Castel S. Pietro Terme (BO). “L’autunno in cui tornarono i lupi” (Bottega Errante Edizioni) è il titolo dell’ultimo libro di Mario Ferraguti che verrà presentato venerdì 24 febbraio, ore 20.30, alla libreria Atlantide (via Mazzini 93) a Castel S. Pietro Terme. Si tratta del primo appuntamento della rassegna letteraria organizzata dalla libreria stessa.

Mario Ferraguti (foto Andrea Gatti)

Dialogherà con l’autore Claudia Conti, bibliotecaria. Lettura di brani dell’autore a cura di Officine Duende.

L’intervista

Una decina di libri già al suo attivo, anche se il suo vero lavoro è presso una Coop. Sociale di Parma e scrive quando ha un po’ di tempo a disposizione. Mario Ferraguti abita sulla collina parmense a circa 600 mt. di altezza. I temi trattati nei suoi libri sono di fascia naturalistica, ma indovinate un po’: parlano di lupi e di tradizioni popolari tramandate di padre in figlio solo oralmente. Interessanti e curiosi.

Ferraguti, vengo subito al sodo: lei vive in mezzo ai lupi?
Sì, dove abito io la collina è molto dolce, ma è anche un territorio abbastanza selvaggio e da quando è tornato il lupo, ho messo foto-trappole per studiarlo meglio, devo dire che gli altri abitanti della zona piano piano si sono abituati ed hanno imparato a convivere coi lupi. Anche perché loro non si fanno vedere così spesso come si potrebbe pensare.

Lei fa lo scrittore di mestiere o scrivere libri è il suo hobby?
Purtroppo no, lavoro presso una Coop. Sociale di Parma, scrivo libri nei momenti liberi, mi piacerebbe molto poter mantenere me e la mia famiglia con i libri ma per il momento non è possibile.

Però a quanto pare è uno scrittore abbastanza proficuo, già una decina di libri al suo attivo non sono pochi.
Ne ho altri in cantiere, un paio saranno pubblicati questo anno 2023, ma non si può far uscire troppi libri perché poi non si riesce a seguirli nei loro percorsi. Ho 2 figli adolescenti e desidero occuparmi anche di loro.

Mario Ferraguti, non scrive solo libri, ha realizzato insieme a illustratori e registi anche film e spettacoli teatrali, collabora con Università, con stampa settimanale e riviste. Queste notizie non me le ha confidate lui, ma le ho estrapolate dalle copertine dei suoi libri. Evidentemente Ferraguti è una persona modesta che non ha pretesa di apparire sempre e comunque.

La sua indole è naturalistica dalla nascita oppure è sopravvenuta da quando abita in quella zona particolare?
Beh, fin da bambino ho amato stare in mezzo alla natura, nei parchi, interessarmi degli animali che vi abitano, fotografarli, viverli da vicino. L’attenzione per i lupi è nata probabilmente perché questo animale, la sua vita ha un risvolto non solo scientifico ma anche realistico, naturalistico, metafisico e simbolico, legato un po’ alle tradizioni che si tramandano, tipo le creature fantastiche che si raccontano oralmente nelle veglie popolari. E’ la parte che più mi avvince l’associazione del lupo alle tradizioni secolari. Ho scritto diversi libri sulle usanze popolari e il lupo, in particolare per la doppia natura di questo animale, ed è proprio la parte della contaminazione con i racconti surreali di animali fantastici che suscita il mio interesse.

Immagino le serva molto tempo per scrivere un libro del genere.
Circa un anno, il tempo dipende da tante cose. Ad esempio per quello sui lupi ho impiegato molto tempo in quanto rimasto sospeso per un po’; ho dovuto interpellare un ricercatore, avevo bisogno di conferme.

Le da soddisfazione il lavoro di scrittore? Scrivere libri lo so già che le piace molto, intendo proprio esercitarne la professione.
La cosa bella è che scrivere mi da l’occasione di incontrare tanta gente, lettori, situazioni tipo Festival del libro, della letteratura. Anche la possibilità di conoscere altri scrittori, di scambiare punti di vista, apprezzare librerie indipendenti, insomma le occasioni sono tante. Vedere che una storia dovuta all’intelligenza e all’inventiva dello scrittore, circola e suscita interesse.

