Imola. “Oggi abbiamo imboccato una strada con un biglietto di sola andata. Una volta intrapresa non si torna indietro. Sono troppi i vantaggi per i pazienti, per i professionisti e anche per la nostra Azienda”, queste le parole di Andrea Rossi, direttore generale dell’Ausl di Imola nel commentare la straordinaria donazione della Fondazione Cassa di risparmio di Imola che ha deciso di affiancare l’Azienda Usl di Imola, finanziando il noleggio operativo triennale del sistema Da Vinci Xi, la piattaforma robotica più evoluta e diffusa nel mondo. 

Da oggi la chirurgia robotica, la frontiera più avanzata della chirurgia mini-invasiva, è a disposizione della nostra comunità.

 “La Convenzione che abbiamo sottoscritto con l’Ausl di Imola ci vede donatori delle risorse necessarie per la dotazione di uno dei primi sistemi per la chirurgia mininvasiva robot-assistita – ha affermato Rodolfo Ortolani, presidente Fondazione Crimola. Si tratta di un investimento assai rilevante che ha visto coinvolti tutti gli organi della Fondazione. In particolare il Consiglio di amministrazione, unitamente alla Commissione medica, guidata dal dottor Vittorio Chioma, che ha condotto per molti mesi una istruttoria rigorosa finalizzata a valutare gli impatti non solo sociali ed economici, ma anche medico scientifici. Il nostro intervento, sussidiario a quello pubblico, ma indispensabile, consentirà di elevare l’assistenza sanitaria chirurgica Imolese ad un livello di eccellenza. Questo nostro impegno significherà non solo una maggiore offerta sanitaria per il nostro territorio, ma una grande possibilità e una maggiore attrattività per le nostre strutture ospedaliere nell’ambito della ricerca e della formazione.
Sono convinto che questo intervento rappresenti un’ulteriore prova e testimonianza del grande valore del nostro agire che permette di incidere sulle scelte strategiche del nostro territorio nel pieno rispetto della nostra missione. Abbiamo fatto la scelta del noleggio triennale, con l’opzione per altri due anni, anche in funzione di quella che sarà l’evoluzione tecnologia. Questo ci darà la possibilità da tre anni di valutare se puntare ancora su questo sistema, oppure se cambiarlo”. 

Si parla di un macchinario che ha un costo di acquisto di circa due milioni di euro, l’investimento della Fondazione, essendo un noleggio, ha certamente un  valore leggermente inferiore, ma si parla di un ordine di grandezza di questo genere se si considera tutto il periodo preso in considerazione. 

Dove sarà utilizzato il sistema Da Vinci Xi

Chirurgia generale ed Urologia sono le due specialità chirurgiche che utilizzeranno fin da subito il robot Da Vinci, su casi selezionati. Per il 2023 si stimano circa 150 interventi l’anno per il bacino di Imola, e ulteriori 100 interventi l’anno svolti ad Imola dai professionisti del S. Orsola sul bacino metropolitano. La casistica robotica salirà a 300 casi/anno nel 2024 e a 350 casi/anno nel 2025. Questi volumi garantiranno sostenibilità, appropriatezza e curve di apprendimento per i professionisti coinvolti.

Grazie ad un accordo con l’Azienda ospedaliera di Bologna, il robot chirurgico installato a Imola, pur finalizzato prioritariamente a soddisfare le esigenze del bacino d’utenza del nostro distretto, è messo a disposizione di un bacino più ampio, arricchendo la dotazione tecnologica metropolitana di piattaforme robotiche. Dal prossimo primo marzo la piattaforma di Imola ospiterà una seduta settimanale lunga (10h) di chirurgia robotica dell’Aosp, corrispondente a 100 interventi/anno di chirurgia urologica e ginecologica.

Una vera e propria rete metropolitana di chirurgia robotica coordinata da Irccs-Aosp di Bologna, governata da un board organizzativo per l’allocazione dei pazienti e degli interventi in rapporto alla complessità chirurgica e le comorbidità che contribuirà, tra l’altro, alla riduzione delle liste di attesa del Policlinico S. Orsola, in particolare per i pazienti assistiti dall’Azienda Usl di Imola, che riceveranno così una risposta di prossimità; realizzerà progetti di ricerca in rete nel campo delle tecniche chirurgiche ed interventistiche d’avanguardia ed assicurerà una formazione specialistica innovativa.

