“E’ il giorno più importante della mia vita. Oggi il popolo definisce il modello di vita che vorrà”. Lo ha detto il candidato alle elezioni presidenziali del Brasile 2022 Luiz Inacio Lula da Silva, depositando domenica 30 ottobre la scheda nell’urna in un seggio a Sao Bernardo do Campo, alla periferia di San Paolo.

Luiz Inacio Lula da Silva (Foto Wikipedia)

Allo scrutinio finale Lula è risultato vincitore delle elezioni presidenziali in Brasile, superando il presidente uscente Jair Bolsonaro.

Il luogo dove Lula ha inserito la sua scheda nell’urna ci rende orgogliosi: a Sao Bernardo do Campo ha lavorato per venti anni don Leo Commissari, prima di essere assassinato nella notte tra il 20 e il 21 giugno 1998.

Anche solo per questa vicinanza, il Presidente Lula mi sta simpatico, perché mi ricorda gli anni della mia gioventù, quando Don Leo è stato veramente decisivo nella mia vita.

Quello che ho vissuto dopo, tra alti e bassi, è iniziato con quell’incontro.

Ora Lula potrà riportare al governo dello Stato brasiliano quei valori di solidarietà, giustizia, attenzione al bisogno degli ultimi che hanno caratterizzato la vita di Don Leo.

Lula già presidente dal 2003 al 2011, aveva promesso un ritorno alle politiche sociali che avevano caratterizzato la sua precedente presidenza. Dopo la proclamazione dei risultati ha tenuto un discorso molto emozionato a San Paolo in cui ha detto, tra le altre cose: “Hanno cercato di seppellirmi vivo, ed eccomi qui”.

Lula ha vinto dopo una campagna elettorale tesa e violenta, in cui Bolsonaro, leader della destra ultraconservatrice, aveva in diverse occasioni dato motivo di pensare che non avrebbe accettato il risultato elettorale. Al momento Bolsonaro non ha commentato il risultato né ammesso la sconfitta, e il fatto che possa non riconoscere la vittoria di Lula è un’eventualità che preoccupa molti.

Si teme che da qui all’insediamento di Lula (il primo gennaio), i sostenitori di Bolsonaro appoggiati dall’esercito possano cercare di impedire in modo violento la legittima vittoria di Lula. Il timore maggiore è che possa succedere qualcosa di simile a quanto accaduto negli Stati Uniti dopo la vittoria di Joe Biden alle ultime elezioni presidenziali, quando il presidente uscente Donald Trump non ne riconobbe la vittoria e centinaia di suoi sostenitori attaccarono il Congresso per impedire l’insediamento del nuovo presidente.

Gli anni della presidenza di Lula furono un periodo di grande crescita economica del Brasile, caratterizzati da interventi forti ed efficaci nella lotta alla povertà e alla fame nelle fasce più povere, grazie a programmi di fondi sociali e di sostegno economico diretto come “Bolsa Familia” e “Fome Zero”.

Durante la campagna elettorale aveva anche cercato di intercettare un elettorato più moderato e per questo aveva scelto come candidato vice-presidente Geraldo Alckmin, ex governatore per 12 anni dello stato di San Paolo, fervente cattolico vicino all’Opus Dei.

La presidenza di Bolsonaro è stata caratterizzata anche da numerosi scandali legati alla corruzione e da continue polemiche: Bolsonaro ha gestito in maniera assai discutibile e controversa la pandemia, in cui sono morti 685.000 brasiliani ed è stato accusato di aver sottovalutato i pericoli del coronavirus, mostrandosi scettico nei confronti dei vaccini e proponendo anche soluzioni non scientifiche.

“Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano” intona il cantautore romano Antonello Venditti in un suo noto brano.

Buon lavoro, Luiz Inacio Lula da Silva, dalla Romagna gemellata con Sao Bernardo do Campo!

(Tiziano Conti)