Imola. La città, nelle sue diverse articolazioni istituzionali, economiche, culturali e sociali ha voluto ricordare ieri la figura di Vittorio Lenzi. Era gremita, infatti, la sala del Consiglio comunale, in municipio, per l’iniziativa “Ricordando Vittorio Lenzi. A dieci anni dalla sua scomparsa”, organizzata, a nome dell’Amministrazione comunale, dal sindaco Marco Panieri e dal presidente del Consiglio comunale, Roberto Visani. Una comunità intera che ha espresso la propria commozione, insieme ai sentimenti di sincera stima, rispetto, amicizia e profonda gratitudine nei riguardi di Vittorio Lenzi e del suo operare in nome del “bene comune”, facendo emergere forte il senso di una comunità unita.
La figura di Vittorio Lenzi – Vittorio Lenzi fu chiamato alla fine del novembre 2000 dall’allora sindaco Massimo Marchignoli, a ricoprire l’incarico di assessore al Bilancio e al Personale del Comune di Imola, dopo essere stato direttore generale della Banca Cooperativa di Imola, poi diventata Banca di Imola, dal 1990 al 1997. Lenzi rimarrà in carica per due mandati amministravi, sempre con il sindaco Marchignoli, fino al febbraio 2008. Proprio il sindaco Massimo Marchignoli, in seguito, lo ricordò con queste parole: “Vittorio non fu solo un grande Assessore, era un uomo buono, gentile, sensibile e capace”. Nel corso della sua vita, a fianco di queste attività lavorative, vi è sempre stato un forte, intelligente e determinato impegno in campo del sociale, per portare sostegno in particolare a chi era più in difficoltà.
Proprio per questo, al fine di rendere un ritratto a tutto tondo di Vittorio Lenzi, nel corso dell’incontro sono intervenuti Marco Panieri, Sindaco di Imola; Roberto Visani, Presidente del Consiglio comunale di Imola; Alberto Domenicali, Presidente onorario Banca di Imola; Silvia Penazzi, Presidente associazione Glucasia; Lucia Valtancoli, Presidente associazione Alzheimer; Shirley Ehrilch, Vicepresidente e fondatrice dell’associazione Professione Medica e Insalute; Micaela Ravagli, Responsabile generale Comunità “Il Sorriso”; Luca Dal Pozzo, Presidente gruppo cooperativo Solco Civitas; Luigi Lanza, in rappresentanza del Lions Club Imola Host; Bruna Gualandi, ex dirigente al bilancio del comune di Imola; Fabrizio Castellari, Vicesindaco di Imola e Stefano Lenzi, figlio di Vittorio Lenzi.
Le testimonianze di Panieri, Visani e Castellari – “Vittorio Lenzi è stata una figura di spicco per la Città di Imola e particolarmente rilevante per l’Amministrazione Comunale. Nel corso del suo impegno è stato capace di dare risposte importanti, efficaci e concrete, a numerose necessità, dimostrando un’attitudine intelligente e generosa. La professionalità e lo stile con i quali si poneva al servizio della “res pubblica” sono tutt’oggi di esempio ad ogni amministratore pubblico. In particolare, ha sempre avuto molto a cuore il terzo settore e le realtà sociali della nostra comunità, lasciando un segno indelebile nei diversi enti ed associazioni al cui sviluppo ha fortemente contribuito, grazie alla sua capacità di “fare rete” nel territorio, di essere orecchio in grado di ascoltare le necessità della comunità e dare soluzioni concrete senza spot o populismi, in nome del valore dell’impegno pubblico” ha sottolineato il sindaco Marco Panieri, nel portare il proprio saluto.
“Quanti, come me, hanno avuto la fortuna di conoscere Vittorio, credo che ancora oggi conservino nel cuore e nella mente il suo fare gentile, la sua intelligenza, la sua generosità mai ostentata che facevano di lui un vero signore – ha aggiunto nel suo intervento Roberto Visani, Presidente Consiglio Comunale -. Ho condiviso con Vittorio l’impegno amministrativo dal 2004 al 2008 nella giunta guidata da Massimo Marchignoli, il Sindaco che nel 2000 lo chiamò a svolgere l’incarico di Assessore al Bilancio. La sua professionalità e la sua competenza nel settore economico-finanziario rappresentavano, lui che era stato Direttore della Banca di Imola, una garanzia di affidabilità e di serietà in un periodo storico difficile per i bilanci degli Enti Locali. Tutti ricordano la sua risoluta contrarietà nel fare ricorso alla finanza derivata (“Con me assessore al bilancio i derivati non si faranno mai”, diceva Vittorio), una pratica che in quegli anni provocò buchi per svariati milioni di euro nei bilanci delle pubbliche amministrazioni. Sempre disponibile e garbato, seppe conquistarsi l’apprezzamento e la stima del personale del Comune”.
“Da assessore al Bilancio, Vittorio Lenzi ci ha insegnato che nei numeri non c’è aridità: c’è saggezza, c’è sapienza, intelligenza affiancando al rigore dei conti anche un profondo amore per le persone, grazie ad una sensibilità encomiabile verso il sociale, verso coloro che facevano più fatica. La sua è una lezione enorme, con quel suo essere gentile, sensibile, autorevole, generoso: un grandissimo signore – ha aggiunto il vicesindaco Fabrizio Castellari, che ha affiancato da vicesindaco Vittorio Lenzi in entrambe le giunte Marchignoli -. Sono stati sette anni bellissimi.
Il ricordo del figlio, Stefano Lenzi – “A nome della mia famiglia e mio personale, desidero esprimere la nostra commossa gratitudine al Comune di Imola, alle sue espressioni civili ed economiche oggi rappresentate, alla sua gente e alle persone qui presenti, che continuano a tributare incessantemente un affetto e una riconoscenza profondi e inalterati alla cara memoria mio padre, pur essendo già trascorsi dieci anni dalla sua scomparsa – ha affermato Stefano Lenzi, figlio di Vittorio -. Credo che se papà fosse presente ora, ci regalerebbe uno dei suoi bellissimi sorrisi pieni di gioia che tutti rammentiamo, per ringraziarvi di ricordarlo con tanto attaccamento e costanza. Penso anche che forse sarebbe un po’ stupito, perché in fondo sono convinto che non abbia mai pensato di fare nulla di straordinario per questa città e per le sue varie realtà istituzionali, economiche e della società civile in cui era coinvolto, se non il suo dovere” ha aggiunto Stefano Lenzi. “E per lui questo implicava naturalmente il perseguimento dell’interesse della collettività o degli enti e associazioni che lui era stato chiamato a servire anteponendolo a qualsiasi altra cosa, con dedizione assoluta, lealtà e generosità, offrendo le proprie alte competenze e capacità senza risparmiarsi o lamentarsi o abbattersi mai e tantomeno senza rivendicare alcun merito particolare. Questo era lo spirito con cui mio padre affrontava in generale i compiti e le sfide che la vita gli presentava; uno spirito a cui si accompagnava una capacità di fare improntata all’ottimismo e alla tenacia nel perseguire gli obiettivi”.