Imola. “Il regno di Romolo” (editrice La Mandragora) è il titolo del nuovo libro di Nicola De Vita, il seguito de “L’alba di sangue”, romanzo pubblicato nel mese di maggio 2021 dalla stessa casa editrice.

Martedì 7 febbraio, ore 20.30, nella biblioteca comunale di Imola (via Emilia 80) è prevista la presentazione. L’autore dialogherà con il narratore e saggista Andrea Pagani.

Il libro

Il romanzo ricomincia esattamente dove ha avuto fine “L’alba di sangue”, ossia dal primo giorno di Roma.

L’opera è divisa in quattro parti, per un totale di 14 capitoli (“Conclusione” inclusa); nella prima, Romolo, il protagonista, risolve in maniera definitiva una serie di questioni di carattere privato rimaste in sospeso e in modo particolare incontra una figura che ha avuto un ruolo centrale nello svolgimento de “L’alba di sangue”: si tratta di un personaggio a cavallo tra la storia e la leggenda che scomparendo definitivamente dalla narrazione del libro in questione testimonia simbolicamente il tramonto del mito e l’inizio della storia.

Nella seconda parte del libro, quattro anni dopo circa la fondazione della città, Romolo comincia a confrontarsi con le popolazioni sabine, le quali rifiutano ogni forma di accordo con il giovane stato romano e costringono i più fedeli consiglieri del re ad escogitare e ad attuare il cosiddetto “Ratto delle sabine”, (episodio determinante nell’inizio del lungo conflitto con le varie tribù stanziate intorno a Roma).

Se la seconda parte descrive quindi l’ascesa di Romolo come condottiero e conquistatore, la terza e la quarta parte del racconto descrivono il declino del primo re.

La terza parte, in particolare, riparte dalla fine del conflitto con le popolazioni guidate da Tito Tazio e rimette Romolo al centro di una nuova serie di conflitti che coinvolgeranno direttamente (e in modo drammatico) anche la sua famiglia.

Nella quarta parte, ambientata ormai quasi trent’anni dopo la fondazione, Romolo ha sconfitto quasi tutti i peggiori nemici di Roma ma ormai ha trasformato il suo regno in un regno fondato sul terrore: le ossessioni, i dubbi e i pentimenti insidiano infatti costantemente la sua mente sempre più stanca e affaticata, ormai prossima al cedimento…

L’autore

Nicola De Vita, classe 1994, è da sempre un appassionato lettore. Dopo aver vissuto per cinque anni a Roma, dove ha studiato e si è avvicinato al mondo delle start up e dell’innovazione, ora risiede a Imola.

Nicola De Vita

“Il romanzo, esattamente come L’alba di sangue, è ispirato alle vicende descritte da Tito Livio e Plutarco – racconta De Vita -. Complessivamente, le vicende narrate non si discostano troppo dalle fonti storiche appena menzionate; tuttavia, per sopperire ad alcune lacune ho spesso inventato dei personaggi e delle situazioni affinché il racconto potesse avere, naturalmente, una coerenza”.

Possiamo definire perciò Il regno di Romolo “un romanzo di ambientazione storica e un racconto non solo dello sviluppo di una città destinata a cambiare il mondo ma anche di un personaggio che in trent’anni di regno conosce diverse fasi.
Se all’inizio delle vicende narrate Romolo è, infatti, un ragazzo prudente e accorto, l’esperienza lo trasformerà gradualmente in un tiranno dispotico e paranoico: un sovrano ossessionato dai suoi fantasmi e alla costante ricerca di un casus belli pur di nascondere le proprie mancanze”.

Scrivere “Il regno di Romolo” è stato un passaggio necessario e fondamentale in seguito a “L’alba di sangue”. “Nutro una passione per la storia antica e in modo specifico per la storia di Roma da tempo e ritengo che riscoprire, anche attraverso la narrativa, una civiltà come quella dei romani sia importante per capire il presente”.