Meldola (FC). Presentata nella suggestiva cornice panoramica di Rocca delle Caminate (Meldola) la nuova etichetta “Rocche di Romagna”, che riguarda il vino sangiovese delle sottozone emiliano romagnole. All’evento erano presenti la presidente del Consorzio “Vini di Romagna”, Ruenza Santandrea, la giornalista americana, esperta e blogger di vini Kerin O’Keefe, lo scrittore Carlo Lucarelli, l’assessore regionale al Turismo Andrea Corsini, il direttore del Consorzio Filiberto Mazzanti e Alessio Mammi, assessore regionale all’Agricoltura, assieme anche ai sindaci di Imola, Castel San Pietro Terme, Modigliana e Predappio.

Presentazione del marchio “Rocche di Romagna” (Foto pagina Facebook Marco Panieri)

Dopo un’estate “di rilancio”, con l’obiettivo di incentivare il turismo (anche enogastronomico) nelle zone non solo marittime ma anche interne e collinari della Romagna, il bilancio è stato più che positivo, e ciò fa indubbiamente ben sperare per i tempi futuri.

Per quanto riguarda invece il Sangiovese Doc delle Sottozone (16 in tutto, in un territorio compreso tra Ozzano nell’Emilia e San Giovanni in Marignano), attualmente conta 400mila bottiglie “riempite” in quest’anno (numero non definito in quanto ancora in forte crescita).

Le terre delle Sottozone sono infatti di diversa tipologia, nonostante – geologicamente parlando – il territorio romagnolo risulti piuttosto uniforme, e sabbia e argilla fondamentalmente ne costituiscono l’elemento dominante. Procedendo quindi da ovest verso est cambia il colore delle argille (passando dalle azzurre, arrivando alle brune e alle ocra), mentre il clima – nonostante la variabilità nei mesi più freddi – risulti favorevole per la crescita delle uve.

Il progetto Sottozone è nato nel 2011, per poi arricchirsi (e modificare i nomi delle sottozone di Castrocaro e Terra del Sole e San Vicinio, rispettivamente diventati Castrocaro e Mercato Saraceno) nel corso di quest’anno.

Il logo riprende un elemento di un mosaico presente all’interno del mausoleo di Galla Placidia, nelle versioni ad epigrafe e a bandiera, e cambia in base al tipo di sottozona, così come cambiano anche “il sapore, le note, le caratteristiche del sangiovese, di cui il mercato straniero e americano è fortemente appassionato”, commenta Kerin O’Keefe, presente alla successiva degustazione sul terrazzo panoramico di Rocca delle Caminate.

Tra i produttori “precursori” figurano diverse “autorità” nel panorama enologico del territorio, tra cui Tenuta Masselina, Fattoria Zerbina, Podere Palazzo, Drei Donà, Poderi dal Nespoli, Galassi Maria, e molti altri.

“Raccontare il vino è narrare un pezzo della nostra cultura; noi emiliano-romagnoli, abbiamo la cultura dello star bene da insegnare alla gente, partendo da tutta la fatica fatta nel lavoro che ci porta poi a godere della bellezza. Inoltre, il vino è un promotore della cultura dello star bene, che insegnamo non solo al resto dell’Italia ma a tutto il mondo” , commenta infine Carlo Lucarelli, parmigiano di nascita ma romagnolo d’adozione, che durante il suo discorso ha approfittato per esprimere il profondo attaccamento all’esaltazione della convivialità insita in Romagna e nella sua tradizione enologica, nonché la sua grande fiducia in una crescita proficua di questo “stile di vita”, sostanzialmente improntato all’autentico “buon vivere”

(Annalaura Matatia)