La chirurgia robotica oggi

La stazione di monitoraggio

Oggi la chirurgia robotica videoassistita rappresenta la frontiera più avanzata della chirurgia mini-invasiva, l’ultimo gradino nello sviluppo delle innovazioni tecnologiche in chirurgia.

Inizialmente pensata per assecondare le esigenze chirurgiche di accedere a distretti anatomici notoriamente difficoltosi con l’approccio laparoscopico, come la pelvi maschile, e quindi con indicazioni prevalentemente urologiche, la chirurgia robotica si è oggi evoluta al punto da permettere l’esecuzione di interventi complessi di tutti gli organi e visceri toraco-addominali.

Il robot riproduce gli stessi gesti del polso umano, consentendo libertà di movimento su 7 assi (a differenza dei 4 assi degli strumenti di laparoscopia convenzionale), ed una rotazione di quasi 360°, permettendo quindi di effettuare movimenti che non sarebbero altrimenti possibili.

I vantaggi per i pazienti

Per i pazienti gli interventi robotici prevedono incisioni minime con notevole diminuzione del dolore post-operatorio e con migliori risultati estetici e funzionali: le perdite di sangue sono limitate, e conseguentemente la necessità di trasfusioni; è molto ridotta la probabilità di infezioni del sito chirurgico; sono più brevi i tempi di recupero ed il ritorno alla normalità; si riducono i tempi della degenza ospedaliera e l’incidenza delle complicanze post-chirurgiche con il rispetto e la conservazione delle funzionalità primarie grazie alla maggior precisione e alla minore invasività; migliora infine la qualità percepita e la soddisfazione per l’assistenza e le cure ricevute.

I vantaggi per i chirurghi

L’utilizzo del sistema robotico aumenta il comfort e riduce lo stress fisico del chirurgo durante gli interventi, grazie all’avanzata ergonomia del sistema. Il campo operatorio è visualizzabile ingrandito in tre dimensioni e in alta definizione; il robot riesce a filtrare e a minimizzare eventuali tremori dell’operatore; risulta eliminato l’effetto “buco della serratura”, tipico della laparoscopia, risultando eseguibili movimenti più naturali, tipici della chirurgia a cielo aperto; è consentita un’estrema facilità di accesso anche a distretti anatomici difficoltosi; migliora infine la radicalità degli interventi oncologici, con conseguente riduzione del rischio di recidiva, grazie alla precisione delle procedure, alla possibile manipolazione di strutture anatomiche delicate (es. vasi sanguigni) difficilmente aggredibili in altro modo ed al riconoscimento di strutture anatomiche difficili da visualizzare in determinati contesti chirurgici (es. piccoli linfonodi, vasi linfatici).

Non va poi sottovalutato l’aspetto motivazionale e di prestigio professionale per le équipe chirurgiche e, conseguentemente, il vantaggio reputazionale per l’Azienda Sanitaria che incrementa la propria attrattività, in primis verso i propri assistiti.

La diffusione dei sistemi robotici

In Italia si contano ad oggi oltre 160 installazioni robotiche, pari ad 1 ogni 370.000 abitanti; sempre a livello nazionale, il numero degli interventi svolti annualmente con sistemi robotici è in costante incremento, con una crescita media annua pari al 27%; nel 2022 la casistica clinica supererà i 30.000 interventi/anno. Grazie ad una tecnologia in costante evoluzione, con evidenze sempre più solide e applicazione in diverse specialità chirurgiche, l’utilizzo della chirurgia robotica si sta estendendo ad un numero sempre maggiore di interventi, spingendo molte strutture ospedaliere a sviluppare programmi di chirurgia robotica multispecialistici.

Il Sistema robotico Intuitive Da Vinci Xi

Il sistema chirurgico Da Vinci della Intuitive Surgical è la piattaforma robotica più evoluta e più diffusa nel mondo; viene utilizzata correntemente nelle procedure chirurgiche urologiche (prostatectomia, cistectomia e interventi sul rene), nella chirurgia ginecologica neoplastica, nel trattamento dell’endometriosi e può essere utilizzato per qualsivoglia procedura di chirurgia addominale e toracica; trova indicazioni anche in chirurgia otorino e in chirurgia senologica. Il robot da Vinci Xi, evoluzione del sistema X, è strumento ideale per la chirurgia ad alta complessità in campi chirurgici ampi e multi-quadrante nelle discipline sopra ricordate, con il boma del carrello paziente completamente automatizzato, in grado di semplificare e velocizzare gli accessi anatomici grazie ad una buona flessibilità e versatilità.  

