Imola. La Cavim ha finalmente visto all’opera l’assemblea dei soci e dobbiamo dedurre, dal fatto che le bocche sono cucite e che non è stato facile ottenere qualche informazione, che si è trattato di un evento non semplice.

L’incontro, convocato dai sindaci revisori e non dal presidente (che a lungo ha avuto un atteggiamento ostile verso questo passaggio democratico), è stato però largamente gestito da quest’ultimo che ha fra le altre cose detto che gli articoli sui mezzi di informazione potevano creare problemi all’azienda.

Vecchio trucco molto italico: c’è un problema? Come definire altrimenti la situazione di Cavim dove si è dimesso un vicepresidente ed è stato licenziato un direttore?

Meglio non parlarne troppo e quindi invece di individuare le origini del malessere si preferisce immaginare un soggetto esterno che minaccia l’azienda.

Ma quando la questione è da allarme rosso tutto sfugge di mano e si rischiano dei clamorosi autogol.

Preferiamo però partire dalle parole di del socio Giordano Zambrini (attualmente è anche il vicepresidente di Cia Imola): “Assemblea molto partecipata; in alcuni passaggi (dell’intervento del presidente) atteggiamenti arroganti da ‘leone braccato’ e come qualcuno, giustamente, gli ha fatto notare, ha scritto la pagina più brutta della storia di Cavim. Poi ha saputo gestire molto bene l’assemblea anche se poco convincente in certi passaggi, il dato più positivo che si può cogliere è l’impegno a presentare una proposta sul futuro della Cavim appena terminata l’analisi completa della situazione, molto complessa, che sta attraversando questa cooperativa”.

Termina qui la testimonianza di Zambrini e possiamo aggiungere alcuni dati di fatto. Non è stato ricomposto il consiglio di amministrazione dopo le dimissioni di alcuni suoi componenti e all’assemblea erano presenti i sindacati agricoli e un rappresentante di Confcooperative.

Ha parlato solo Scala, direttore di Coldiretti che sembra aver garantito un impegno per salvaguardare l’azienda e il futuro di oltre 300 soci. Non sono mancati nel suo intervento annotazioni critiche su una trasparenza che poteva essere migliore.

La Cia di Imola è rimasta silenziosa, come ha fatto in tutto questo periodo.

Arrivederci fra 40 giorni.

(m.z.)