Come raccoglie questi racconti popolari di cui non esiste scrittura?
Ho girato parecchio in Appennino, ho parlato con tante persone, non è stato facile, non tutti sono disponibili a confidarsi. Ad esempio ho chiesto del sistema di curare certi mali, primo fra tutti il ‘fuoco di Sant’Antonio’, un settore bistrattato dalla cultura alta e quindi può immaginare quanto sia stato non facile interagire con coloro che portano avanti queste tradizioni.
Tornando all’argomento lupi, le racconto un particolare: dopo che avevo pubblicato il libro L’autunno in cui tornarono i lupi, mi sono giunte 19 lettere anonime di minacce. Una interminabile polemica molto combattuta, su questi animali selvatici.

Già la natura piace a molti però d’altra parte resiste anche un discreto timore. La favola di Cappuccetto rosso ci ha condizionato.
“ Tutto vero, timore ancestrale, o si ama o si odia”!

Vedrà sarà contento di venire a Castel S. Pietro Terme…
“Certamente mi sembra che le cose siano state organizzate per il meglio e quindi…”.

(Lina Cremonini)

Bibliografia più importante

“La voce delle case abbandonate” Ed. Ediciclo
“La ballata del vento” Ed. Ediciclo
“Malisandra” Ed; Cadmo
“Dove il vento si ferma a mangiare le pere” Ed.Diabasis
“Le altre ferite” Ed. Treves
“Rosa Spinacorta” Ed. Exorma.
“L’autunno in cui tornarono i lupi”

Lupo (Foto di Steve Fehlberg da Pixabay)

Il libro

Gli appuntamenti del 2023 in Atlantide si aprono con questo romanzo in cui l’autore racconta quel miracolo che è stato il ritorno del lupo in Appennino, i conflitti tra ricercatori e cacciatori, la gestione del territorio e la sua percezione che, con la presenza di questa antica figura, legata anche alle tradizioni antiche, muta completamente.

Appennino, autunno del 2004. Durante una battuta di caccia al cinghiale, un uomo e un lupo si incontrano; è un evento che, in quei luoghi, non si verifica da quasi un secolo. È da questo momento che i destini degli abitanti di Pieve dei Lampi e del suo bosco sovrastante, cambiano all’improvviso. Donne e uomini affrontano le loro paure più ataviche, reagiscono a qualcosa di sconosciuto ognuno portando con sé le proprie storie, chi in modo razionale, chi scomposto.

Ferraguti racconta quel piccolo miracolo che è stato il ritorno del lupo in tutta la penisola, i conflitti tra ricercatori e cacciatori, la gestione del territorio e la sua percezione che, con la presenza del lupo, muta completamente. Attorno si muove un microcosmo legato a tradizioni antiche, quelle dell’Appennino, dove lo sguardo forte è più temuto di un colpo di fucile e gli uomini nominano il loro mondo per addomesticarlo. È sufficiente rompere un equilibrio fragile e delicato, come la confidenza con il bosco, per rendersi conto di come alcune conquiste non siano garantite per sempre. Il grande lupo zoppo ha perduto una zampa ma è ancora vivo nei racconti della gente.

L’autore

Mario Ferraguti, abita a Faviano Superiore, sulle colline di Parma. Per anni ha percorso l’Appennino alla ricerca di racconti; da questo viaggio ha realizzato, insieme a registi e illustratori, libri e film. Ha pubblicato i romanzi La voce delle case abbandonate (Ediciclo), La ballata del vento (Ediciclo) e, con Giacomo Agnetti, dedicato ai ragazzi, I mostri d’aria (Ediciclo). Nel 2022, Rosa spinacorta (Exorma). Da alcuni testi sono nati spettacoli teatrali. Collabora con università, centri di studio e ricerca, settimanali e riviste; cura una rubrica sulle case abbandonate per “Casantica”, ha tenuto corsi ai medici tirocinanti sulla figura della guaritrice ed è tra gli organizzatori del “Piccolo Festival di antropologia della montagna” (Pfam) che si tiene a Berceto.

Il prossimo appuntamento

Gli appuntamenti in Atlantide continueranno venerdì 3 marzo con la presentazione del nuovo numero di Alea, la prima rivista indipendente di Antropologia culturale, dal titolo “Odio”.

Per ulteriori informazioni contattare Libreria Atlantide: tel./WhatsApp 051.6951180; email: [email protected].