 

Le specifiche tecniche della piattaforma robotica >>>>

Un nuovo direttore per Ostetricia e Ginecologia

La conferenza stampa è stata anche l’occasione per annunciare che si sono concluse le procedure selettive per la direzione dell’unità operativa di Ostetricia e Ginecologia, vacante  dopo il pensionamento del dottor Zucchini. Presto vi sarà l’annuncio del nuovo direttore, il cui arrivo è stato anche favorito da questa nuova piattaforma robotica sulla quale presto opererà direttamente. 

Le dichiarazioni

Andrea Rossi, direttore generale Ausl Imola

Se ci troviamo qui oggi lo dobbiamo alla Fondazione alla quale vanno i nostri profondi ringraziamenti, ma nello stesso tempo è il frutto di un grande gioco di squadra al quale hanno partecipato tutti i soggetti qui presenti. Il Sant’Orsola è il capofila dei trattamenti innovativi e la robotica è certamente un trattamento innovativo in chirurgia. Quindi la nostra Azienda può dire di fare pienamente parte della nuova frontiera della ricerca e delle tecniche più avanzate in campo sanitario.

In una stagione dove è difficile fare investimenti, quando questi si rendono possibili devono essere assolutamente mirati ed efficaci nel generare un miglioramento della qualità dell’assistenza. Questo regalo che abbiamo trovato sotto l’albero non ci trova impreparati, infatti si inserisce in un contesto di scelte strategiche che abbiamo avviato sette anni fa per andare verso una evoluzione ulteriore delle tecniche di chirurgia mini invasive. La trasformazione tecnologica, in questo caso l’introduzione della robotica nella chirurgia, è un biglietto di sola andata, una volta intrapresa questa strada non si torna indietro. Sono troppi vantaggi per i pazienti, per i professionisti e anche per la nostra Azienda. 

Intanto dal punto di vista reputazionale perché completa un processo di qualificazione che fa del nostro ospedale un punto di riferimento per i trattamenti chirurgici mini invasivi multidisciplinari. Inoltre rappresenta un fattore di grande motivazione per tutti coloro che operano nel sistema sanitario, uno stimolo a fare meglio. Nonché un elemento di attrattività e di assoluto valore che ci permetterà di ridurre la fuga dei nostri pazienti che non trovano nell’ospedale una risposta ai loro problemi. Un altro grande vantaggio è di avere a disposizione una piattaforma robotica che ci consente di sviluppare delle relazioni di rete con gli altri centri che dispongono di sistemi robotici, in primis l’Azienda ospedaliera di Bologna ma non solo. Non di meno potremo sviluppare, sempre in rete, un’attività di ricerca e di didattica specialistica innovativa. quindi una strada di sola andata, lunga e impegnativa, ma per la quale siamo opportunamente attrezzati per percorrerla.

Chiara Gibertoni, direttrice generale Azienda ospedaliera Policlinico Sant’Orsola

Questo investimento, sostenuto dalla Fondazione, ha una valenza importantissima se vogliamo tutelare un sistema pubblico universalistico come quello che la nostra Regione interpreta in maniera così eccellente. Ma ciò è possibile solo con l’innovazione. La scelta della Fondazione va, quindi, oltre l’opportunità per i singoli professionisti perchè è finalizzata a sostenere quel servizio pubblico che a mio parere è un elemento indispensabile di democrazia.

Il nostro obiettivo è quello di dare un servizio di qualità ai cittadini, non possiamo rimanere indietro, ma dobbiamo farlo con intelligenza. Questo progetto, nato da una relazione che abbiamo costruito in un’ottica metropolitana, è l’esempio di come allocare le risorse nel migliore modo possibile, non cadendo nel rischio, legato ai processi d’innovazione, che è quello della moda. Purtroppo anche la sanità vive questo problema, spesso l’innovazione dei dispositivi e dei farmaci è promossa in modo commerciale. Quindi la paura di un tecnico come di un direttore generale è di investire delle risorse pubbliche andando dietro a delle mode, che non sempre portano un reale beneficio per il paziente, che resta sempre il nostro obiettivo.

