Il mondo del lavoro è sempre propenso a dei cambiamenti, specialmente quando si tratta di adattarsi a nuove situazioni, tecnologie e molto altro ancora. Tutto questo in un modo sorprendentemente veloce.
Chi opera in questa realtà deve essere sempre pronto a delle nuove sfide e disporre di livelli elevati di resilienza e spirito di adattamento. In questo contesto, diventano fondamentali due processi in particolare che garantiscono la sopravvivenza all’interno del mondo del lavoro: l’upskilling e il reskilling.
Upskilling: cos’è e in che modo procedere
Quando si parla di upskilling si intende quel processo di formazione mediante il quale un agente lavorativo tende a migliorare le proprie competenze tecniche e conoscenze o ad acquisire nuove esperienze nell’ambito feriale cui già si trova. Entrando più nello specifico, le competenze a favore del lavoratore che possono essere aggiornate sono le capacità digitali, analitiche e organizzative.
Si può affermare che la necessità di ricorrere all’upskilling sia emersa nel momento in cui il digitale è definitivamente esploso, offrendo innumerevoli possibilità e rendendo così evidente il bisogno di rivedere e perfezionare molti processi e attività all’interno delle aziende.
Anche chi si trova nello stato di disoccupazione, prima di cominciare un nuovo lavoro, può sfruttare il proprio tempo a disposizione per il proprio upskilling. Lo stesso vale per chi, invece, un lavoro già ce l’ha, ma ha necessità di rimanere al passo con le ultime novità nel proprio campo professionale. In entrambi i casi, è fondamentale e utile intraprendere dei percorsi formativi, come i master di specializzazione di RCS Academy, ad esempio, che danno la possibilità di aggiornare le proprie competenze comodamente durante i weekend. In questo modo, si avrà l’opportunità di riempire ulteriormente il proprio bagaglio di conoscenze al fine di non rimanere fuori dal mercato del lavoro.
Reskilling: definizione e differenze con upskilling
Il reskilling è un altro tipo di processo che tende a portare allo sviluppo di nuove competenze che danno modo al lavoratore di andare a ricoprire ruoli diversi all’interno di un’azienda per la quale lavora. Il reskilling è simile all’upskilling per molti concetti, come, ad esempio, insegnare a tutti i lavoratori professionisti quelle competenze che ancora non si dispongono, ma un processo si differenzia dall’altro soprattutto per l’approccio e il tipo di formazione da avviare.
Se l’upskilling è ideato per rendere più abile una persona nel proprio lavoro evitando l’allontanamento dal proprio ambito, il reskilling ha, invece, lo scopo di riqualificare una persona abile, le cui conoscenze pregresse non sono più necessarie per una nuova direzione della società per la quale lavora. Il mercato cambia a causa di innovazioni tecnologiche, limiti situazionali e tanto altro ancora; piuttosto che lasciare al proprio destino il lavoratore licenziandolo, è preferibile riposizionarlo all’interno della società usufruendo dei vantaggi che ne possono conseguire.