E’ una sentenza che fa molto discutere quella del giudice Susanna Zanda, di Firenze, che revoca la sospensione dal lavoro, da parte dell’Ordine professionale, di una psicologa non vaccinata. Non si tratta comunque del primo provvedimento di revoca in Italia.

Ciò che qui vogliamo sottolineare e discutere è invece la motivazione.: “Non può (la psicologa, ndr) essere costretta a sottoporsi a vaccini sperimentali talmente invasivi da insinuarsi nel Dna, alterandolo in un modo che potrebbe risultare irreversibile con effetti ad oggi non prevedibili per la vita e la salute”, spiega il giudice in un provvedimento d’urgenza. In altre parole il giudice fa riferimento a vaccini così capaci di penetrare e diffondersi in profondità nell’organismo tanto da riuscire a introdursi nel Dna, addirittura provocandone modificazioni. Modificazioni che sarebbero irreversibili, e che avrebbero conseguenze sulla vita e sulla salute, per ora non prevedibili.

Dna (Foto di Miroslaw Miras da Pixabay)

A tarda sera del 18 luglio, nel corso della trasmissione Zona Bianca (Rete 4), il conduttore Giuseppe Brindisi, sull’argomento “vaccino e danni al Dna” emerso a seguito della sentenza, ha intervistato il virologo Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie infettive al Policlinico San Martino di Genova, molto noto fin dai primi tempi della pandemia. Brindisi ha subito manifestato la sua incredulità, con manifesta ironia per ciò che riteneva assurdo, e cioè il ruolo che giocherebbe il vaccino nei confronti del Dna. Ha chiesto conferma a Bassetti, il quale, peraltro senza alcuna ironia, ha avvalorato la tesi secondo cui il vaccino non agirebbe affatto sul Dna.

Ma non pare verosimile che la sentenza del giudice poggi su argomenti frutto di fantasia, cioè che si basi sul nulla. Qualcosa di concreto, di scientifico, deve per forza esserci. E infatti c’è.
Pubblicato il 25 febbraio scorso, si tratta di un lavoro scientifico svolto da scienziati dell’università svedese di Lund.

Il lavoro, consultabile su pubmed (1), uscito il 25 febbraio scorso, su Current Issues in Molecular Biology (2) ha il seguente titolo: “Intracellular Reverse Transcription of Pfizer BioNTech Covid-19 mRNA Vaccine BNT162b2 In Vitro in Human Liver Cell Line (3) che possiamo indicare come “Trascrizione inversa del vaccino a mRNA Pfizer BioNTech Covid-19 in vitro in linea cellulare di cellule di fegato umano”.

Che cosa significa tutto questo? I ricercatori hanno dimostrato che nelle cellule di fegato da loro utilizzate in vitro, quando siano rifornite di vaccino avviene la sintesi di nuovo DNA corrispondente all’Rna del vaccino.
Perché questo evento è ritenuto importante ? Si tratta del passo indispensabile, precedente all’inserimento del nuovo Dna nel Dna della cellula, evento del tutto plausibile.

Ma che cosa spaventa nella prospettiva di avere cellule che rendono proprio un nuovo Dna sintetizzato a seguito della somministrazione del vaccino? L’inserimento di nuovo Dna costituisce a tutti gli effetti una “mutazione” del genoma della cellula, un cambiamento genetico. Se la mutazione avviene nelle cellule riproduttive, può introdurre variazioni nella discendenza. E, a più breve scadenza, alcune di queste mutazioni possono trasformare cellule dell’organismo in cellule maligne provocando così il cancro.
Tutto questo non è per nulla rassicurante.

Ci sono tuttavia varie situazioni, vari fattori da considerare, per fortuna. E i ricercatori di tutto il mondo ne indicheranno sicuramente altri in modo molto più preciso e dettagliato.
Innanzitutto i risultati del gruppo di Lund sono stati ottenuti in vitro, su linee cellulari.

Ad esempio la concentrazione del vaccino in vivo, vicino alle cellule, potrebbe essere, subito dopo la vaccinazione, molto più bassa di quella utilizzata negli esperimenti in vitro. E anche vari parametri fisiologici sicuramente differiscono nelle due situazioni.

Esistono poi sistemi di riparazione del Dna a livello cellulare che agiscono in continuazione, per difendere il Dna da attacchi continui che lo alterano. Il vaccino non sarebbe sicuramente l’unico agente che tende a modificarlo: infatti sentiamo spesso parlare delle proprietà cancerogene di questo o quel prodotto, con cui forse veniamo a contatto molto più spesso di 2-3 volte in tutto. Inoltre non dimentichiamo che solo alcuni cambiamenti genetici sono tali da poter scatenare il cancro.

Ma soprattutto l’organismo in toto decisamente possiede un sistema di difesa molto valido e opportuno, non presente in vitro: il sistema immunitario, efficace ed efficiente, che ci difende di continuo da mille agenti pericolosi per la salute e anche sicuramente dal cancro.

(1) pubmed è un servizio di ricerca gratuito di letteratura scientifica biomedica dal 1949 ad oggi; la sua prima versione online è del gennaio del 1996. (Wikipedia)

(2) “Current Issues Molecular Biology”: rivista scientifica internazionale, di prestigio, peer-reviewed, liberamente consultabile, di biologia molecolare, pubblicata mensilmente online, da MDPI.

(3) M. Aldén, F. Olofsson Falla, D. Yang, M. Barghouth, C. Luan, M. Rasmussen, Y. De Marinis, “Intracellular Reverse Transcription of Pfizer BioNTech COVID-19 mRNA Vaccine BNT162b2 In Vitro in Human Liver Cell Line”. Curr Issues Mol Biol 2022 Feb 25;44(3):1115-1126. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC8946961/

(Carla Cardano)