavalli

Un vero patrimonio artistico rimasto alla famiglia di questo uomo, artista poliedrico e versatile, dall’animo puro sotto ogni aspetto. Nato in una numerosa famiglia contadina, deceduto nel 2018 dopo una lunga malattia.

Il figlio Giacomo, la vedova Carla Baroncini, con l’aiuto di alcuni amici, hanno curato l’allestimento della Mostra, con perizia e con tutto l’amore possibile.

Grazie Giacomo e grazie Carla per aver accolto la richiesta di intervista, chi avrebbe potuto conoscere meglio di voi l’uomo particolare che è stato Sandro Zaniboni. La sua prima passione è stata la musica: era autodidatta?
“Mio padre è stato il ‘Re’ degli autodidatti – racconta Giacomo -. Si era costruito da solo una chitarra perché gli strumenti musicali costavano molto e non poteva permettersi di comprarla, poi arrangiandosi con alcuni Maestri di musica castellani, una lezioncina qua, una lezioncina là, riusciva a recepire tutti gli insegnamenti e ne faceva tesoro. Il mandolino che aveva non gli bastava più. Passò poi alla fisarmonica, che era lo strumento più richiesto nelle sagre paesane e feste contadine, ma ha suonato anche il pianoforte, dove sapeva esistere un pianoforte, lui andava, da amici o parenti purché lo lasciassero strimpellare sullo strumento.
E intanto studiava musica, da solo, ha scritto anche canzoni e tornato alla chitarra, ha interagito con altri musicisti mettendo in piedi una orchestrina, con la quale ha girato mezzo mondo e conosciuto diversi vip della musica. Domenico Modugno gli chiese di lasciare l’orchestra e di andare con lui a lavorare in teatro. Gianni Morandi, Michele, questi ultimi lo ricordano ancora. A Modugno rispose di no per non mettere a repentaglio lo stipendio degli orchestrali dei quali si sentiva responsabile. Ha conosciuto Fabio Testi, a lui ha insegnato a suonare la chitarra, si trovano in quel periodo a suonare sul lago di Garda, c’era anche Ombretta Colli, ma non solo.
Una cosa devo dire: Ho conosciuto persone che sono venute a vedere la mostra e dai loro racconti ho saputo particolari di mio babbo di cui io non ero mai venuto a conoscenza. Sono state vere sorprese per me”.

Sandro Zaniboni con Domenico Modugno

Giacomo per giungere alle sculture dobbiamo passare per altre attività svolte da Sandro.
“E’ vero, mio padre aveva una personalità eclettica, per lui passare da una attività a un’altra, era la cosa più semplice del mondo. Mentre suonava cominciò a pensare alla fotografia e da lì ad aprire un negozio il passo fu abbastanza breve. Matrimoni, Cresime, Battesimi e altro furono il suo pane quotidiano”.

Interviene Carla, la moglie, una signora bella, giovanile nel corpo e nella mente, che a tratti si commuove ancora.
“L’arte della fotografia l’ho conosciuta proprio per merito di mio marito, stando in negozio con lui, fino a che ho cominciato ad andare anche da sola ai matrimoni, cresime ecc., ma ricordo sempre, che subito dopo sposati, mi prese con lui in ogni tournèe.
Non erano molte allora, le mogli che seguivano il marito in una vita così movimentata, ma lui mi voleva con sé: ‘A che scopo allora ci siamo sposati se dobbiamo vivere a chilometri di distanza?’ Mi diceva. Eravamo molto innamorati come lo siamo stati tutta la vita. Ci siamo conosciuti che io ero giovanissima e non ci siamo più lasciati, nonostante i molti sacrifici”.

I signori Zaniboni ricordano la “storia dei cavalli”, immortalati da Sandro nelle crete e ceramiche, che hanno avuto in zona, una certa risonanza.
“ Mio padre era appassionato ai cavalli, tant’è che era riuscito, nella nostra abitazione di campagna collinare ad avere una stalla (la prima la costruì con i tabelloni pubblicitari dismessi dalle strade) con 4 cavalli e la sua passione si trasformò in opere. E’ cosa risaputa che i cavalli sono animali bellissimi, ma difficili da ritrarre o scolpire. Lui che comunque aveva seguito qualche corso all’Accademia di Belle Arti, non si accontentò e sui libri continuò a studiare. Quando era in difficoltà, entrava nella stalla e rimaneva ad osservare tutti i movimenti di questi animali, persino i guizzi dei loro muscoli per riprodurli con una precisione assolutamente unica. Alcuni veterinari hanno ammesso l’autenticità delle riproduzioni, assolutamente perfette”.

La Mostra è vasta, due salette, un corridoio e un cortile interno, ricolmi delle opere scultoree di Sandro e molti quadri appesi a tutte le pareti. Giacomo ci vuoi parlare delle decine e decine di sculture che avete esposto, delle pitture tutte diverse, dai colori sgargianti o dei piccoli bassorilievi monocromatici sul vissuto di molti di noi, nei quali ci si rispecchia e ci si riconosce?
“Vero, mio padre aveva questa capacità di riprodurre la vita reale come veramente è o era, e questo lo si evince in ognuno dei suoi dipinti ma la vera tecnica la si può ammirare nelle molteplici statuette, nelle quali è riuscito a cogliere sicuramente gli aspetti prosaici delle persone, ma soprattutto sono gli aspetti interiori che stupiscono, i turbamenti, le lacerazioni dell’anima. Sono opere materiali, rappresentazioni di sentimenti immateriali ad essere talmente riconoscibili da commuovere”.

Che dire, si potrebbe scrivere un romanzo sulla vita e le opere di Sandro Zaniboni, musicista, fotografo, pittore e scultore, ironico comunicatore alle serate danzanti, dove ha continuamente attirato per la simpatia e per la musica. Una persona modesta che ha sempre fatto ombra a se stesso, nel senso che non aveva mai voluto apparire o/e approfittare delle sue capacità, ma era il rispetto verso gli altri ad occupare i suoi pensieri. Una vita piena di amore, per la propria famiglia, per l’arte e un attento osservatore delle peculiarità della vita.

Un personaggio di Castel S. Pietro Terme che difficilmente si dimenticherà e in tutta sincerità un grazie particolare a Giacomo e Carla per aver voluto far conoscere fino in fondo questo uomo/artista, forse noto per tanti versi ma non per tutte le sue meravigliose opere d’arte. Non ci sono parole per raccontare tanta bellezza. Bisogna solo vederle di persona.

La famiglia invita tutti, venerdì 8 luglio dalle ore 17, nello spazio antistante l’ingresso della mostra, per la presentazione del catalogo delle opere di Sandro Zaniboni, i cui proventi derivanti dalla vendita dello stesso, saranno devoluti all’Assistenza domiciliare della Casa della Salute di Castel S. Pietro Terme.

(Lina Cremonini)