Imola. Il 14 febbraio, in occasione di San Valentino, un gruppo di studentesse e studenti della scuola secondaria di primo grado “L. Orsini” – IC 7 hanno realizzato, nel giardino del plesso scolastico, il flashmob “No alla violenza sulle donne”, su coreografia ideata dall’attivista americana Eva Ensler e musica del brano “Break the Chain”. All’evento, che è stato trasmesso in diretta streaming sul canale YouTube dell’istituto, hanno preso parte, insieme al dirigente scolastico dell’IC 7, Rossana Neri, anche il vicesindaco e assessore alla Scuola, Fabrizio Castellari e l’assessora alle Pari Opportunità, Elisa Spada, che hanno portato il saluto dell’Amministrazione comunale.
“Ringraziamo la dirigente, il corpo docente, studentesse e studenti per aver realizzato questo flash mob “No alla violenza sulle donne” in occasione del 14 febbraio, collegandosi alle iniziative presenti in tutto il mondo proprio in questa giornata e promosse dal movimento One Bilion Rising. Il flash mob è un’azione collettiva e restituisce il fatto che è proprio la collettività, la comunità insieme che deve avere il coraggio di affrontare la piaga della Violenza sulle donne, perché nessuna deve farlo da sola – hanno sottolineato Castellari e la Spada -. Allo stesso tempo la performance, che si è svolta nel giardino delle Scuole Orsini, in collegamento con le iniziative presenti in tutto il mondo, porta i ragazzi a mettere in prospettiva questa tematica con il tema del rispetto dei diritti e della libertà degli esseri umani in tutto il mondo, e in particolare quest’anno testimonia la vicinanza alle donne iraniane che sono scese in piazza per rivendicare il diritto a essere libere, di vivere, di lavorare, di studiare, di essere. Alla danza è stato associato un bellissimo momenti di canto, sulle note di “Break the chain”, e su una frase in particolare ci siamo soffermati, “avere il coraggio di essere umani”, e questo è un insegnamento grande, perché significa anche non restare indifferenti, avere uno sguardo attento a cogliere i segnali di aiuto di chi ci è accanto, il vicino di banco, la vicina di casa, ovvero fare comunità. La scuola con la performance ha restituito tutto questo a studenti e studentesse e ha portato avanti la battaglia più grande, quella di contribuire a un cambiamento culturale”.