Solo la ricerca ci può mettere al riparo da questo rischio ed è la scelta che abbiamo fatto come Sant’Orsola quando è diventato un Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs) e assieme alla Regione abbiamo scelto la strada dell’Innovazione che oggi ci caratterizza. E su questa scia si colloca oggi la scelta fatta dall’Ausl di Imola e dalla Fondazione Cassa di risparmio. E questa scelta permette oggi al Sant’Orsola di rinunciare ad una delle due piattaforme robotiche Da Vinci che avevamo attivato per ridurre le liste di attesa create nel periodo della pandemia, per puntare su un robot di un’altra azienda, garantendo così anche la possibilità di un confronto tecnico tra i due prodotti. Grazie a Imola potremo avere una seduta settimanale alla nuova piattaforma robotica, sufficiente a garantire di potere esaudire tranquillamente il surplus delle liste d’attesa. 

L’altro aspetto fondamentale è la formazione sulla quale stiamo lavorando sia con il Sant’Orsola che con l’università. La scommessa è quella di formare una generazione di chirurghi capaci di usare le tecniche più avanzate, ma nello stesso tempo preservare anche le competenze sulle tecniche più tradizionali. 

Infine il merito di questo accordo è di saldare una visione metropolitana della sanità bolognese, non deve più esiste un noi e un voi, dobbiamo mettere assieme le capacità e anche la generosità che i vari territori riescono ad esprimere per elevare la sanità  bolognese oltre il livello nazionale. 

Marco Panieri, sindaco di Imola

Con questo investimento fortemente voluto dalla Fondazione Cassa di Risparmio, e grazie ad un importante lavoro di squadra, diamo una risposta concreta al territorio, un segnale di fiducia per il nuovo anno appena iniziato. La dimostrazione che anche il nostro territorio è capace di investire in innovazione e tecnologia per dare quella risposta che tutti i cittadini cercano nel nostro sistema sanitario. Una risposta meno invasiva che permetta anche una ripresa più veloce. Un successo di quel sistema di rete metropolitana, alla quale partecipiamo, che ha permesso di ottenere un risultato non scontato. Colgo l’occasione per ringraziare tutti i personale sanitario che in questi anni difficilissimi ha dato una grande dimostrazione di professionalità e oggi questa nuova strumentazione è anche un omaggio a chi è sempre stato in prima linea. 

 

Emilio Emili, direttore del dipartimento chirurgico e dell’unità operativa di Urologia

La tecnologia avanzata, l’automazione, l’intelligenza artificiale, la mini invasività: tutto ciò che culmina nella robotica sta nell’ordine delle cose. Rimanere fermi significa arretrare. L’Azienda sanitaria imolese, pur essendo piccola, ha sempre considerato questo un aspetto fondamentale. Da tempo ragioniamo in termini di innovazione in tutte le specialità presenti a Imola e questo robot è lo strumento straordinario di eccellenza perché consente la massima qualità di cura per il cittadino a prescindere dal punto di ingresso. Non importa da quale angolo dell’area metropolitana provenga, l’importante è che sappia che può accedere indifferentemente in  qualsiasi  ospedale della nostra rete metropolitana e qui troverà il massimo della qualità. La strada per combattere la mobilità passiva, la fuga verso altri centri di cura, è l’eccellenza. A me piace questo concetto di rete. Lo paragono a un ricamo, bellissimo davanti, brutto perchè complicato dietro, Le reti nella sanità sono così: complicate ma bellissime. 

Michele  Masetti, direttore dell’unità operativa Chirurgia generale

Il robot Da Vinci è arrivato il 22 dicembre. Da tempo ci eravamo attivati sulla formazione di una parte del personale preventivamente selezionato, poi la espanderemo anche a tutti gli altri. Oggi possiamo finalmente dire che una di queste 5.600 piattaforme robotiche sparse in tutto il mondo, è già attiva nell’Ausl di Imola. Sì, perché questa è stata la settimana del nostro debutto. Abbiamo operato tre pazienti imolesi malati neoplastici, lunedì, martedì e mercoledì, o oggi (venerdì 13 gennaio) questi pazienti sono già nelle loro case.
E’ chiaro allora come questa piattaforma robotica renda possibile dei risultati clinici che fino a poco fa erano impensabili. Ma ciò è stato possibile non solo grazie alla macchina o al chirurgo, ma soprattutto ad una squadra che in questi mesi abbiamo cercato di amalgamare, con la certezza di avere oggi a disposizione uno strumento dal grande potenziale. Ciò permetterà di formare chirurghi che potranno garantire al paziente un trauma inferiore a quello della chirurgia classica, ma anche della laparoscopia.