Bologna capitale dell’arte contemporanea: Arte Fiera e Art City riprendono il loro posto nel calendario. Tornano in inverno dopo due anni di collocazione temporanea in primavera, causa Covid.
Da oggi, 27 gennaio, prende il via ART City con il suo Main program di 12 progetti e 1 progetto speciale secondo il format in auge da qualche anno. ART City fa da preludio e accompagna lo svolgimento di Arte Fiera, dal 3 al 5 febbraio nei padiglioni del quartiere fieristico di via Aldo Moro.
La programmazione prevede 150 eventi con una proposta ampiamente rappresentativa delle pratiche artistiche e contemporanee. Artisti giovani e meno giovani, alcuni emergenti che hanno l’opportunità non solo di esporre, ma di pensare, creare, produrre con un budget a disposizione. Lo specifica Lorenzo Balbi direttore artistico della kermesse per il sesto anno consecutivo e direttore del MAMbo.
Luoghi e spazi
Bologna aprirà luoghi pubblici e privati per un evento unico e peculiare nel panorama nazionale. Diversi di questi, di norma non visitabili, non hanno attitudini espositive ma per l’occasione si trasformano in luoghi d’arte accogliendo la creatività artistica. Molte le opere site specific che dialogano con lo spazio in cui avvengono, si compiono , si collocano. Spazi soliti in versione insolita potranno essere dunque vissuti dal pubblico con sguardo impertinente. Dai musei civici e dai Palazzi storici di pregio artistico e architettonico, ai Teatri di Vita, al Cassero, al Nuovo Parcheggio Stazione in via Fioravanti ai più consueti Oratorio di S. Filippo Neri e LabOratorio degli Angeli, a Bagni di Mario (Conserva di Valverde), al KAPPA-NOUN di S. Lazzaro. Non fanno difetto le numerose Gallerie d’arte della città e moltissimi altri spazi pubblici e privati.
Identità visiva
L’immagine dell’edizione 2023, in continuità di stile con gli anni scorsi, è il prodotto creativo di Marco Casella e Filippo Tappi. Dal cielo alla terra affacciandosi al mare. Gli autori si sono ispirati ai cartografi medievali e rinascimentali che collocavano mostri e figure di fantasia per rappresentare l’ignoto, i territori ancora da scoprire. Figura di riferimento ideale è anche Ulisse Aldrovandi (1522- 1605) di cui Bologna celebra i 500 anni dalla nascita con la mostra aperta a Palazzo Poggi nel 2022 e ancora visitabile. Padre fondatore delle scienze naturali, dedicò le ultime pagine della sua Naturalis Historia al tema dei “mostri celesti” eccezionalità astronomiche che rimangono per lo più inspiegabili. La mappa della città di Bologna, spiegano Tappi e Casella, diventa terra da esplorare. Al centro il viaggio, più che la meta, la trasmutazione, il disorientamento che risveglia lo sguardo. Il mostro indica un luogo misterioso. Ed è proprio lì che bisogna andare. Una metafora intrigante ed efficace per invitare il pubblico a scoprire i luoghi sconosciuti e misteriosi che l’arte apre a tutti in senso fisico e immateriale. In questo si sostanzia l’operazione culturale di promozione e divulgazione artistica di ART CITY.
Il Main Program
L’inedita collaborazione coi Teatri di Vita colloca il Progetto speciale di questa edizione nei locali del teatro in via Emilia Ponente 485. Un’opera lirica, tutta femminile, per dieci cassiere col sottofondo di un centro commerciale e pianoforte racconta la vita interiore delle lavoratrici protagoniste , mostrando cosa si nasconde dietro i sorrisi forzati e i saluti meccanici “Buongiorno”, “Grazie”, “Buona giornata”. Lo spettacolo trasforma l’alienazione quotidiana di cassiere senza volto e dalle sembianze robotiche in personaggi vivaci e brillanti. Le artiste Valva Grainytè (autrice del libretto), Lina Lapalitè (Compositrice e direttrice musicale), Rugilè Barzdziukatè (regista e scenografa) sono lituane. Componenti del collettivo Neon Realism con cui nel 2019 hanno vinto il Leone d’Oro alla Biennale d’Arte di Venezia per la migliore partecipazione nazionale con il Padiglione della Lituania con l’installazione “Sun & Sea (Marina)”. Tre le repliche : 3,4,5 febbraio.
Il Main program si apre idealmente al MAMbo con Atlantide 2017-2023 personale del video artista e regista Yuri Ancarani. La mostra è concepita come un’ “esplosione del film Atlantide (2021) presentato in anteprima nella sezione “Orizzonti” della Mostra del Cinema di Venezia nel 2021 e poi in numerosi festival Internazionali. A Yuri Ancarani è inoltre dedicata la prima edizione del progetto Led Wall Commission ideato da Arte Fiera: all’ingresso di Piazza della Costituzione un megaschermo di 5×9 metri proietterà video d’Artista concepiti specificamente per il formato billboard e per la visione di chi attraversa la soglia del quartiere.
A due passi dal MAMbo il Cassero LGBTI+ Center si incontra col mondo grottesco di Nathalie Djuberg Leone d’argento alla Biennale di Venezia del 2009 come più promettente giovane artista in duo con Hans Berg. L’opera è una video installazione Putting down the prey a cura di Sabrina Samorì. Nei paesaggi dell’assurdo creati dall’artista svedese piante e animali in plastilina sono chiamati a interpretare le pulsioni e le contraddizioni dell’Uomo.
