Imola. Ho esitato a lungo prima di fare la recensione a questo libro perchè tormentato da una piccola questione “etica” che però ho risolto, come spiego nel PS.
C’è una specie di sottotitolo: “Le avventure di Momar Seye”. Dunque non è la storia di Alex Sarr, senegal-imolese. Anche se in certe pagine qualche piccola coincidenza fra Momar e Moustapha colpisce e/o stupisce.
Senza fare troppo spoiler eccovi qualche filo della trama.
“L’idea di scappare di casa”: un diritto, quasi un dovere, quando si è giovani. Dite che è migrare? Sì e no, dipende dove sei nato. Se ti chiami Momar Seye e abiti a Pikine, grande periferia di Dakar, non è identico ad avere una carta di identità rilasciata a Imola. Momar è nato il 7 ottobre 1960, «famiglia benestante» e bravo a scuola eppure a 15 anni scappa (il padre però… no questo non posso dirvelo). “Un giovedì di luglio, anno 1971. Da pochi minuti è passata la mezzanotte”.
Un viaggetto da nulla: passare 4 Stati africani solo per arrivare in Libia. Tappa seguente: Parigi. Qui il ragazzino è “costretto” a crescere: militanza politica, emancipazione personale prima che economica. Un bel Paese la Francia, vero? Beh, come sopra: dipende che passaporto hai.
Qui mi fermo. Tocca a voi leggerlo.
La storia cattura: fra verità e finzione, a tratti ironica e spesso drammatica, un bel ponte (oscillante a volte) fra mondi. Ma a rendere compiuto un romanzo non basta la trama: bisogna tessere – ago e filo, pazienza e sapienza – anche le parole giuste e i personaggi non stereotipizzati. Secondo me Pagani e Sarr ci sono riusciti.
Sono 5 gli elementi e 5 le sezioni del libro: Etere, Fuoco, Aria, Terra e Acqua: il perchè dovrete scoprirlo nelle righe (e a volte sotto).
Molte altre cose saprete leggendo questo bel romanzo: le balle e le tragedie della decolonizzazione; la curiosa storia della “costellazione del corvo”; cosa fanno un centinaio di dromedari in fila; l’importanza della patente B, del Marabout, degli spiriti, delle calebasse, degli anelli, dell’essere circoncisi, di come organizzare una protesta…
Martedì 18 purtroppo non sono riuscito a essere in Bim. Peccato, anche perchè avrei avuto molte cose da chiedere ai due autori. Tipo queste:
• In una scala 1/100 quanto Momar Seye è Alex Sarr?
• Due nomi in copertina alla pari. Chi è curioso vorrebbe sapere come i due si sono incrociati: solo nel tradurre il francese-wolof di Alex o magari Andrea ha dovuto …. ha iniziato… ha voluto…. ha insistito… ha ceduto…. ?
• Perchè le pagine in corsivo?
• Un bel titolo ma sono sicuri i due autori che la terra finisca all’orizzonte? E se poi ce ne fosse un’altra? Il che potrebbe anche significare: ci aspettiamo un seguito?
PS “ETICO” – o DEONTOLOGICO se preferite le parole difficili
Una vecchia (e poco applicata) regola del giornalismo vuole che non si scriva di persone care o di nemici “giurati”. Il mio problema è che stimo Andrea Pagani (ma lo conosco quasi solo di vista), ma amo Alex Sarr. Platonicamente sia chiaro. Se volete vi dico anche uno dei perchè: ho fatto un viaggio in Senegal con Alex e da allora ho capito alcune cose importanti (tipo: che il nome ufficiale di quel Paese è Senegal ma, dopo che lo hai girato, lo pronuncerai Senz’ugual). D’altro canto odio Alex. Per almeno due motivi: mi batte quasi sempre a Scarabeo e un giorno mi ha prestato la sua bicicletta e dopo pochi metri il sellino si è tolto di botto… così io sono rimasto in vita solo grazie ai lunghi anni di esercizi con Carla Fracci e Marco Pantani. Ho deciso che questi sentimenti contraddittori mi consentivano di collocarmi alla “giusta distanza” per parlare del libro.
Complimenti per la recensione, fa venire la voglia di leggere il libro! Di solito, soprattutto quando si parla di libri, i critici si perdono in mille dettagli intellettuali molto noiosi, che alla fin fine interessano più agli addetti ai lavori che ai lettori, mentre questa recensione è anche divertente… oramai cadevo dalla sedia dal ridere così come il giornalista è caduto dal sellino della bicicletta! Un grande, davvero! Lo comprerò, mi ha troppo incuriosito!
Ho assistito alla bellissima presentazione del libro impreziosita dall’interpretazione di brani di Marina Mazzolani e dai canti di Irene Rugiero. Adesso si aggiunge anche questa recensione molto positiva. Conoscendo la professionalità e il forte senso critico di Daniele Barbieri significa che è proprio da leggere.
Ho cercato il libro online ma non lo trovo. Dove posso acquistarlo in rete? Grazie.