Venezia. One woman show. Una donna sola in scena, non in teatro ma all’aperto, vestita in maniera tradizionale e antica, in una natura nordica e in un passato imprecisato. C’è la costa sferzata dal mare, i fiori, siepi e alberi ondeggianti, a fare da scenografia, mentre il canto degli uccelli, il vento e il gracidare delle rane sono la colonna sonora.
E le parole, tante, letterarie, recitate nell’ora di durata del film. Un couple è la pellicola francese presentata in concorso alla 79^ mostra internazionale veneziana di cinema. Il regista è il documentarista americano Frederick Wiseman, vincitore di Leone d’oro e Oscar alla carriera, che a 92 anni ha deciso di fare un film di fiction. A recitare è una sola attrice (Nathalie Boutefeu, anche cosceneggiatrice) che interpreta una moglie ben precisa, Sofja, la compagna di Lev Tolstoi, con le sue parole precise, quelle delle lettere e del diario che teneva, in un confronto costante con il marito. Emerge una figura innamorata e succube del geniale scrittore, il quale vive la famiglia (ben 13 figli) come un peso che lo distoglie dalla sua ossessione per la scrittura.
Si intuiscono molte liti e altrettante riconciliazione, giorni tristi e sofferenze. Una donna affascinata dal grande uomo di cui non si sente inizialmente all’altezza e che poi la delude spesso nei rapporti di vita quotidiana. Non c’è molto da dire, sembra più che altro una elegia per la moglie del regista, che è venuta a mancare durante il periodo della pandemia. Alla proiezione in sala al Palabiennale diverse uscite durante la proiezione.
(Caterina Grazioli)