Luogo inconsueto per il progetto BSTRD della coreografa di origine greca Katerina Andreou. Per la sua performance doppio appuntamento al Roof 5° piano del Nuovo parcheggio della Stazione in via Fioravanti : 28 gennaio ore 21 e 4 febbraio dalle 19 alle 24 durante Arte Fiera come video installazione. Una produzione ad hoc girata nello stesso luogo. BSTRD sfida il confine fra autonomia e autorità, condizionamento e libero arbitrio.
Dalla Stazione a Palazzo De’ Toschi, Sala convegni della Banca di Bologna che ospita la personale Finding form dell’artista tedesca prematuramente scomparsa nel 2018, Bettina Buck. Il suo lavoro, declinato prevalentemente nella scultura, nell’installazione e nella performance affronta alcuni termini specifici della sua ricerca: postura (del corpo e della scultura, tra forma e oggetto), gravità (come forza a cui la forma si assoggetta), caduta (come azzeramento della forma), occultamento (permette di immaginare più che vedere la scultura) , domestico (gli immediati dintorni nei quali la forma diventa scultura).
Da Piazza Minghetti a Palazzo Vizzani in via S. Stefano dove Alchemilla presenta il progetto And We Thought III di Roberto Fassone + Ai Lai+LZ. Ai Lai è una intelligenza artificiale nata nel 2021 che ha l’abilità di pensare resoconti di esperienze psichedeliche. Racconta il suo rapporto con funghi allucinogeni. Le storie sono varie. In esse compaiono cervelli frammentati, amici con gli occhi blu, alieni negli armadi.
Da via S. Stefano non dista molto via Degli Angeli dove, nel LabOratorio degli Angeli presso la Chiesa sconsacrata di S. Maria Degli Angeli, l’artista Eva Marisaldi presenta il progetto site specific Guarda caso curato da Leonardo Regano. Una rilettura dello spazio come grande archivio transitorio di opere e oggetti d’arte che nel loro incontro casuale raccontano una storia in continua evoluzione.
Da oratorio a oratorio tornando nel cuore del centro città per l’installazione site specific Seeking Blue Gold del duo anglo-argentino Lucy + Jorge Orta. Curata da Cristina Francucci e Tatiana Basso ripensa lo spazio dell’Oratorio S. Filippo Neri focalizzandosi sul bene primario dell’acqua, oggetto di controversie politiche economiche e di una distribuzione iniqua.
Patrick Procktor è un protagonista imprescindibile del panorama artistico londinese degli anni Sessanta e Settanta. La mostra delle sue opere A View From a Window curata da Tommaso Pasquali è negli spazi di Palazzo Bentivoglio. A partire da un nucleo di opere della collezione permanente del Palazzo, presenta una selezione di una sessantina di lavori tra dipinti, acquerelli, disegni, datati dai primi anni Sessanta ai primi anni Novanta.
Ci si sposta verso i colli bolognesi ai Bagni di Mario (Conserva di Valverde) nella sala ottagonale realizzata nel 1563 dall’architetto Tommaso Laureti per alimentare la fontana del Nettuno. Qui l’installazione di grandi dimensioni dell’artista britannica Dominique White agisce da punto di fuga prospettico della sala. Il concetto di Stateless indica un non-spazio senza tempo né restrizioni, uno stato alterato, oltre lo Stato, in cui la Blackness esiste indisturbata. E’ un’utopia abitata da naufraghi, fuggitivi e liberi.
Si torna ai Teatri di Vita dove nella Sala Studio va in scena l’operetta The Teacher di Agnes Scherer prodotta da MAMbo. Per la prima volta in Italia, il lavoro artistico, con la cura di Caterina Molteni, è un’acuta riflessione sulle dinamiche del potere che svela la dipendenza sistemica tra chi guida e coloro che, per appartenenza a una classe o a una minoranza, rimangono in posizione subalterna. Forme narrative archetipiche diventano specchi attraverso i quali leggere la società contemporanea.
Infine, si esce da Bologna verso S. Lazzaro per il dodicesimo progetto del Main Program. Al KAPPA-NOUN è allestita a cura di Valerio Dehò, la personale dell’artista tedesco Gerold Miller. Il suo lavoro è sul rapporto concettuale tra l’opera d’arte e lo spazio in cui veniva collocata, elaborando dei quadri-cornice che definivano le ambiguità delle coordinate prospettiche classiche. Tutte le sue opere non definiscono una immagine, ma piuttosto un confine, tra scultura e pittura, tra spazio interno ed esterno.
Da segnalare inoltre il Project Room presso il MAMbo “Viola”! Pablo Echaurren e gli indinai metropolitani sul movimento del 1977 a Bologna.
L’ Accademia delle Belle Arti ripropone inoltre ARTalkCITY, ciclo di incontri mattutini in Aula Magna coordinato da Maria Rita Bentini in cui alcuni degli artisti protagonisti del main program, Yuri Ancarani, Roberto Fassone, Eva Marisaldi, Lucy+Jorge Orta oltre a Tommaso Pasquali (curatore) , si raccontano.
Tutti gli eventi sono gratuiti e per orientarsi fra i moltissimi eventi che animeranno anche la Notte bianca del 4 febbraio (apertura fino alle 24) saranno disponibili una mappa e la guida booklet con testi curatoriali e la descrizione dei tredici luoghi sul main program nei quali è in distribuzione.
Il programma completo di ART CITY Bologna 2023 è su art city.bologna.it.
(v.g.)