Bologna. “Renato Zangheri è una figura di grande levatura intellettuale e politica, che ha lasciato un segno indelebile come Sindaco di Bologna, prestando un impegno fondamentale su temi come i quartieri, la qualità dei servizi universali ed accessibili a tutti i cittadini e ovviamente le innovazioni sul piano della cultura, eredità non solo per nostra città.” Così il sindaco della Città Metropolitana Lepore in occasione della nascita del “Centro studi e ricerche Renato Zangheri”, fortemente voluto dalla Fondazione Duemila di Bologna (un centro studi e ricerca sulla Cultura, la Formazione, l’Innovazione politica e Amministrativa molto attivo da anni) e dalla famiglia (la moglie Claudia Dall’Osso ed il figlio Renato Maria).

Renato Zangheri (Foto Wikipedia)

La Fondazione sosterrà il nuovo Centro studi e mette a disposizione la sede in piazza dell’Unità a Bologna; la famiglia ha donato la biblioteca del sindaco-professore che consta di migliaia di volumi, la fototeca ed altro materiale, in fase di inventariazione.

Il progetto è già stato presentato a Bologna nella sala stampa del municipio accanto alla residenza del sindaco ed a Roma alla Camera dei Deputati.

Presidente del Centro è il professor Walter Tega, tra i componenti del consiglio direttivo troviamo personalità tra quali Mauro Roda e Federico Castellucci. Direttore Carlo De Maria, professore associato di Storia contemporanea all’Università di Bologna; hanno già assicurato una collaborazione studiosi e consulenti di assoluto prestigio quali Luciano Canfora, Linda Giuva, Vera Negri Zamagni, Donald Sassoon, Giuseppe Vacca.

L’imolese Claudia Dall’Osso, vedova di Zangheri, è Presidente Onoraria.

Non dimentichiamo che Zangheri è nato a Rimini, poi ha vissuto a Bologna dove è stato un sindaco innovatore noto in tutto il mondo, a Roma dove è stato parlamentare, presidente dell’Istituto Gramsci e dirigente di partito al fianco di Enrico Berlinguer, ha frequentato San Marino dove è stato Rettore dell’Università ed ha fondato il Centro studi storici, infine è deceduto ad Imola dopo aver ivi vissuto 22 anni.

Qui ha collaborato ad iniziative culturali di rilievo in città, in particolare alle celebrazioni del suo amato Andrea Costa, alle attività della Fondazione Cassa di Risparmio nei progetti del “Centro studi Storia del Lavoro” e di “Civitas”, dedicato alle tematiche degli Enti locali, infine qui ha lavorato alla sua opera forse più importante: la “Storia del Socialismo” edito da Einaudi, il cui terzo volume uscirà postumo.

Perché Zangheri coltivò fino alla conclusione della sua vita quello che fu probabilmente il suo interesse culturale preminente: la storia del socialismo italiano e, in particolare, l’appassionante figura di Andrea Costa.

L‘importanza dell’evento è testimoniata dalla folta presenza di stampa e radio e tv alle presentazioni (Radio Radicale ha registrato e messo in rete l’intera presentazione fatta a Roma), oltre che di politici e uomini di cultura, tra i quali gli on. Virginio Merola e Andrea De Maria, Giuseppe Vacca, Ugo Sposetti.

Le finalità e gli ambiziosi obiettivi del Centro sono stati bene illustrati da Dall’Osso, Tega e Roda, e si possono trovare nella home page del neonato sito web all’indirizzo www.centrostudizangheri.it.

Li possiamo così sintetizzare: valorizzazione del patrimonio culturale generosamente donato dalla famiglia, promozione, anche attraverso borse di studio post-dottorato, dell’attività di ricerca sulla biografia politica e culturale di Zangheri e sulle principali questioni che furono al centro del suo interesse scientifico e accademico, laboratori didattici nelle scuole e di iniziative di public history su alcuni grandi temi civili presenti nella riflessione di Zangheri (come la partecipazione democratica, lo sviluppo del welfare e dei servizi sociali, i diritti del lavoro, la pace e la cooperazione internazionale), la storia e la memoria del Novecento, la promozione di una analisi politica e sociale rivolta ai problemi del presente: tutto ciò si tradurrà in conferenze e cicli di incontri che animeranno la vita del Centro.

Perché la nostra democrazia ha quanto mai bisogno delle forze politiche, fortemente indebolite negli ultimi anni, dei corpi intermedi, del volontariato solidale, dei cittadini che se ne facciano difensori e interpreti.

Storia, dunque, ma anche politica ed istituzioni, con uno sguardo volto al futuro.

Infatti, l’attività del Centro punta a tenere saldamente unite memoria storica ed innovazione, intesa quest’ultima come fattore di emancipazione, libera espressione e manifestazione della persona, di superamento delle diseguaglianze.

Ce n’è senz’altro bisogno.

La sede del Centro sarà inaugurata nell’autunno del corrente anno e per il 2025, centenario della nascita di Renato Zangheri, si prevedono svariate iniziative, tra cui sicuramente un convegno internazionale ed una mostra.

“Mi pare che Renato torni a vivere e nel modo più bello, perché corrispondente alla sua indole e al suo pensiero profondo”, ha commentato Claudia Dall’Osso.

(Marco Pelliconi)